Amperometro termico (sistema Hartmann & Braun)

Descrizione: Questo strumento detto anche amperometro a filo caldo, sfrutta il fatto che un filo percorso da una corrente si riscalda e di conseguenza si dilata. Per questa ragione esso permette di misurare sia correnti continue che alternate. Il primo strumento pratico di questo tipo fu brevettato nel 1883 dall’elettrotecnico inglese Major Philip Cardew (1851-1910). Verso il 1890 la ditta Hartmann & Braun di Francoforte propose un amperometro termico che, grazie ad un ingegnoso sistema di moltiplica meccanica, riduceva di molto la lunghezza del filo percorso dalla corrente, realizzando uno strumento assai più compatto di quello del Cardew.
Lo strumento è racchiuso in una cassetta di legno munito di sportello anteriore che protegge una finestra di vetro, di griglie metalliche laterali e posteriori. La scala non lineare è doppia: superiormente va da 0 a 10 ampère con divisioni ogni 0,1 ampère e, inferiormente, da 0 a 50 ampère con divisioni ogni 0,5 ampère (le scale non sono graduate rispettivamente da 0 a 1 e da 0 a 5 ampère). Sulla scala, munita di fenditura con specchio per evitare errori di parallasse nelle letture, oltre al nome del rivenditore, si trovano le scritte «AMP NO 121463 D.R.PATENT» e la sigla «HB» (Hartmann & Braun). Sull’asse recante la lancetta indicatrice vi sono due settori in alluminio che, passando nell’intraferro di una calamita, fungono da ammortizzatori. Su di una puleggia posta sul medesimo asse è avvolto un filo di seta orizzontale fissato, da un lato, ad una lamina metallica elastica e, dall’altro, ad un filo di rame verticale. Questo è a sua volta fissato ad un filo orizzontale di platino nel quale passa la corrente da misurare. La corrente arriva al filo caldo tramite una serie di sottili nastrini di argento che lo suddividono in diverse sezioni parallele traversate dalla corrente. In questo modo si riducono le perdite di tensione nello strumento. La tensione del filo «caldo» può essere modificata agendo tramite una vite occultata da un otturatore (con manopolina esterna), che agisce su di una leva alla quale detto filo è fissato. Tutto il sistema è fissato su di una piastra in ferro e ottone che, dilatandosi e contraendosi, compensa le variazioni di lunghezza del filo «caldo» dovute a variazioni di temperatura esterna. Superiormente, lo strumento reca una maniglia e tre elettrodi. Quello centrale ha un ponte girevole di rame che permette di collegarlo con uno di quelli laterali recanti bottoni con le cifre «10 50». Sui lati della scatola, tre grossi serrafili sono collegati a resistenze (shunt) formate da strisce di manganina poste all’interno dell’apparecchio. Una di esse è sempre inserita nel circuito, mentre le altre vengono inserite alternativamente tramite il ponticello girevole scegliendo la corrente massima misurabile con lo strumento (10 o 50 ampère). Nella parte interiore dello sportello due diagrammi illustrano i collegamenti per le due possibilità.
Al passaggio di una corrente, il filo di platino si dilata e, grazie al sistema con cui è collegato alla lancetta il suo allungamento viene amplificato. Lo strumento ha due svantaggi: assorbe una corrente relativamente grande (circa 0,5 ampère) e può essere messo facilmente fuori uso da un sovraccarico di corrente che brucia il filo di platino.

Data: 1900 circa

Autore: firmato dalla M. Wallach Nachfolger

Misure: Larghezza 212, profondità 144, altezza 225 mm

Dal martedì al venerdì dalle 9 alle 16, sabato e domenica dalle 10 alle 18.

Lunedì chiuso.

Il Planetario è visitabile solo in occasione degli eventi e delle lezioni in programma, su prenotazione.

€ 10.00 adulti
€ 8.00 bambini

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