La Biblioteca custodisce l’intero catalogo fotografico, in formato analogico e digitale, una collezione di circa 4500 immagini!

Biblioteca

Archivio Fotografico

La Biblioteca gestisce l’intero catalogo fotografico che conserva materiale antico e moderno, suddiviso in due sezioni: l’archivio storico e l’archivio moderno. Cerca al suo interno tra volumi, strumenti del Gabinetto di Fisica e reperti del Gabinetto di Storia Naturale.

Archivio Storico

Conserva materiale appartenuto all’Istituto Tecnico “Galileo Galilei” diretto erede dell’antico Istituto Tecnico Toscano. Comprende vari ritratti di professori ed alunni della scuola e una raccolta di diapositive didattiche su lastre. Il materiale è in fase di ordinamento.

Archivio Moderno

Conserva più di 3000 immagini che riproducono gli oggetti (strumenti, reperti, modelli, preparati, manufatti) delle collezioni di fisica, scienze naturali e arti e manifatture, le raccolte grafiche e alcuni frontespizi ed illustrazioni di libri della biblioteca. Il materiale fotografico è consultabile sul catalogo on line. Il catalogo consultabile in rete contiene un’ampia selezione di immagini corredate ciascuna da informazioni sulle caratteristiche delle riprese fotografiche. È inoltre collegato ai cataloghi informatizzati delle collezioni scientifiche, dai quali è possibile accedere direttamente all’immagine dell’oggetto descritto. Tutte le fotografie sono di proprietà della Fondazione Scienza e Tecnica ed è proibita la loro riproduzione senza precisa concessione della Fondazione. (scarica modulo e condizioni di richiesta ).

Cerca all’interno dell’archivio:

Tutte le fotografie sono di proprietà della Fondazione Scienza e Tecnica ed è proibita la loro riproduzione senza precisa concessione della Fondazione. 

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  • CATALOGO STORIA NATURALE
  • COLLEZIONE MICOLOGICA
  • ELETTRICITA
  • OTTICA

Boletus subtomentosus

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Russula lactea

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Boletus castaneus

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre Dure.

Tricholoma populinum

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Camarophyllus virgineus

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Hypholoma fasciculare

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Lyophyllum loricatum

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Oudemansiella (Xerula) longipes

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Marasmius oreades

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Morchella crassipes

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Morchella rotunda

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Helvella monachella

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Helvella crispa

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Tuber excavatum

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Phallus impudicus

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Coprinus micaceus

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Boletus aereus

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Clavaria purpurea

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Ramaria fumigata

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Clavaria fumosa

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Clavaria aurea

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Clavaria pistillaris

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Geoglossum cookeianum

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Collybia radicata

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Coprinus comatus

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Boletus (Krombholziella) aurantiacus

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Clavaria (Ramaria) flava

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Mycena sp.

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Lacrymaria velutina

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Amanita spissa

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Mycena corticola

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Sarcoscypha coccinea

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Lepiota cristata

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Coprinus atramentarius

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Boletus (Suillus) bovinus

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Boletus queletii

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Psathyrella candolleana

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Aleuria vesiculosa

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Mycena laevigata

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Clitocybe brumalis

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Volvaria sp.

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Phellinus ignarius

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Peziza (Helvella) acetabulum

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Lyophyllum connatum

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Boletus chrysenteron

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Coprinus disseminatus

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Volvariella gloiocephala

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Peziza varia

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Boletus badius

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Boletus luridus

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Daedalea quercina

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Inonotus radiatus

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Ganoderma resinaceum

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Boletus satanas

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Lentinus lepideus

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Boletus impolitus

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Boletus fragrans

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Ganoderma lucidum

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Amanita citrina var. alba

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell\\’Opificio delle Pietre

Cortinarius violaceus

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Agaricus sp.

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Fuligo septica var. alba

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Gymnopilus spectabilis

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Boletus erythropus

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Psalliota campestris

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Russula pectinata

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Boletus bovinus

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Boletus edulis

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Polyporus squamosus

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Clitocybe dealbata

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Tricholoma terreum

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Stereum subtomentosum

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Russula mustelina

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Tricholoma poetarum

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Lyophyllum conglobatum

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Tricholoma rutilans

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Lactarius acris

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Cantharellus cibarius var. amethysteus var. Amethisteus

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Collybia velutipes

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Trametes versicolor

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Entoloma clypeatum

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Russula sp.

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Merulius sp.

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Lyophyllum sp.

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Cantharellus cibarius

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Russula sanguinea (sin.: Russula rosacea)

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Pleurotus sp.

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Pluteus cervinus

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Hygrophorus camarophyllus

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Agaricus auratus

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Lactarius aurantiacus

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Tricholoma fulvum

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Mycena pura

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Fistulina hepatica

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Es. da identificare

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Russula virescens

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Russula cyanoxhanta

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Amanita muscaria

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Amanita caesarea

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Amanita muscaria var. aureola

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Hygrophorus acutoconicus

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Volvaria fulva o Volvaria sp.

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Melanoleuca nigripes

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Amanita ovoidea

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Trametes gibbosa

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Meripilus giganteus

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Laccaria amethystina

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Amanita citrina

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Amanita fulva o Volvaria sp.

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Boletus sp.

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Phellinus robustus

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Armillariella mellea

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Collybia fusipes

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Lactarius tabidus

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Polyporus sulphureus (sin.: Laetiporus sulphureus)

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Tulostoma mammosum

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Battarrea phalloides

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Melanoleuca strictipes

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Lactarius deliciosus

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Tulostoma brumale

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Mycena pura (var. rosea)

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Fuligo septica

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Scleroderma verrucosum

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Rutstroemia firma

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Lactarius rufus

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Melanoleuca cognata

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Cortinarius caesiocanescens

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Amanita magnivolvata

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Tricholoma saponaceum

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Amanita rubescens

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Lactarius pallidus

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Russula sanguinea

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Inocybe rimosa (sin.: fastigiata)

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Lactarius volemus

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Laccaria laccata

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Lactarius zonarius

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Volvaria speciosa

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Clitocybe gibba

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Helvella atra

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Cortinarius infractus

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Clitocybe cinerascens (sin.: Lyophyllum fumosum)

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Lepiota naucina

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Discina perlata

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Lyophyllum georgii (sin.: Calocybe gambosa)

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Cortinarius purpurascens

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Tricholoma sulphureum

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Amanita vaginata

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Clitocybe sp.

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Lactarius sp. o Russula sp.

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Amanita plumbea

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Entoloma lividum

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Lactarius porninsis

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Russula heterophylla

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Omphalotus olearius

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Volvaria bombycina

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Hebeloma radicosum (sin.: Pholiota radicosa)

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Panellus stypticus

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Pleurotus ostreatus

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Russula vesca

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Flammulina velutipes

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Camarophyllus niveus

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Russula fellea

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Hydnum repandum

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Hydnum rufescens

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Lepiota castanea

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Collybia sp.

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Hygrophorus cossus

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Tricholoma sp.

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Hygrophorus niveus

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Entoloma rhodopolium

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Pleurotus ulmarius

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Lactarius sp.

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Lepiota acutesquamosa

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Lactarius piperatus

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Verpa digitaliformis

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Helvella elastica

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Leucocoprinus badhamii

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Amanita phalloides

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Lacrymaria sp.

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Lepiota rhacodes

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Tuber magnatum

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Cortinarius traganus

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Tuber melanosporum

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Geastrum fimbriatum

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Lycoperdon pratense

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Clathrus cancellatus

Nel 1994-1995 la raccolta è stata sottoposta a riordinamento e restauro da parte del Gruppo Micologico Fiorentino, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre

Scleroderma vulgare

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Lycoperdon caelatum

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Lycoperdon pyriforme

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Lycoperdon perlatum

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PALEONTOLOGIA: fossili vegetali del Periodo Permo-Carbonifero

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : geologia e paleontologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

PALEONTOLOGIA: fossili vegetali del Devoniano superiore, Carbonifero e Permiano

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : geologia e paleontologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

PALEONTOLOGIA: testimonianze fossili fra Paleozoico e Mesozoico

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : geologia e paleontologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

PALEONTOLOGIA DEI VERTEBRATI: megafauna del Quaternario

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : geologia e paleontologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

PALEONTOLOGIA: fossili del Cretaceo

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : geologia e paleontologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

PALEONTOLOGIA: fossili del Triassico e del Giurassico

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : geologia e paleontologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

PALEONTOLOGIA: fossili e fossili viventi del Siluriano

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : geologia e paleontologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

GEODINAMICA INTERNA: il vulcanismo

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : geologia e paleontologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

PETROGRAFIA: rocce ignee

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : geologia e paleontologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

PETROGRAFIA: particolarità stratigrafiche in rocce sedimentarie

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : geologia e paleontologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

GEOMORFOLOGIA: particolarità stratigrafiche

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : geologia e paleontologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

GEODINAMICA ESTERNA: morene

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : geologia e paleontologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

GEOLOGIA: sezioni geologiche

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : geologia e paleontologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

GEODINAMICA ESTERNA: foci a delta ed ad estuario

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : geologia e paleontologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

GEODINAMICA ESTERNA: morene e crepacci

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : geologia e paleontologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

CLIMATOLOGIA: circolazione dei venti

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : geologia e paleontologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

GEODINAMICA ESTERNA: cicloni, dune e maree

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : geologia e paleontologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ANATOMIA VEGETALE: fasi di germogliamento

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : botanica / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ANATOMIA VEGETALE: strutture epidermiche

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : botanica / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ANATOMIA VEGETALE: infiorescenze e frutti

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : botanica / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ANATOMIA VEGETALE: infiorescenze

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : botanica / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ANATOMIA VEGETALE: strutture riproduttive femminili delle Fanerogame

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : botanica / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ANATOMIA VEGETALE: brattee

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : botanica / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ANATOMIA VEGETALE: anatomia del fiore

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : botanica / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ANATOMIA VEGETALE: strutture riproduttive maschili delle Fanerogame

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : botanica / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ANATOMIA VEGETALE: strutture fogliari

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : botanica / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ANATOMIA VEGETALE: sezioni anatomiche di fusto

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : botanica / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ANATOMIA VEGETALE: esempi di fusti trasformati sotterranei

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : botanica / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ANATOMIA VEGETALE: esempi di rami modificati

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : botanica / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ANATOMIA VEGETALE: lo stoma

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : botanica / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ANATOMIA VEGETALE: esempi di fusti trasformati in grado di emettere radici

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : botanica / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ANATOMIA VEGETALE: strutture vascolari

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : botanica / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ANATOMIA VEGETALE: cellule e tessuti

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : botanica / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ANATOMIA VEGETALE: campioni istologici

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : botanica / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ZOOLOGIA DEGLI INVERTEBRATI: anatomia dei Poriferi

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : zoologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ZOOLOGIA DEGLI INVERTEBRATI: Protozoi

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : zoologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ZOOLOGIA DEGLI INVERTEBRATI: Idrozoi, Antozoi e Protozoi

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : zoologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ZOOLOGIA: anatomia di Meleagrina margaritifera, Pinna nobilis e Cyprinus auratus

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : zoologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ZOOLOGIA DEGLI INVERTEBRATI: anatomia di Corallium rubrum

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : zoologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ZOOLOGIA DEGLI INVERTEBRATI: anatomia di Sepia officinalis

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : zoologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ZOOLOGIA DEGLI INVERTEBRATI: anatomia di Sepia officinalis e Murex brandaris

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ENTOMOLOGIA AGRARIA: Bombyx mori

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : zoologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ENTOMOLOGIA AGRARIA: Apis mellifica

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : zoologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ENTOMOLOGIA AGRARIA: anatomia di Bombyx mori

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : zoologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ENTOMOLOGIA AGRARIA: ciclo parassitario di Phylloxera vastatrix

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : zoologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ENTOMOLOGIA AGRARIA: ciclo parassitario di Coccus cacti

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : zoologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ANATOMIA COMPARATA: SISTEMA TEGUMENTARIO (strutture cheratiniche)

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : zoologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ANATOMIA COMPARATA: SISTEMA OLFATTIVO

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : zoologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ANATOMIA COMPARATA: SISTEMA SCHELETRICO (strutture ossee)

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : zoologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ANATOMIA COMPARATA: SISTEMA TEGUMENTARIO (strutture cornee)

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : zoologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ANATOMIA COMPARATA: SISTEMA TEGUMENTARIO (morfologia del dente)

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : zoologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

ANATOMIA COMPARATA: PREPARATI ISTOLOGICI

1 carta murale : olio su tela, color. ; 120 x 100 cm. – (Tavole murali di zoologia, botanica, geologia e paleontologia : zoologia / eseguite sotto la direzione del prof. Pietro Marchi ;

Elettrometro di Henley

Questo semplice elettrometro fu descritto dal farmacista inglese Timothy Henley (?-1779 circa) nel 1772 e fu molto utilizzato per oltre un secolo.
Si compone di un’asta verticale di bosso inserita inferiormente in un tubetto di ottone munito di spinotto. All’asta è fissato un quadrante semicircolare di avorio, montato su di una piastrina di ebano (forse

Mulinello elettrico di Hamilton

Questo mulinello, proposto per la prima volta da Hamilton viene utilizzato per mostrare come, sfruttando il “vento elettrico” (vedi n° inv. 1537) sia possibile generare un movimento.
Il mulinello è formato da una croce uncinata di fili d’ottone appuntiti, uniti fra loro da una capsula cavo. La capsula può essere imperniata su di un

Lampada a incandescenza

È una lampadina a incandescenza piriforme con zoccolo di tipo Edison a vite. Vi sono due filamenti paralleli di carbone a U rovesciata collegati a portafilamenti in

Puntale per il vento elettrico

Questo conduttore a gomito filettato ad un’estremità e appuntito dall’altra viene utilizzato per mostrare il potere delle punte e il cosiddetto “vento elettrico”.
Quando il conduttore è inserito sul conduttore di una macchina elettrostatica, il campo elettrico sulla sua punta può raggiungere valori molto elevati. Gli ioni liberi nell’aria vengono così accelerati da questo campo

Asta di legno

Come lo strumento con n° inv. 619 anche questa bobina viene utilizzata per esperienze sull’induzione.
La bobina di filo i cui capi terminano con una coppia di serrafili è avvolta su di un rocchetto di legno verniciato di nero. In essa è infilato un nucleo di fili di ferro dolce avvolti su nastro

Apparecchio per mostrare l’effetto Joule

Questo semplice apparecchio permette di dimostrare come una corrente genera in un conduttore uno sviluppo continuo di calore. Questo effetto, sfruttato da tutte le resistenze utilizzate per produrre calore, prende il nome dal fisico inglese James Prescott Joule (1818-1889) che eseguì studi approfonditi sull’equivalente meccanico del calore.
Una bottiglia di vetro è chiusa da un

aste di ottone

Sono due aste in ottone, aventi la stessa sezione rettangolare, le cui lunghezze sono una il doppio dell’altra. Vengono utilizzate per varie esperienze relative alle vibrazioni longitudinali e trasversali. Con esse è possibile, per esempio, dimostrare che la frequenza nelle vibrazioni trasversali di un’asta è inversamente proporzionale alla sua lunghezza, mentre in quelle trasversali

Medaglia commemorativa di Giovanni Caselli

È una medaglia commemorativa in bronzo raffigurante Giovanni Caselli (1815-1891), inventore del pantelegrafo omonimo, strumento capace di riprodurre a distanza scritte e disegni tramite un sistema elettrochimico. La medaglia reca:
a) sul recto: ritratto dell’inventore con la scritta GIOV.CASELLI DA SIENA.
b) sul verso: INVENTORE DEL PANTELEGRAFO N.MDCCCXV

Immagine ottenuta con il Pantelegrafo Caselli

Il pantelegrafo era un complesso apparecchio composto da due grandi pendoli sincronizzati elettricamente. Su di uno di essi (il trasmettitore) un foglio di stagnola recante scritte o disegni fatti con inchiostro isolante veniva esplorato da uno stilo. Gli impulsi elettrici venivano inviati al secondo pendolo (ricevitore) sul quale lo scritto veniva riprodotto su un

sostegni per aghi magnetici

Sono dieci piccoli sostegni formati da una basetta di legno ebanizzato recante un ago verticale. In origine su di essi erano imperniati degli aghi o delle barrette magnetiche (oggi mancanti), che venivano utilizzati per visualizzare la direzione delle linee di campo prodotte ad esempio da una

Asta di vetro

È una barra di vetro verde leggermente conica utilizzata come quella con n° inv. 1502: strofinata si carica

lastre armate

Sono due lastre di vetro di cui solo una faccia è armata da un foglio di

Pelliccia di gatto

È una pelliccia di gatto utilizzata per elettrizzare per strofinìo aste di vetro, di resina o d’altro materiale da usarsi in esperienze di

tubi di Plücker

Sono tubi del tutto simili a quelli con n° inv. 781 anche se di costruzione più recente. Recano etichette con le scritte:

a) «Chloroform», b) «Pure Air», c) «Aether», d) «O2», e) «HCl» con altra etichetta illeggibile, f) «J», h)

pile a secco Hellensen con scatola

Questo tipo di pila fu brevettato dal danese Louis Frederik Hellesen (1836-1892) nel 1889. Una scatola in legno con coperchio e manico contiene tre pile a secco quadrangolari collegate in serie e con le estremità poste in comunicazione con due serrafili sul davanti della scatola. Le pile, ricoperte di carta nera, sono sigillate superiormente

Microfono a carbone di Hughes con pila

Questo strumento non è che una modifica di quello con n° inv. 1518 e funziona in maniera identica.
È formato da una base di legno recante un montante verticale. Tramite una staffa esso regge la parte superiore di una lastrina di carbone. Un cilindretto di carbone sostenuto da una colonnina d’ottone si appoggia alla lastrina

Apparecchio per la ricomposizione della luce

Descrizione: Data: Fine XIX sec. Autore: Misure: Larghezza 51, profondità 20, altezza 37 mm

Pachitropo di Weiler

Il pachitropo proposto da W.Weiler nel 1892, è una specie di commutatore rotante che permette di produrre, partendo da una corrente continua, una corrente bifase necessaria a far funzionare il motore Ferraris con n° inv. 674.
Su di una base in legno, è imperniato fra due montanti metallici un cilindro in legno sul quale sono

Manipolatore per telegrafo Morse

Si tratta di un classico tasto per telegrafia Morse, analogo a quello con n° inv. 725.
Su di una tavoletta di legno vi è una staffa nella quale è imperniata una barra di ottone. Da un lato essa è munita di un pulsante sotto il quale si trova un contatto, all’estremo opposto è inserita una

Oscillatore a tre scintille di Righi

L’oscillatore a tre scintille fu proposto negli anni Novanta del XIX secolo dal fisico italiano Augusto Righi (1850-1920) per produrre onde elettromagnetiche e rappresenta un miglioramento rispetto a quello con n° inv. 766) Grazie a questo tipo di apparecchio, Righi effettuò importanti osservazioni relativi all’ottica delle oscillazioni elettriche. Un oscillatore identico a quello qui

Bussola a traguardi

La bussola è alloggiata in una scatola di ottone posta su di una base di legno. L’ago, recante una pietra dura, è imperniato su di una punta e può essere bloccata tramite un braccio azionabile con manopola a vite. La scala su ottone argentato è divisa in gradi su quattro quadranti (0°- 90°- 0°-

Interruttore a spinotto

Su di una base di legno sono montate due tavolette di ebanite. Una di esse reca una coppia di grossi serrafili di ottone nichelato; sull’altra sono fissati due massicci elettrodi con serrafili fra i quali è inserito uno spinotto di contatto con manico di legno. Un grosso filo isolato collega uno degli elettrodi ai

Apparecchio per mostrare il campo magnetico generato da un filo

Questo semplice strumento didattico permette di visualizzare le linee di forza di un campo magnetico attorno ad un conduttore percorso da una corrente.
È formato da un isolatore di Holtz (vedi n° inv. 537 e 833) che sostiene verticalmente un grosso filo di rame non isolato munito alla sua estremità di un serrafili. Un

Sostegni con ago magnetico e pendolino

Sono due sostegni con base di ebano e di avorio tornito recanti una colonnina in legno sulla quale è fissato un braccio ricurvo di ottone. Ad uno di essi è appeso un ago magnetico (forse non originale); l’altro recava (secondo gli inventari) un piccolo pendolino in ferro oggi

apparecchi per la scarica nel vuoto

L’uso di questi due strumenti identici, definiti nei vecchi inventari come «apparecchi per la scarica nel vuoto» non è del tutto chiaro. Probabilmente si tratta di portaelettrodi da porre sotto la campana di vetro di una pompa pneumatica; gli elettrodi venivano collegati ad una bobina di induzione per studiare vari effetti del passaggio dell’elettricità

Accumulatore al piombo

Questo apparecchio incompleto è probabilmente di un accumulatore al piombo o generatore secondario come era chiamato dal suo inventore, il francese Gaston Planté (1834-1879). Gli accumulatori originali di Planté (costruiti a partire dal 1860) erano formati da lastre di piombo parallele o avvolte a spirale immerse in acido solforico diluito. Nel 1880, Camille Faure

Pila a secco

Questa pila a secco rappresenta un modello di design più recente della pila a secco di tipo Zamboni sopra descritta (vedi n° inv. 507).
È formata da 1000 elementi di carta argentata e dorata inseriti su di un’asta e munita di cappelli nichelati recanti uno un serrafili e l’altro un gancio. Un disco metallico

Interruttore a coltello

È montato su di una tavoletta di legno sulla quale è avvitata una piastra di marmo. Su di essa una leva in ferro verniciato con manico di legno annerito è imperniata ad un serrafili. In essa è imperniato un coltello mobile collegato ad una molla che si inserisce fra le lamine di un secondo

Disco di vetro per macchina elettrostatica

Si tratta di un grande disco di vetro al centro del quale è fissato un asse di ferro trattenuto da ghiere filettate d’ottone. Il disco avrebbe dovuto essere utilizzato nella costruzione di una macchina elettrostatica a strofinìo che non fu mai

elettroscopi a foglie

Derivati dal tipo di elettrometro a foglie d’oro ideato dall’inglese Abraham Bennett (1750-1799) nel 1786, sono due strumenti identici che possono essere utilizzati in coppia per mostrare la ripartizione della carica elettrica.
Sono formati da un’ampolla sferica di vetro munita di piede pure in vetro. Il collo dell’ampolla reca una ghiera d’ottone nichelato sulla

Mulinello con scampanio elettrico

Questo apparecchio rappresenta una variante di quelli con n° inv. 386 e 1533, e come essi, illustra l’azione del “vento elettrico”.
Un tavolino rotondo reca otto colonnine di legno sulle quali vi erano in origine otto campanelle di bronzo di diametri diversi. Oggi due di esse sono spezzate e due sono mancanti. Al centro del

quadri di Franklin

Sono due condensatori piani che prendono il nume dallo statista e scienziato americano Benjamin Franklin (1706-1790). Sono entrambi formati da una lastra di vetro sulle facce delle quali sono incollati fogli di stagnola. Il bordo dei fogli è ricoperto con vernice alla ceralacca il cui scopo è quello di impedire alle scintille di “scivolare”

Schema di campanello elettrico

È un semplice modello didattico illustrante il funzionamento di un campanello metallico. Su di una tavola di legno è fissato il circuito comprendente due serrafili collegati in serie con una coppia di elettromagneti, un interruttore a martello e un pulsante. Chiudendo il circuito, gli elettromagneti attirano un’ancora fissata sulla lamina vibrante, questa si stacca

Cuffia con microfoni

È una cuffia telefonica formata da una lamina metallica che trattiene, tramite asticelle, due microfoni elettromagnetici contenuti in alloggiamenti di materia plastica. Reca oltre al nome del costruttore la scritta: “EJA 500”.
Questa cuffia era parte di un ponte di Kohlrausch che comprendeva anche gli strumenti con n° inv. 1535, 1534 e

Reostato a tamburo di Kohlrausch

Questa resistenza a filo, di grande sensibilità e di costruzione particolarmente compatta, fu ideata dal fisico tedesco Wilhelm Friedrich Kohlrausch (1846-1910) nel 1880 e venne da lui utilizzata in uno speciale ponte di misura per determinare la resistenza elettrica degli elettroliti.
Una base di legno reca due staffe nelle quali sono imperniati i semiassi

Bobina di induzione piccola in scatola isolata acusticamente

È una piccola bobina di induzione molto simile a quelle con n° inv.700 e 701. È montata su di una base in legno che contiene il condensatore, ed è munita di un interruttore a martello e di un piccolo commutatore per invertire il senso della corrente nel secondario. La bobina è avvolta su di

Galvanometro a bobina mobile

È un galvanometro a bobina mobile del tipo spesso utilizzato collegato con termocoppie utilizzate per le misure di alte temperature. Lo strumento è montato su di una base di legno munita di un piedino e di due viti calanti ed è racchiuso in una scatola di alluminio recante una bolla di livello. L’equipaggio mobile,

Pile a secco di tipo “T 6”

Sono due pile a secco identiche di tipo T 6 prodotte dalla Siemens & Halske a partire dal 1904. Esse sono analoghe a quelle precedentemente descritte (vedi n° inv. 1161) Sono inserite in una scatola rettangolare di ebanite ricoperta di carta. Superiormente sono sigillate con della pece dalla quale fuoriescono un filo e

Sostegno per esperienze elettriche

È uno stativo recante una coppia di elettrodi utilizzabili per varie esperienze elettriche.
Su di una base di legno è fissato un binario formato da due lastre d’ottone separate da una lamina di ebanite. Su ogni lastra vi è un cursore recante una colonnina verticale sulla quale è fissata un parallelepipedo forato con due manopole

Fantasma magnetico

Dicesi “fantasma” o “spettro magnetico” l’immagine che si ottiene spargendo della limatura di ferro su di un foglio o una lastra di vetro posta in un campo magnetico. La limatura si orienta lungo le linee di forza del campo, permettendo così di visualizzarle.
Il “fantasma magnetico”qui illustrato è stato ottenuto fissando la limatura su di

Interruttore multiplo

E formato da una base circolare di porcellana, chiusa da una scatoletta scatola cilindrica di metallo nero con le scritte «D.R.P. 4A-125V.(4A-250V.» Una manopolina girevole (in una sola direzione) è imperniata su di un asse recante lamine metalliche di contatto e permette di mettere in comunicazione successivamente tre coppie di contatti diametrali muniti di

interruttori Elieson

Sono due interruttori elettrici a muro di tipo Elieson in ebanite. Sono formati da una base circolare.
recante due montanti d’ottone, collegati a una coppia di serrafili, fra i quali, tramite due viti, è imperniato un tubetto basculante che forma la chiave dell’interruttore. Nel suo interno si trova una goccia di mercurio. Essa è sufficiente

Trasformatore industriale riduttore di tensione

È un trasformatore industriale per abbassare la tensione di rete da 15.000 a 110 volt. È racchiuso in una corazzatura metallica nella quale è immerso in un bagno d’olio. Il coperchio è imbullonato e reca un tappo di riempimento. È inoltre munito di un robusto anello tramite il quale si può sollevare il trasformatore

Risonatore di Hertz

Si tratta di un risonatore del tipo ideato dal fisico tedesco Heinrich Hertz (1857-1894) e utilizzato negli anni 1887-1888 nelle ricerche lo portarono alla scoperta sperimentale delle onde elettromagnetiche. Il risonatore venne infatti utilizzato come rivelatore della presenza di onde elettromagnetiche stazionarie.
Lo strumento si compone di un cerchio di filo di rame interrotto i

Quadro di controllo per alimentazione elettrica

Questo quadro di controllo si trovava nel laboratorio di chimica dell’Istituto dove veniva utilizzato per alimentare apparecchiature per esperienze di elettrochimica.
Un tavolo di legno reca una tavola verticale sulla quale sono fissati i vari elementi del quadro. Esso comprende un voltmetro e un amperometro sistema Weston (identici a quelli con n° inv.635 e

Microfono a carbone di Hughes

Questo semplice tipo di microfono a carbone fu ideato dall’inglese Edward David Hughes (1831-1900) verso il 1878. Il suo funzionamento è basato sul contatto imperfetto fra blocchetti di carbone.
L’apparecchio è formato da una scatola di risonanza in legno, aperta su due lati alla quale è fissato un montante verticale. Su di esso sono fissati

pile a secco Leclanché-Gassner

Queste pile sono di tipo Leclanché (vedi n° inv. 496) modificato dal medico tedesco Carl Gassner. Nel 1886 Gassner propose delle pile in cui l’elettrolito era una pasta composta da ossido e cloruro di zinco, cloruro di ammonio, e gesso (brevetti tedeschi 37758 del 1886 e 45251 del 1887).
Le pile qui illustrate sono

barre magnetiche

Sono tre barre magnetizzate identiche recanti alle estremità le lettere S e N indicanti i

Barra magnetica

È una barra magnetica. Ha un foro centrale

Sospensione per l’apparecchio di Wiedemann per le proprietà magnetiche dei sali e delle soluzioni

Questo apparecchio è una parte dello strumento di torsione descritto da Gustav Wiedemann (1826-1899) nel 1865 e da lui utilizzato per studiare le proprietà magnetiche dei sali e delle soluzioni saline. Lo strumento era composto essenzialmente da un filo di torsione verticale al quale era appesa tramite un braccio bilanciato, un’ampolla di vetro. Accanto

Galleggiante galvanico di De La Rive

Lo strumento proposto dal fisico ginevrino Gaspard de la Rive (1770-1834) negli anni Venti del XIX secolo permette di mostrare, in maniera analoga a quello con n° inv. 528, l’azione del campo magnetico terrestre su di un circuito elettrico mobile. De la Rive pensò di ripetere alcune esperienze di Ampère sulle azioni fra correnti

Contatore elettro-cronometrico di Hipp

È un contatore (detto anche un tempo orologio simpatico) da collegarsi ad un orologio pilota (vedi n° inv. 730 e 731) che ad esso invia impulsi elettrici.
Il contatore con cornice e finestra circolare è alloggiato in una scatola di legno munita di sportello. Sullo sportello vi sono alcune scritte a mano (N. 4788) in

valvole termoioniche (triodi)

Si tratta di tre triodi formati da un’ampolla di vetro parzialmente metallizzata internamente montata su di uno zoccolo di materia plastica nel quale sono inseriti i quattro spinotti (di tipo standard) collegati a griglia, placca e filamento. Le valvole recano le seguenti iscrizioni (oltre al nome del costruttore):
a) “4V *MINIWATT* 150V B 406”;
b) “4

Interruttore con lamina vibrante

Si tratta di un cicalino a lamina vibrante, che forse poteva essere utilizzato anche come interruttore.
Una tavoletta di legno reca una basetta in ferro sulla quale, tramite un sostegno angolare, è fissata una coppia di elettromagneti verticali. I loro poli sono posti in corrispondenza di una lamina vibrante d’acciaio inserita nella base.

lampadine a incandescenza Cruto

Sono tre lampadine del tipo ideato dal piemontese Alessandro Cruto (1847-1908) che fu il pioniere italiano dell’illuminazione a incandescenza. Cruto ideò un sistema grazie al quale veniva depositato del carbonio su di un filamento di platino portato ad alta temperatura in un’atmosfera di idrocarburi. Aumentando poi la temperatura il platino veniva volatilizzato lasciando solo

Tubo di Crookes contenente potassa

Questo tipo di tubo fu utilizzato da Crookes per osservare gli effetti di una scarica sulla fluorescenza del vetro in funzione della pressione. È un tubo con ingrossamento bulbare al quale è unita una sezione di diametro minore. Gli elettrodi sono nel bulbo e ad un’estremità del tubo. Nella sezione minore di questo

Relais telegrafico di Bazzi

Lo strumento, benché di costruzione un pò più rudimentale di quello con n° inv. 745, è quasi identico ad esso e funziona esattamente nello stesso

Coherer

È un coherer recante due elettrodi di ottone nichelato muntiti alle estremità di serrafili che sono fissati agli estremi di un sottile tubetto di vetro. Secondo gli inventari è un coherer modello Marconi, a volte detto anche di tipo “marina”. Nel tubetto vi sono tre cilindretti metallici uguali ed equidistanti fra quali si trova

Set di apparecchi telegrafici

Si tratta di un set di apparecchi telegrafi composto dei seguenti elementi.

a) Ricevitore Morse.
Questo tipo di ricevitore, analogo a quello precedentemente descritto, permette di imprimere in rilievo su di un nastro di carta, grazie ad una punta secca, i segnali Morse. L’apparecchio è montato su di una base di legno. Il meccanismo a orologeria

Orologio regolatore elettrico

È un orologio elettrico utilizzato per la trasmissione dell’ora a vari contatori elettrocronometrici. È contenuto in una cassa decorata di legno ebanizzato, con finestra frontale. L’orologio è dotato di un pendolo d’acciaio (2 secondi per andata e ritorno) con compensatore a mercurio, che è contenuto in due provette trattenute da un telaio di ottone.

Lampada a vapori di mercurio con sostegno

È una lampada al quarzo a vapori di mercurio ad alta pressione montata su un sostegno.
Un treppiede di ferro verniciato reca una colonnina telescopica nichelata sulla quale un apposito sostegno inclinabile trattiene la lampada. Un quadrante con vite di fissaggio permette di variarne l’inclinazione. La lampada è formata da un tubo di quarzo ricurvo

Interruttore a tempo

È un piccolo interruttore ad orologeria che permette di chiudere un circuito per un tempo determinato. L’interruttore è racchiuso in scatola cilindrica di metallo verniciato su base circolare di ebanite. Azionando la chiavetta si carica un movimento ad orologeria a molla e contemporaneamente si ruota una lamina che mette in contatto due elettrodi comunicanti

Bobina per esperienze sull’induzione

È un set di tre elementi che vengono utilizzati per alcune esperienze fondamentali relative all’induzione elettromagnetica.

a) Bobina cilindrica di filo grosso con foro longitudinale, montata fra una ghiera d’ottone e da una di fibra (non originale) collegate da due aste pure di ottone. I capi della bobina terminano a due serrafili.
b) Bobina di filo

resistenze a liquido

Tavola di legno verticale sulla quale sono fissati quattro tubi in vetro chiusi da ghiere d’ottone. Quella inferiore reca un serrafili. La ghiera superiore è attraversata da un’asta di rame recante superiormente un serrafili e, all’interno del tubo un disco pure di rame. In origine i tubi erano

Lampadina al neon

È una lampadina al neon simile a quella con n° inv. 800. Il bulbo di vetro è smerigliato e ha un innesto a vite. Come nella precedente, gli elettrodi formano due spirali concentriche. Oltre al nome del costruttore reca la scritta “MEZZA CANDELA” e, sull’innesto il simbolo di corrente alternata e continua e “160

tavole didattiche murali

Sono tre tavole didattiche murali a colori, montate su cartone illustranti vari soggetti relativi all’elettrotecnica. In origine le tavole erano sei.
a) “Tafel I Morsetelegraph”: illustra lo schema di un telegrafo Morse con ricevitore, manipolatore, pile e connessioni di linea.
b) “Tafel III Elektrische Uhr”: illustra lo schema di un orologio elettrico regolatore collegato con una

Regolatore per luce ad arco

Questo tipo di regolatore ad arco fu ideato dal costruttore francese Delueil verso la metà del XIX secolo. Esso permette di avvicinare automaticamente i carboni della lampada evitando lo spegnimento dell’arco.
L’apparecchio è montato su di un tavolino in ghisa con tre piedi e un montante. Il piano del tavolo è in legno e

Amperometro da quadro a bobina mobile

È un piccolo amperometro in scatola di metallo verniciato di nero. La scala, protetta da un disco di bachelite, va da 0 a 5 ampère con divisioni non lineari (diviso da 0 a 1 in 3 suddivisioni e da 1 a 5 ogni 0,2 ampère). È uno strumento a bobina mobile con molla di

Bottiglia di Leida scomponibile

È una bottiglia di Leida scomponibile. Infatti il vaso in vetro, l’armatura esterna e quella interna di ottone possono essere separati. Questo tipo di bottiglia permette di mostrare come il vetro di un condensatore di questo tipo possa mantenere la sua polarizzazione dielettrica.
L’armatura esterna è composta da un vaso di ottone di forma tronco-conica.

Calamita a ferro di cavallo

È una calamita a ferro di cavallo dipinta di vernice rossa. Uno dei bracci era spezzato ed è stato successivamente

Asta di vetro con manico di bosso

È un’asta di vetro (leggermente scheggiata) inserita su di un manico di bosso tornito e usata in semplici esperienze di elettrostatica. Strofinata con un panno o una pelliccia si carica di elettricità positiva (elettricità

Asta di ceralacca

È un’asta di legno ricoperta da uno strato di ceralacca (crepato e scheggiato) da utilizzarsi in semplici esperienze di elettrostatica. Strofinata con un panno o una pelliccia si carica di elettricità negativa (elettricità

Torchietto per lastre radiografiche

Questo torchietto permette di trattenere le lastre radiografiche da impressionare.
È un telaio in legno con cornice in ottone e ricoperto da un lato di cartoncino nero. L’alto lato reca uno sportello apribile, all’interno del quale sono fissate tre lamine metalliche elastiche che permettono di premere la lastra sensibile contro il

Apparecchio di Roiti per l’azione dei solenoidi neutri

Questo apparecchio fu ideato nel 1875 dal fisico italiano Antonio Roiti (1843-1921) per eseguire alcune prove mirate a dimostrare sperimentalmente alcuni teoremi relativi ai fenomeni di induzione elettromagnetica in un solenoide deformabile di forma toroidale. Si tratta secondo la terminologia utilizzata all’epoca di un solenoide neutro che, secondo le parole del Roiti “non esercita

Asta di vetro parzialmente smerigliata

È un’asta cilindrica di vetro la cui superficie è smerigliata per metà. Viene utilizzata per riprodurre un’esperienza proposta dal fisico inglese John Canton (1718-1772) nel 1754. Canton infatti scoprì che il vetro può essere elettrizzato sia positivamente che negativamente. Infatti, strofinando con un panno la porzione liscia dell’asta, questa si carica di elettricità positiva,

Accendino elettrostatico di Clarke e Coates

Questo accendilume proposto da Clarke e Coates nel 1883 (brevetto inglese 5992) funziona tramite una minuscola macchina elettrostatica a cilindro il cui funzionamento è identico a quella di Voos (vedi n° inv. 443).
L’apparecchio è formato da un manico di ebanite sormontato da un tubo di latta nichelata sulla sommità della quale sono praticate

Asta di ebanite

È un’asta di ebanite utilizzata per esperienze di elettrostatica. Strofinata con un panno o una pelliccia si carica di elettricità negativa (elettricità

aste di zolfo

Sono tre aste cilindriche di zolfo (riparate e con scheggiature) da utilizzarsi in semplici esperienze di elettrostatica. Strofinate con un panno o una pelliccia si caricano di elettricità negativa (elettricità

Apparecchio del Bartoli per dimostrare un teorema sull’induzione elettrostatica (incompleto)

Questo apparecchio per dimostrare un teorema dell’elettrostatica fu proposto nel 1883 dal fisico italiano Adolfo Bartoli (1851-1896). Questo teorema afferma che la carica indotta dal conduttore A (collegato ad esempio ad una pila) a quello B (collegato a terra) è uguale quella indotta dal conduttore B (dopo essere stato isolato) su A (a sua

Apparecchio di Davy per la rotazione elettromagnetica dei liquidi

Questo semplice apparecchio, che fu descritto nel 1823 dal fisico e chimico britannico Humphrey Davy (1778-1829), permette di osservare l’azione di un campo magnetico su di un liquido percorso da una corrente.
Lo strumento è formato da una vaschetta di legno, dipinta internamente di ceralacca, nella quale spuntano due elettrodi metallici collegati ad una coppia

Lampada a vapori di mercurio

È una lampada a vapori di mercurio ad alta pressione come quella con n° inv. 444.
È formata da un tubo in quarzo con bracci trasversali muniti da alette di raffreddamento in alluminio trattenute da un telaietto di ferro smaltato. Gli elettrodi che penetrano nel tubo sono collegati a fili isolati con perline di ceramica

Asta di ottone con manico di vetro

È un’asta di ottone fissata ad un manico isolante in vetro. Viene utilizzata per mostrare che anche un buon conduttore di elettricità come un metallo può essere elettrizzato per strofinìo (ad esempio con una pezza di seta) quando è opportunamente

Freno elettromagnetico Pasqualini (modello A)

Il freno elettromagnetico, ideato nel 1892 dall’ingegnere italiano Luigi Pasqualini (1859-1943), rappresenta un’applicazione pratica dei fenomeni dovuti alle correnti di Foucault. Esso funziona in effetti con lo stesso principio dello strumento con n° inv.620 e viene utilizzato come freno dinamometrico per misurare la potenza sviluppata da un motore.

Pirometro termoelettrico

Descrizione: Data: 1905 circa Autore: firmato dall’Ing. Santarelli Misure: Pinza: lunghezza 1175; strumento: larghezza 285, profondità 143, altezza 150 mm

eudiometri

L’eudiometro a scintilla, ideato da Alessandro Volta negli anni Settanta del XVIII secolo, è uno strumento che permette di ottenere la combinazione di due o più gas tramite l’azione di una scintilla elettrica.
I due semplici eudiometri qui illustrati sono formati da un tubo in vetro recante una coppia di piccoli elettrodi di platino e

Relais polarizzato

Questo relais, che viene utilizzato come quelli con n° inv. 740, 741, 744 e 745, è montato su tavoletta in legno con anelli per appenderla verticalmente. Su di un telaio in ferro è fissata una calamita a ferro di cavallo con un braccio più corto dell’altro. Sul braccio più lungo della calamita è inserito

Lampadina a incandescenza

È una lampadina a incandescenza con zoccolo a vite di tipo Edison. Il filamento di carbone è a spirale. Sul bulbo (annerito internamente) è incisa la scritta “16

tubi a valvole di Holtz

Sono due tubi a valvole del tipo descritto nel 1867 dal fisico tedesco Wilhelm Theodor Holtz (1836-1913).
Ognuno di essi è formato da due ampolle munite di elettrodi e collegate da una coppia di tubi paralleli. In essi sono saldate, lungo l’asse, quattro valvole imbutiformi orientate in direzioni opposte. I tubi sono quasi identici. Quattro

ampolle con elettrodi e rubinetti

Queste due apparecchi identici sono del tipo utilizzato dal fisico tedesco Gustav Wiedemann (1826-1899) per varie esperienze relative al passaggio dell’elettricità nei gas rarefatti tra cui quelle relative all’effetto calorifico delle scariche.
Le ampolle recano due tubetti diametrali di cui uno è munito di un rubinetto. Un elettrodo la cui estremità è inserita in un

Tubo di Hittorff con “vuoto perfetto”

Questo tipo di tubo fu descritto nel 1869 dal fisico tedesco Wilhelm Hittorff (1824-1914) per mostrare come, in un vuoto assai spinto (all’epoca detto impropriamente «perfetto»), la scarica elettrica non riesce a passare. Per ottenere un buon vuoto l’aria del tubo veniva prima disseccata con acido fosforico, poi il tubo veniva sottoposto all’azione della

Tubo di Geissler

È un grosso tubo di Geissler con cinque bulbi. Il tubo, munito di elettrodi alle sue estremità è diviso internamente in tre sezioni perché nel secondo e nel quarto bulbo sono saldate due ampolle di vetro.
Con esso è possibile dimostrare che la scarica ad alta tensione attraversa il tubo anche se la sua parte

Valvola termoionica di tipo R

La valvola a tre elettrodi detta triodo o audion fu ideata nel 1906 dal fisico statunitense Lee de Forest (1873-1961). Modificata e migliorata in innumerevoli modelli, il triodo fu uno dei più importanti organi elettronici nei primi decenni del secolo e venne utilizzato in numerosissimi apparecchi come amplificatore, rivelatore, raddrizzatore, oscillatore ecc. Il triodo

Tubo di Geissler con liquidi fluorescenti

È un tubo di Geissler terminante con due bulbi nei quali sono inseriti gli elettrodi. Il tubo è composto da due sezioni separate attraversate da un capillare sinusoidale. Lo spazio fra quest’ultimo e il tubo è riempito di due diversi liquidi fluorescenti che si illuminano di colori diversi al passaggio di una scarica

Tubo di Geissler con polveri fosforescenti

È un tubo di Geissler munito di elettrodi terminali e diviso in quattro sezioni contenenti polveri fosforescenti diverse. Le sezioni comunicano tramite capillari. Una scarica elettrica che attraversa il tubo eccita la fosforescenza delle

Tubo di Geissler con bulbi e liquidi fluorescenti

È un tubo di Geissler formato da tre bracci paralleli recanti alle due estremità dei bulbi nei quali penetrano gli elettrodi. I due bracci esterni sono muniti di cinque ampolle di cui tre sono di vetro fluorescente all’uranio. La sezione centrale è composta da un tubo capillare sinusoidale all’interno di un tubo di diametro

tubi di Geissler

Sono due tubi di Geissler con due ampolle piriformi alle estremità nelle quali penetrano gli elettrodi e con un ingrossamento bulbare al centro. Il tubo b) ha un apice spezzato e manca di un

Scala di Cross

Questo apparecchio, detto «scala di Cross» dal nome del fisico statunitense Charles Robert Cross (1848-1921), che lo propose alla fine del XIX secolo, è composto da una serie di tubi nei quali è possibile osservare scariche elettriche a diverse pressioni.
Si compone di un telaio di legno verniciato di nero che sostiene verticalmente sei tubi

Tubo a raggi X

I raggi X furono scoperti dal fisico tedesco Conrad Röntgen (1845-1923) nel 1895. Nei primi tempi essi furono generati grazie a tubi di forma e tipo diverso, molti dei quali erano assai simili a quelli di Crookes e di Geissler.
Il tubo qui illustrato (del tipo «focus») è di vetro leggermente violaceo recante tre elettrodi.

Valvola dimostrativa per l’effetto Edison

Questa rudimentale valvola termoionica, probabilmente costruita nel gabinetto dell’istituto, viene utilizzata per mostrare l’effetto scoperto dall’inventore americano Thomas A. Edison (1847-1931) verso il 1880. Edison fece questa scoperta studiando le cause che provocavano l’annerimento del bulbo delle lampadine a filamento di carbone. Egli notò che aggiungendo all’interno di una lampadina una placca, fra essa

Tubo a raggi X bifocale

Questo tipo di tubo a doppio catodo fu descritto e brevettato dal fisico Elihu Thomson (1853-1937) nel 1896, anche se tubi simili erano già stati proposti sia da Crookes (per le sue esperienze sulla materia radiante) che da Röntgen.
In un’ampolla piriforme sono inseriti diametralmente due elettrodi con dischetti concavi. Un terzo elettrodo protetto da

Tubo di Crookes con croce di Malta

Questo tubo fu proposto da Crookes per dimostrare come quella da cui definita «materia radiante» si propaghi in modo rettilineo.
Il tubo è in realtà formato da un’ampolla piriforme orizzontale inserita tramite un tubetto verticale in una base di legno tornito zavorrata con un anello di piombo. L’ampolla ha due elettrodi: uno (a disco)

Tubo di Crookes con mulinello

Questo tipo di tubo a scarica fu utilizzato da Crookes per mostrare gli effetti meccanici della «materia radiante».
Il tubo, posto orizzontalmente su di una basetta di legno nero, reca due espansioni trasversali nelle quali penetrano gli elettrodi. Essi sono formati da un’asticella ricurva terminante con un dischetto metallico e sono inseriti in tubetti in

Ampolla a scarica

Questo ampolla, munita di tubo verticale infilato in una base di legno tornita, reca due elettrodi che in origine erano paralleli (uno di essi è oggi incurvato). Essa è simile alle ampolle a vuoto proposte da Hittorff per studiare le caratteristiche delle scariche elettriche nel vuoto

Tubo a scarica

In una base di legno tornita è inserito un tubo di vetro recante un’ampolla cilindrica. In essa penetrano lateralmente due elettrodi sovrapposti formati da anelli di alluminio di diametri diversi. Era probabilmente utilizzato per osservare i movimenti di una scarica sotto l’azione di un campo

Tubo con sostegno per la rotazione della scarica nel vuoto

Questo tipo di tubo proposto dal costruttore tedesco di strumenti Heinrich Geissler (1815-1879), rappresenta la semplificazione di un apparecchio originalmente ideato dal fisico svizzero Auguste De La Rive (1801-1873) per simulare l’aurora boreale. Esso permette di mostrare come una scarica elettrica in un gas rarefatto venga posta in rotazione sotto l’influenza di un campo

Tubo di Crookes con minerale fluorescente

È un tubo di Crookes assai simile a quello con n° inv. 789. Un’ampolla ellissoidale è munita di due espansioni polari nelle quale penetrano gli elettrodi. Un’espansione inferiore è inserita in una base tornita di legno ebanizzato. Una scarica all’interno del tubo eccita la fluorescenza dei frammenti di minerale in esso

Tubo di Geissler con minerale fluorescente

Una base tornita di legno ebanizzato zavorrata con un anello di piombo sostiene un tubo verticale. All’interno di questo, tramite un sostegno di vetro, è trattenuto un minerale fluorescente. Un elettrodo con piattello è inserito verticalmente nella sommità del tubo, mentre un secondo elettrodo ad anello è inserito orizzontalmente presso la base e circonda

Tubo a raggi X con sostegno

Questo tubo a raggi X ionico è simile al tubo prodotto verso il 1910-12 dalla ditta tedesca Gundelach e detto Moment Rohr.
Nell’ampolla penetra un anodo formato da un tubo di ferro sormontato da un cilindro di rame tagliato diagonalmente sul quale è fissata una piastrina di tungsteno. L’anodo è inserito in un tubo di

Tubo di Geissler (fontana di Gassiot)

Questo tubo del tipo costruito dal soffiatore di vetri e costruttore di strumenti in vetro Heinrich Geissler (1815-1879) è inserito su di una base tornita di legno ebanizzato. È formato da un’ampolla nella quale sono inseriti gli elettrodi. All’interno è saldato un calice di vetro fluorescente all’uranio nel quale penetra una piccola serpentina.
Collegando gli

Ricevitore Marconi per telegrafia senza fili

Questo tipo di ricevitore per telegrafia senza fili fu utilizzato da Guglielmo Marconi (1874-1943) in varie esperienze di telegrafia senza fili nel 1897-98.
L’apparecchio è montato su di una tavola di legno e comprende i seguenti elementi.
a) Coherer di tipo Marconi. Il coherer è formato da un tubetto di vetro parzialmente evacuato (tramite un’espansione chiusa

tubi di Plücker su sostegno

Questi tubi utilizzati per produrre scariche elettriche nei gas rarefatti per osservazioni spettroscopiche sono del tipo proposto dal fisico tedesco Julius Plücker (1801-1868) e costruito dal soffiatore di vetro Heinrich Geissler (1815-1879) a partire dalla metà degli anni Cinquanta del XIX secolo. Essi sono formati da due ampolle allungate nelle quali sono saldati gli

Apparecchio dimostrativo per telegrafia senza fili sistema Braun

L’apparecchio, puramente dimostrativo, rappresenta il sistema di telegrafia senza fili proposto nel 1898 dal fisico tedesco Ferdinand Braun (1850-1918). Esso si compone di un trasmettitore a scintilla e di un ricevitore a coherer. La particolarità del sistema Braun, per rapporto al primo sistema utilizzato da Marconi, è quella di utilizzare nel trasmettitore due circuiti

coherer a limatura metallica

I fenomeni relativi alla conducibilità delle polveri metalliche furono oggetto di numerose indagini durante il XIX secolo: fra esse ricordiamo quelle di Temistocle Calzecchi-Onesti (1853-1922) spesso considerato in Italia l’inventore del coherer a limatura. Fu però il fisico francese Edouard Branly (1844-1940) a scoprire verso il 1890 che la resistenza di una polvere metallica

Ricevitore per telegrafia senza fili

È un apparecchio ricevitore per telegrafia senza fili montato su di una tavola di legno composto dai seguenti elementi:
a) Bobina di accordo di tipo Oudin a due cursori indipendenti. La bobina è montata fra guance di legno recanti due barre d’ottone longitudinali recanti 28 divisioni sulle quali scorrono i cursori con lamina di contatto.

Campanello elettrico

E un campanello elettrico montato verticalmente su di un telaio di legno. Lo strumento è su di una tavoletta recante due elettromagneti. Davanti ai loro poli si trova un’ancora mobile fissata da una lamina metallica elastica e recante il batacchio. La lamina tocca una vite di contatto collegata ad un serrafili, mentre un secondo

Apparecchio di Koenig per lo studio della differenza di fase nelle correnti telefoniche

Questo apparecchio, utilizzato per studiare la differenza di fase fra le vibrazioni di due membrane telefoniche, fu proposto dal costruttore di strumenti Rudolph Koenig nel 1879.
Lo strumento si compone di due elementi identici. Ognuno di essi è formato da un sostegno di legno con vite e madrevite a farfalla recante un diapason marcato

Apparecchiature per l’esperienza dell’arco cantante

Questo set di apparecchi permette di ripetere le esperienze proposte a partire dal 1898 dal fisico tedesco Hermann T. Simon (1870-1918) e relative all’”arco cantante”. Esse permettono di mostrare come un arco elettrico possa agire in un apposito circuito sia come ricevitore che come trasmettitore telefonico.
Il set comprende:
a)Una lampada ad arco in ottone ossidato.

Detector magnetico Marconi di II tipo

Questo strumento, utilizzato in telegrafia senza fili come rivelatore di onde elettromagnetiche, fu brevettato da Guglielmo Marconi nel 1902 (brevetto inglese 10245 del 1902). Si tratta di un detector a isteresi magnetica nel quale la magnetizzazione di un materiale ferromagnetico viene modificata dal campo oscillatorio prodotto in un trasformatore dalle correnti d’antenna. Lo

Oscillatore

In questo tipo di oscillatore le scintille scoccano in un liquido. Questo accorgimento fu proposto dai fisici svizzeri Lucien de la Rive (1834-1924) e Edouard Sarasin (1843-1917) che nel 1892 utilizzarono come liquidi dielettrici l’olio d’oliva, l’essenza di trementina e il petrolio. Con questo sistema Sarasin e De La Rive produssero effetti più intensi

commutatori svizzeri

Questo tipo di commutatore, detto svizzero (o a volte alsaziano), permette di cambiare in modo rapido e semplice le connessioni fra fili diversi (linea, pile, manipolatore, suoneria ecc.) di una postazione telegrafica. I commutatori qui descritti vengono utilizzati per due coppie di tre fili ognuna. I due apparecchi sono identici.
Su di una base di

porzioni di cavi telegrafici sottomarini

a) cavo isolato da una guaina esterna, cavi di ferro e conduttore di rame singolo centrale isolato;
b) 5 conduttori in rame isolati all’interno di altrettanti cavi in ferro al centro dei quali vi è un’anima in legno;
c) 3 conduttori di rame isolati al centro di cavo in ferro;
d) 5 conduttori di rame isolati al

telefoni di Bell

Sono due telefoni identici del tipo proposto, verso il 1875, dall’inventore americano Alexander Graham Bell (1847-1922). In realtà, se il sistema elettromagnetico descritto in questo telefono è del tipo Bell, il tubo con il padiglione in legno che viene tenuto in mano durante la conversazione è del tipo dovuto a John Peirce.
Sono formati da

Microfono

È un microfono trasmettitore di costruzione assai semplice che fondamentalmente è del tipo proposto da Philipp Reiss (1834-1874) all’inizio degli anni Sessanta del XIX secolo. L’apparecchio è costituito essenzialmente da un’imboccatura di bosso nella quale è inserita una membrana metallica. Una vite di contatto imperniata in un’asta trasversale tocca il centro della membrana. Il

Microfono a carbone

È un microfono del tipo a carbone. Si compone di un padiglione di ottone nichelato, montato su di una scatola cilindrica in ottone. In essa è posta una membrana metallica dorata sulla quale è fissato un contenitore cilindrico di feltro contenente polvere di carbone. La polvere è in contatto con un cilindro traforato di

Galvanoscopio telegrafico

Si tratta di un galvanoscopio utilizzato per verificare il passaggio della corrente nelle linee telegrafiche. Questo tipo di galvanoscopio venne introdotto dalle Poste Imperiali tedesche a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso.
Lo strumento è montato su di una base di legno in un alloggiamento d’ottone munito di finestrella di vetro frontale. L’equipaggio mobile,

trasmettitori e di ricevitori telefonici di Righi

Nel 1878 il fisico bolognese Augusto Righi (1850-1920) presentava il suo modello di telefono all’Accademia delle Scienze di Bologna. Questo telefono, sebbene abbia avuto una diffusione assai limitata, permise con successo di trasmettere la voce fra Bologna e Ferrara.
I ricevitori sono composti da una basetta in legno sulla quale è montato un padiglione verticale

Parafulmine telegrafico

Questo tipo di parafulmine come quello con n° inv. 726 permette di proteggere le apparecchiature telegrafiche dalle scariche elettriche atmosferiche e dalle sovratensioni da esse prodotte.
Lo strumento, montato su di una base di legno, reca una barretta d’ottone con serrafili munita di sei viti orizzontali munite di punta acuminata e di serrafili doppio. Questa

Relais galvanometrico

Questo relais utilizzato in telegrafia senza fili è essenzialmente un galvanometro a bobina mobile Depretz-D’Aronval (vedi n° inv. 462).
Lo strumento è montato su di una base circolare in legno ed è protetto da una scatola cilindrica di ottone chiusa superiormente da un disco di vetro. Sulla base sono fissati tre magneti permanenti circolari e

Relais telegrafico

Il relais (detto un tempo anche “soccorritore”) è un semplice apparecchio che permette di ovviare al problema dato da correnti troppo deboli (ad esempio per la lunghezza delle linee) e perciò insufficienti ad azionare gli organi elettromeccanici dei ricevitori telegrafici. L’introduzione dei relais lungo una linea permette perciò di incrementare di molto la distanza

Campanello telegrafico

Questo campanello veniva utilizzato per richiamare l’attenzione del telegrafista prima di inviare un messaggio telegrafico.
È contenuto in una scatola di legno sulla quale è posta la campana. All’interno su di un telaietto di ottone sono fissati due elettromagneti verticali. Il batacchio del campanello è solidale con un’ancora mobile sotto gli elettromagneti. Esso tocca una

Relais telegrafico di Hipp

Come l’apparecchio con n° inv. 741, anche questo relais, ideato nel 1852 dal costruttore svizzero di strumenti Matthaeus Hipp (1813-1893), viene utilizzato in telegrafia.
Su di una base di legno si trova una coppia di elettromagneti verticali i cui capi sono collegati ad una copia di serrafili. Una colonnina di ottone cava reca una staffa

Modello didattico di radioricevitore Ultradina a 8 valvole

Su di una tavola di legno è fissata una lastra di materia plastica sulla quale a vista sono montati gli elementi e i circuiti di un radioricevitore ultradina a 8 valvole di tipo “SIMPLEX”. In questo tipo di apparecchi, la ricezione avviene tramite la sovrapposizione di due frequenze: quella dell’onda ricevuta e quella di

apparecchi telefonici

Sono due apparecchi telefonici identici di modello “Pasquet” montati su tavolette di legno. La membrana del trasmettitore è formata da un sottile disco di legno. Dietro di esso un piccolo alloggiamento, pure in legno, trattiene due cilindretti di carbone inseriti in tre blocchetti dello stesso materiale. I microfoni, appesi ad un gancio che

Telegrafo ad ago di Wheatstone

Questo tipo di telegrafo proposto dal fisico inglese Charles Wheatstone (1802-1875) verso il 1840 (e brevettato nel 1845) rappresenta una semplificazione del telegrafo ad aghi multipli brevettato da Wheatstone ideato verso il 1836 e da William Fothergill Cooke (1806-1879).
Fu utilizzato soprattutto in Inghilterra. Esso permette di trasmettere e di ricevere messaggi tramite i movimenti

commutatori di Dujardin

Questi tre commutatori, che permettono di invertire il senso della corrente in un circuito, sono del tipo proposto nel 1843 dal medico e inventore francese Pierre Antoine Joseph Dujardin (1809-1886).
Su di una base di legno sono imperniate due aste mobili di rame collegate da un’asta di legno trasversale trattenuta da una lamina elastica di

Interruttore a pendolo

Una base di legno reca una tavola verticale. Ad essa è sospeso, tramite due laminette d’acciaio, un pendolo d’ottone con vite per la regolazione della posizione della lente. Nell’asta quadrangolare del pendolo è inserito (in un foro con vite di fissaggio) un filo metallico elastico. Il sostegno del pendolo è collegato ad un serrafili

Interruttore a pendolo

Una base di legno reca una tavola verticale sulla quale è montato un pendolo formato da un’asta di legno con lente d’ottone appeso a due lamine elastiche. La sommità del pendolo reca una piccola traversa nella quale sono inserite due viti platinate. Nel movimento del pendolo esse innalzano alternativamente una coppia di lamine metalliche

Ricevitore telegrafico Morse (modello Reichspost)

Questo tipo di ricevitore telegrafico scrivente per segnali Morse fu utilizzato dalle Poste Imperiali tedesche a partire dagli anni Settanta del XIX secolo.
Lo strumento è montato su di una scatola piatta di legno recante un cassetto nel quale, avvolto intorno ad una ruota, si trova il nastro di carta. Una puleggia di bosso convoglia

Orologio elettrico di Hipp

Questo tipo di orologio elettrico fu ideato dal costruttore svizzero di strumenti scientifici Mattheus Hipp (1813-1893) e fu molto diffuso.
L’orologio è contenuto in scatola di legno con finestra anteriore in vetro. Il quadrante smaltato reca cifre romane e le lancette (ore e minuti) sono del tipo Breguet. Il pendolo, al quale è fissata una

Manipolatore per telegrafo a quadrante Breguet

Questo telegrafo, ideato dal costruttore francese di strumenti scientifici Louis Breguet (1804-1883) verso la fine degli anni Quaranta dell’Ottocento, fu molto utilizzato soprattutto in Francia sia dall’amministrazione postale che dalle compagnie ferroviarie. Si tratta di un telegrafo a quadrante grazie al quale lettere, numeri e simboli che compongono un messaggio sono indicati da una

Ricevitore telegrafico di Foy e Breguet

Questo telegrafo, del tipo proposto dal costruttore Louis Breguet (1804-1883) e dall’amministratore in capo dei servizi telegrafici Alphonse Vincent Foy (1796-1888), fu utilizzato essenzialmente in Francia dal 1842 per circa un decennio. Esso permette di trasmettere messaggi utilizzando segnali analoghi a quelli del telegrafo ottico Chappe. In questo modo, in un’epoca in cui

Ricevitore telegrafico a quadrante di Breguet

Il ricevitore telegrafico Bréguet è racchiuso in una scatola di legno sulla base della quale ci sono due serrafili. La parte anteriore di essa reca, dietro un disco di vetro, un quadrante circolare portante i numeri da 0 a 25 e le lettere dell’alfabeto oltre al segno “+”. All’interno dell’apparecchio si trovano due elettromagneti

Bobina di induzione (grande modello)

Si tratta di una grande bobina di induzione di tipo tedesco. Essa è sostanzialmente una bobina di Ruhmkorff dal design migliorato.
La base è formata da una grossa scatola rettangolare in legno che porta due montanti verticali. In essa è occultato il condensatore di Fizeau le cui armature sono collegate a due serrafili.

Cronografo elettrico di Wundt

Questo tipo di cronografo, capace di registrare impulsi elettrici e di misurarne la durata sino ad un minimo di 1/10.000 di secondo, fu proposto dal fisiologo tedesco Wilhelm Max Wundt (1832-1877).
L’apparecchio è montato su di un solido tavolo in legno munito di cassetto ed è protetto da una vetrinetta. Il cronografo è montato

Interruttore elettrolitico di Wehnelt

Questo tipo di interruttore elettrolitico, ideato dal fisico tedesco Artur Wehnelt (1871-1944) nel 1899, fu molto utilizzato all’inizio del XX secolo per produrre le correnti intermittenti necessarie ad alimentare il primario di grosse bobine di induzione. Sprovvisto di parti mobili e perciò di costruzione assai più semplice degli interruttori a turbina o a motore,

Trasformatore ad alta frequenza di Oudin

Questo apparecchio permette di ottenere correnti ad alta tensione (~105 Volt) e ad alta frequenza (~105-106 Herz) capaci di produrre spettacolari scariche ed effluvi elettrici. Apparecchi di questo tipo, che rappresentano una modifica dei trasformatori di Tesla e di Elster e Geitel (vedi NN. 703 e 711), erano utilizzati sia per mostrare gli effetti

Rocchetto di Rhumkorff

Si tratta di un modello grande della classica bobina di induzione perfezionata dal costruttore Ruhmkorff (vedi n° inv. 721).
L’apparecchio è montato su di una base di legno contenente un condensatore di Fizeau a fogli di stagnola e di carta paraffinata; le sue armature comunicano con due serrafili. Gli avvolgimenti primario e secondario (il

Accessori per le esperienze di Tesla

Questi accessori vengono utilizzati con i trasformatori di Tesla (vedi n° inv. 711) per varie esperienze relative ai fenomeni delle correnti ad alta tensione e alta frequenza.

a) Bobina (diam. 280) di 5 spire di grosso filo isolato i cui capi terminano a due serrafili collegati ad un portalampada su base di legno. La lampadina

Interruttore centrifugo a mercurio

Si tratta di un apparecchio per interrompere rapidamente e periodicamente la corrente che serve ad alimentare il primario delle bobine di induzione. Esso era utilizzato soprattutto nelle installazioni per la produzione di raggi X.
Un sostegno in legno reca verticalmente la tavola sulla quale è montato l’interruttore. Il sostegno fu costruito per portare

Interruttore di Deprez

Questo interruttore per bobine di induzione fu proposto dal fisico francese Marcel Deprez (1843-1818) nel 1881. L’apparecchio qui illustrato ha la particolarità di poter essere applicato direttamente, tramite un apposito anello, sull’estremità del nucleo della bobina.
L’anello è munito di una basetta sulla quale è fissata una lastrina d’ottone la cui posizione può essere modificata.

Trasformatore di Tesla

Questo tipo di trasformatore fu ideato verso il 1890 dal fisico americano di origine serbocroata Nikola Tesla (1857-1943), che fu fra i pionieri nelle ricerche sulle oscillazioni elettriche ad alta tensione e che rivestì un ruolo di primaria importanza nello sviluppo della tecnologia relativa alla produzione, alla distribuzione e alla utilizzazione delle correnti polifase.

Trasformatore di Tesla modificato da Elster e Geitel

Questo trasformatore fu proposto nel 1895 dai fisici tedeschi Julius Elster (1854-1920) e Hans Friedrich Geitel (1855-1923) Esso è un trasformatore di tipo Tesla (vedi n° inv. 711) modificato, utilizzato in un circuito oscillante comprendente delle bottiglie di Leida e uno spinterogeno, per ottenere alte tensioni ad alta frequenza (sino a 1 megahertz circa).
Su

Interruttore a getto di mercurio

Si tratta di un apparecchio utilizzato per interrompere rapidamente e periodicamente la corrente che serve ad alimentare il primario delle bobine di induzione. Questo tipo di interruttore fu proposto verso la fine del XIX secolo dal costruttore berlinese di strumenti scientifici Max Levy (1869-?). L’apparecchio qui illustrato presenta qualche piccola modifica rispetto a quello

Slitta di Du Bois-Raymond

Questo apparecchio è essenzialmente una bobina di induzione appositamente ideata per ricerche in elettrofisiologia e ampiamente utilizzata anche in elettroterapia. È detto slitta di Emil Du Bois-Raymond (1818-1896), dal nome del fisico e fisiologo tedesco che la propose a partire dalla seconda metà degli anni Quaranta del XIX secolo. Questo tipo di apparecchio fu

Bobina di induzione (piccolo modello)

È una piccola bobina di induzione montata su una base in legno contenente il condensatore di Fizeau. Il semplice interruttore è del tipo a martello con vite di contatto e di regolazione. Il primario è collegato a due serrafili e il secondario è munito anch’esso di serrafili recanti due elettrodi ricurvi muniti di

Bobine di Helmholtz

Questo tipo di bobina, fu proposto dal fisico e fisiologo tedesco Hermann von Helmholtz (1821-1894) nel 1849 e permette di generare nello spazio fra di esse e in vicinanza del loro asse un campo magnetico omogeneo. Per questa proprietà le bobine di Helmholtz furono utilizzate in molti strumenti come ad esempio galvanometri di precisione.
Su

Apparecchio di Lecher per le onde elettriche nei fili

Questa apparecchiatura fu ideata nel 1890 dal fisico austriaco Ernst Lecher (1856-1926) per generare onde elettromagnetiche lungo fili paralleli. È composta dai seguenti elementi:

a) Due treppiedi in ghisa recanti un corto binario di legno trattenuto da una vite a farfalla. Su ognuno di essi è fissata una colonnina verticale di ebanite recante un disco

Bottiglie sintoniche di Lodge

Questo strumento fu proposto dal fisico inglese Oliver Lodge (1851-1940) nel 1889 e permette di dimostrare in modo spettacolare il fenomeno di risonanza fra due circuiti oscillanti accoppiati.
L’apparecchio è formato da due elementi:

a) Bottiglia di Leida cilindrica con armature di stagnola e base d’ottone. Il conduttore che penetra al suo interno è zavorrato con

Tubo di Braun e sostegno con elettromagneti

Il tubo a raggi catodici, derivante dai vari tipi di tubi a scarica sviluppati nella seconda metà del XIX secolo, e antesignano dei tubi per oscilloscopi e degli iconoscopi televisivi, fu ideato nel 1897 dal fisico tedesco Ferdinand Braun (1850-1918). Il tubo di Braun, successivamente migliorato, si rivelò uno strumento essenziale per visualizzare,

Oscillatore e rivelatore per esperienze sulle onde elettriche

Questi apparecchi è una versione ridotta di quelli utilizzati dal fisico tedesco Heinrich Hertz nel 1888 per studiare la propagazione delle onde elettromagnetiche.
Esso è composto da:

a) Oscillatore con riflettore. Una parabola di latta è trattenuta da un telaio in legno munito di piedini di ghisa. Due tubi di ebanite nei quali corre un filo

Oscillografo di Duddell (Tipo II)

A partire dagli ultimi anni del XIX secolo, l’elettrotecnico inglese William D. Duddell (1872-1917) elaborò vari modelli di oscillografi con equipaggio bifilare, sistema già proposto nel 1893 dal fisico francese André Blondel (1863-1938). Questi strumenti, combinati con un sistema di registrazione fotografica, possono fornire le curve indicanti l’andamento temporale di grandezze elettriche quali corrente

Criptoscopio (fluoroscopio)

Questo strumento viene utilizzato in radioscopia in maniera analoga a quello con n° inv. 677.
È formato da un telaio in legno chiuso da una finestra di vetro sotto la quale si trova uno schermo fluorescente al platinocianuro di bario (?). Il retro dello schermo è ricoperto da una tela nera moiré. L’oggetto in esame,

Shunt

Lo shunt è una resistenza di valore piccolo da collegare in parallelo con un galvanometro o con un amperometro quando la corrente da misurare è più grande del valore massimo ammesso dallo strumento. La corrente del circuito in cui è inserito il galvanometro viene dunque suddivisa in modo tale che la maggior parte di

Schermo fluorescente

È un piccolo schermo in vetro ricoperto di sostanza fluorescente (platinocianuro di bario?) racchiuso in un telaietto di legno con fondo di cartone nero con due sportelli incernierati internamente ricoperti di feltro

Lampadina ad incandescenza con sostegno

Su di una base in legno tornito è inserito un cilindretto di bosso con una molla e due ganci collegati ad una coppia di serrafili. La lampadina, come quella precedentemente descritta, ha un filamento di carbone (?) a U rovesciata collegato con due fili metallici terminanti esteriormente con due anellini. La lampadina viene trattenuta

Generatore bifase e motore bifase con accessori secondo Braun

Questo set di apparecchi didattici proposto dal fisico tedesco Ferdinand Braun (1850-1918) permette diverse dimostrazioni relative alla produzione, alla trasmissione e all’utilizzazione delle correnti bifasi. Il sistema è composto dai seguenti elementi:
a) generatore su base di legno, con telaio verticale avente apertura circolare. In essa è montato lo statore (indotto) formato da due avvolgimenti

Apparecchio per dimostrare il principio del motore asincrono

Questo semplice strumento, che rappresenta in effetti la dimostrazione inversa a quella del disco di Arago (vedi n° inv. 487), permette di mostrare come un cilindro conduttore posto in un campo magnetico rotante venga trascinato dal movimento di quest’ultimo e si metta a girare.
Una base di legno reca un’asta di ottone verticale nella quale

Criptoscopio

Questo apparecchio è un visore per radioscopia, permette cioè di compiere osservazioni dirette ai raggi X.
È formato da una scatola piramidale in legno alla quale è fissato (tramite due viti a manopola) uno schermo in legno recante internamente un foglio impregnato di platinocianuro di bario. La scatola è munita di manico e di una

Motore magnetoelettrico di Taylor

Questo tipo di motore magnetoelettrico ad attrazione fu brevettato nel 1839 dall’inglese William H.Taylor che, in una dimostrazione nell’anno successivo, lo presentò al pubblico (brevetto inglese 8255 del 2 novembre 1839).
Un telaio in legno reca tre grossi elettromagneti a ferro di cavallo, trattenuti da staffe in ferro. Il rotore, i cui assi sono imperniati

Modello di motore a campo rotante di Ferraris

Nel 1885 l’elettrotecnico italiano Galileo Ferraris (1847-1897), scoprì il principio del campo magnetico rotante e ne dimostrò la validità realizzando un piccolo motore di cui questo modello didattico è una fedele riproduzione.
L’apparecchio, montato su base di legno, reca due telai rettangolari e perpendicolari fra loro. Su di essi sono avvolte due bobine di

Macchina dinamoelettrica di Wheatstone

Questo tipo di generatore dinamoelettrico fu proposto dal fisico inglese Charles Wheatstone (1802-1875) nel 1867. Esso rappresenta un notevolissimo miglioramento rispetto ai generatori precedenti in quanto è una delle primissime macchine autoeccitanti. Uno dei problemi delle prime macchine dinamoelettriche – nelle quali, contrariamente a quelle magnetoelettriche, il campo magnetico era generato da elettromagneti,

Lampada ad arco

È una lampada ad arco con movimento manuale del tipo utilizzato come sorgente luminosa per apparecchi da proiezione.
Una basetta di legno con tre colonnine d’ottone sostiene una piastra di metallo. Su di essa, tramite una manopola di fibra solidale ad un asse filettato, scorre orizzontalmente una seconda piastra sulla quale è avvitata una tavoletta

Forno ad arco di Ducretet

Nel 1893 il costruttore francese di strumenti scientifici Eugène Ducretet (1844-1915) propose un nuovo tipo di forno ad arco, da utilizzarsi per esperienze da laboratorio (riduzione di ossidi, fusione ed ebollizione di metalli ecc.).
Il forno è formato da un contenitore a sezione esagonale di mattone refrattario fissato ad un tavolino di ardesia montato su

Motore elettrico

È un motore elettrico monofase in cui l’induttore (formato da due elettromagneti) è collegato in serie tramite una coppia di carboni in contatto con il collettore del rotore. Quattro serrafili sulla base della carcassa metallica sono marcati con le lettere a vernice rossa “A B D M”. Due di essi sono collegati da un

Convertitore rotante

Il convertitore (o communatrice) è una macchina che, munita di un solo indotto, funziona da un lato come un motore e dall’altro come un generatore. I convertitori sono utilizzati sia per trasformare corrente continua in alternata che viceversa. Quello qui illustrato non solo permette di generare corrente alternata, ma anche di ottenere una corrente

Trasformatore ad alta tensione

È un trasformatore elevatore di tensione con nucleo rettangolare chiuso di ferro lamellare. Il nucleo è inserito in una corazzatura in ferro munita di piedini ai quali è imbullonato. Il primario e il secondario sono avvolti concentricamente in una bobina cilindrica chiusa da guance di porcellana e ricoperta di carta verniciata. I capi del

Motore asincronico trifase

Come quello con n° inv. 667, è un motore trifase con avvolgimento in corto circuito. L’asse del rotore è montato su cuscinetti a sfere. Una scatoletta laterale, montata sulla carcassa, reca la presa con i tre morsetti per la corrente. Su di una targhetta metallica oltre al nome del costruttore si trovano le scritte:

Wattametro portatile

Questo apparecchio è un wattametro portatile di tipo Weston utilizzabile sia per corrente continua che alternata.
L’apparecchio è montato in una scatola di legno con coperchio di ebanite sul quale, in un telaio di ottone nichelato, vi è una finestra a settore circolare. La scala, andante da 0 a 150 con divisioni ogni unità, reca

Contatore elettrico

Questo apparecchio per la misura dei chilowatt/ore (detto comunemente contatore) è del tipo per corrente continua a motore. Il primo strumento di questo tipo fu proposto dal fisico e elettrotecnico inglese Elihu Thomson (1853-1937) nel 1882. Esso misura la potenza dal prodotto della corrente utilizzata per la tensione a cui detta corrente è fornita.

Ozzonizzatore Otto

Si tratta di un apparecchio per la produzione semindustriale dell’ozono. L’ingegnere Marius Otto (da cui l’apparecchio prende il nome), fece estese ricerche sulle proprietà dell’ozono e sulla sua produzione. Per le sue capacità ossidante l’ozono trova innumerevoli applicazioni industriali (sbiancamento, sterilizzazione delle acque ecc.) e terapeutiche.
L’ozonizzatore è montato su di un telaio di legno

Potenziometro universale a lettura diretta

Questo strumento proposto dalla costruttore inglese Elliott verso il 1897 permette di determinare con precisione e tramite lettura diretta il valore di resistenze, correnti e forze elettromotrici. Queste determinazioni avvengono equilibrando, tramite un galvanometro, due differenze di potenziale agenti in opposizione.
L’apparecchio è montato in una scatola di legno con la faccia superiore di ebanite

Galvanometro Thomson

A partire dagli anni Cinquanta dell’Ottocento, William Thomson (1824-1907) ideò diversi tipi di galvanometri che furono utilizzati come ricevitori per i segnali utilizzati nella telegrafia sottomarina. Questo tipo di galvanometro astatico fu proposto da Thomson verso l’inizio degli anni Sessanta e fu poi successivamente migliorato.
Lo strumento è montato su di una base in fibra

Trombetta elettrica Zigang

Questo apparecchio fu proposto verso il 1887 dal capitano di fanteria francese J.P. Zigang. È essenzialmente un cicalino (sounder) che permette sia di ricevere acusticamente i segnali provenienti da un telegrafo Morse che di sostituire le suonerie elettriche. Leggero, solido e capace di produrre un forte segnale sonoro era ideale soprattutto per la telegrafia

Flacone con limatura di ferro

È un flacone in vetro con tappo smerigliato contenente limatura di ferro. Reca un etichetta con “LIMATURA D’ACCIAIO”. La limatura viene utilizzata per produrre i cosiddetti “fantasmi magnetici” (vedi n° inv. 1529) e visualizzare le linee di forza magnetica con gli apparecchi con n° inv. 521, 522 e

Voltmetro termico

Questo voltmetro (amperometrico) termico è del tutto simile all’amperometro con n° inv.648 e funziona anch’esso grazie all’utilizzo di un filo caldo con la disposizione data da Hartmann & Braun.
Lo strumento è racchiuso in una cassetta di legno con sportello anteriore e finestra e griglie metalliche sui lati e posteriormente. La scala doppia, non lineare,

Riduttore di corrente (o di intensità)

Questo apparecchio è in effetti un tipo speciale di trasformatore utilizzato per ridurre una forte corrente alternata da misurare ad un valore dell’ordine di qualche ampère (in questo caso 5 ampère), che può essere facilmente sopportato da un amperometro.
Il trasformatore è inserito in una scatola di legno con foro centrale (accanto al quale vi

Amperometro a ferro mobile

È un amperometro a ferro mobile utilizzante un sistema conosciuto sotto i nomi di Evershed & Vignoles; può essere utilizzato sia con corrente continua che con corrente alternata.
Lo strumento è racchiuso in una scatola di materia plastica con finestra a settore circolare. La scala non lineare va da 0 a 5 con divisioni ogni

Volt-ohmetro a bobina mobile per la misura delle isolazioni

Questo strumento tecnico viene utilizzato per misure di tensioni e di resistenze. L’apparecchio è racchiuso in una scatola di legno con coperchio e cinghia di cuoio per il trasporto. All’interno protetto da una finestra di vetro c’è un voltmetro a bobina mobile di tipo Weston (vedi n° inv. 643) collegato a due resistenze addizionali.

Voltamperometro a bobina mobile

Questo strumento a bobina mobile del tipo può essere usato sia come voltmetro che come amperometro.
Una base di legno reca superiormente una scatola di ottone nichelato con finestra di vetro a corona circolare. Sulla scatola oltre al nome del costruttore e alla sua sigla è riportata la scritta «Präzisions Volt-& Ampèremeter». Le divisioni sulla

Amperometro termico

Questo strumento è un amperometro a filo caldo del sistema Hartmann & Braun (vedi n° inv. 648).
L’apparecchio è contenuto in una scatola di legno, munita di maniglia di cuoio, con coperchio al di sotto del quale è incollato un foglio dattiloscritto recante alcune istruzioni sull’uso dell’amperometro. Una finestra di vetro protegge la doppia

Amperometro termico (sistema Hartmann & Braun)

Questo strumento detto anche amperometro a filo caldo, sfrutta il fatto che un filo percorso da una corrente si riscalda e di conseguenza si dilata. Per questa ragione esso permette di misurare sia correnti continue che alternate. Il primo strumento pratico di questo tipo fu brevettato nel 1883 dall’elettrotecnico inglese Major Philip Cardew (1851-1910).

Capacità campione da 1/2 microfarad

Capacità campione racchiusa in una scatola cilindrica d’ottone con coperchio d’ebanite recante la scritta «1/2 MICROFARAD» e, oltre al nome del costruttore anche N° 825. Su di esso vi sono due massicce sbarre pure d’ottone munite di serrafili fra le quali è inserito uno spinotto di contatto. Lo strumento è contenuta in scatola di

Amperometro di Ayrton e Perry

Questo tipo di amperometro a succhiamento fu brevettato nel 1883 dagli elettrotecnici inglesi William Edward Ayrton (1847-1908) e John Perry (1850-?). In questo strumento il ferro mobile è formato da una molla di forma speciale che, a un piccolo allungamento prodotto da una forza assiale fa corrispondere un importante movimento rotatorio.
L’apparecchio è montato su

Voltmetro di Ayrton e Perry

Lo strumento è assai simile a quello con n° inv. 646. L’equipaggio mobile è del tipo a molla elicoidale di Ayrton e Perry e, essendo calibrato per la misura dei volt, ha una bobina di resistenza assai maggiore dell’analogo amperometro.
La scala in carta reca lo zero ed è graduata non linearmente da 1,0 a

Apparecchio di Elster e Geitel per misurare la radioattività

Nei primi anni del XX secolo i fisici tedeschi Julius Elster (1854-1920) e Hans Friedrich Geitel (1855-1923) idearono diverse apparecchiature per misurare la radioattività tramite la ionizzazione dell’aria. Questo strumento, descritto nel 1904, rappresenta lo stadio finale di una serie di apparecchiature proposte precedentemente ed è adatto per misure sia su corpi solidi (minerali,

Millivoltmetro Weston

Questo millivoltmetro a visione diretta e a bobina mobile è del tutto simile allo strumento con n° inv. 643 e identici sono la sua costruzione e il suo funzionamento. Ci limiteremo qui a descrivere alcune caratteristiche che lo contraddistinguono. Lo strumento ha una scala andante da 0 a 20 millivolt con divisioni ogni 0,2

Ponte di Wheatstone

Come il n° inv. 520 è un ponte di Wheatstone modello «Post Office» inglese.
È montato su di una scatola di legno con coperchio di ebanite. Su di esso vi sono i terminali in ottone delle bobine di resistenze che, contenute all’interno della scatola sono avvolte bifilarmente per diminuire la loro induttanza. Fra i terminali

Galvanometro astatico portatile

È un galvanometro astatico contenuto in una scatola cilindrica di ottone chiusa superiormente da un disco di vetro. La scatola è inserita e può ruotare in anello solidale con un treppiedi a viti calanti.
L’equipaggio mobile è formato da due corti magneti (quello superiore è fissato ad una lunga lancetta di alluminio) ed è sospeso

Voltamperometro da dimostrazione a bobina mobile

Questo apparecchio a bobina mobile, che permette di misurare sia correnti che tensioni, è uno strumento essenzialmente didattico. Infatti tutti i suoi organi sono visibili ed è munito di una scala di grandi dimensioni, ideale per le dimostrazioni.
Una base di legno reca un tavola verticale sulla quale è fissata, tramite asticelle d’ottone, un foglio

Voltmetro Weston da quadro

Questo strumento industriale (veniva utilizzato inserito nei quadri di controllo) è del tipo Weston a bobina mobile ed è assai simile a quello con n° inv. 635. Indichiamo qui solo le caratteristiche che gli sono proprie. La scala va da 120 a 180 Volt con divisioni ogni 2 Volt. Sul retro del voltmetro vi

Voltmetro a ferro mobile

Questo tipo di voltmetro a ferro mobile fu proposto dalla ditta Hartmann & Braun di Francoforte verso il 1887 (patente Nr. 40969 del 1887).
L’apparecchio è montato in una scatola cilindrica di ottone con tre piedini, maniglia e finestra circolare frontale, che lo fanno assomigliare ad una sveglia. La scala, non lineare, è tarata

Amperometro Weston da quadro

Questo strumento industriale (veniva utilizzato inserito nei quadri di controllo) è del tipo Weston a bobina mobile (vedi n° inv. 688).
L’amperometro è contenuto in una scatola metallica cilindrica parzialmente nichelata e decorata a sbalzo. Una finestra a settore circolare permette di vedere la scala di carta andante da 0 a 50 ampère con divisioni

Amperometro di Kohlrausch

Questo tipo di amperometro detto «a succhiamento», fu proposto dal fisico tedesco Wilhelm Friedrich Kohlrusch (1846-1910) verso il 1884. Si tratta di un amperometro nel quale un equipaggio mobile in ferro viene attratto in un campo magnetico.
Lo strumento è montato su di una base circolare in legno sulla quale è fissato una bobina verticale

Milliamperometro D’Arsonal-Gaiffe

Questo tipo di milliamperometro a bobina mobile fu brevettato dal fisico e fisiologo francese Arsène d’Arsonval (1851-1940) e dal costruttore di strumenti Georges Gaiffe nel 1891 (brevetto francese n.214599 del 2 luglio 1891).
Lo strumento è contenuto in una scatola cilindrica di ottone nichelato recante diametralmente due serrafili e chiusa da un disco di vetro.

Voltmetro Weston

Si tratta di un voltmetro di tipo Weston, identico nel funzionamento a quello con n° inv. 643 ma di forma più ridotta e compatta.
L’apparecchio è racchiuso in una scatola di materia plastica (resina fenolica?) con una finestra a settore circolare che protegge una tripla scala: da 0 a 150 volt (con divisioni ogni 5

Amperometro Weston

Si tratta di un amperometro di tipo Weston, di design identico e funzionante esattamente come altri strumenti di questo tipo (vedi n° inv. 630).
L’apparecchio è racchiuso in una scatola di materia plastica (resina fenolica?) con una finestra a settore circolare che protegge una tripla scala: da 0 a 30 ampère (con divisioni ogni ampère),

Apparecchio di Thomson per le esperienze con campi magnetici alternati

Questo set di apparecchi permette di riprodurre le esperienze proposte verso il 1890 dall’elettrotecnico di origine inglese Elihu Thomson (1853-1937) e relative agli effetti di correnti e campi magnetici alternati. Le seguenti esperienze sono basate sul fatto che la corrente alternata nella bobina generano, nei conduttori posti su di essa (ad esempio gli anelli),

Trasformatore di Fein

Questo trasformatore fu proposto nel 1892 dalla ditta C.E.Fein di Stuttgart con una serie di altri apparecchi (alternatore, motore a corrente alternata ecc.) per eseguire esperienze didattiche relative alle correnti alternate, al loro trasporto a distanza e alla loro utilizzazione.
Il trasformatore è formato da un tubo verniciato e cilindrico composto da lamine di ferro

Reotropo di Masson e Breguet

Questo interruttore-commutatore rotante è simile a quello che fu ideato verso il 1841 dal fisico francese Antoine Masson (1806-1860) insieme al costruttore di strumenti Louis Breguet (1804-1883), che lo utilizzarono per studio delle correnti indotte.
Una base in legno reca due staffe nelle quali è imperniato un asse con ruota d’ottone e manovella. Sull’asse sono

Bobina di induzione

È una lunga bobina di induzione, senza interruttore né condensatore fissata ad una base di legno fra guance dello stesso materiale. L’avvolgimento secondario è ricoperto da una lamina di ebanite ed i suoi capi sono collegati a due elettrodi verticali con serrafili. In esso è infilato il primario che è munito di una manopola

Milliamperometro a bobina mobile

Questo tipo di milliamperometro viene utilizzato essenzialmente per misurare la corrente che attraversa i tubi a raggi X.
Una base di legno reca un’asta pure in legno imperniata con una vite a farfalla. Su di essa due colonnine verticali di vetro terminanti con due staffe di metallo con serrafili sostengono tramite gli elettrodi il milliamperometro

Apparecchio per le correnti di Foucault

Questo tipo apparecchio fu proposto nel 1855 dal fisico francese Léon Foucault (1819-1868) per evidenziare i fenomeni relativi alle correnti indotte in un conduttore in moto in un campo magnetico e in particolar modo alla trasformazione in calore di parte del lavoro speso per mantenerlo in movimento. Il design di questo apparecchio fu

Modello di dinamo reversibile

Questo modello didattico permette di illustrare il funzionamento della dinamo e mostrare come essa possa essere reversibile e cioè funzionare come motore elettrico a corrente continua.
Una base di legno verniciato reca due finti elettromagneti (i loro avvolgimenti sono costituiti da corda che simula il cavo elettrico isolato) che sostengono un tavolino dal quale spuntano

Elettromagnete di Ruhmkorff per le esperienze di Faraday

Questo tipo di elettromagnete con accessori fu proposto dal costruttore Daniel Heinrich Ruhmkorff (1803-1877) nel 1846 per riprodurre numerose esperienze ideate da Michael Faraday negli anni ‘40 relative alle proprietà magnetiche dei materiali e all’azione del campo magnetico su di un fascio di luce polarizzata (effetto magneto-ottico o effetto Faraday).
Un grosso binario di acciaio

Elettromagnete di Weiss

Questo tipo di elettromagnete fu proposto nel 1898 dal fisico francese Pierre Ernst Weiss (1865-1840), famoso per le sue ricerche nel campo del magnetismo. La necessità di costruire potenti elettromagneti divenne significativamente sentita a partire dalla fine del XIX secolo con la scoperta di fenomeni (come ad esempio gli effetti Kerr, Hall e Zeeman)

Motore di Trouvé per tubi di Geissler

Questo tipo di motorino elettrico fu proposto dall’inventore francese Gustave Trouvé (1839-1902) verso il 1864.
Su di una base circolare di legno è fissata una colonnina d’ottone sulla quale è montato verticalmente lo statore. Esso è formato da un anello di ferro sagomato con quattro espansioni eccentriche interne. Il rotore è formato da una

Motore magnetoelettrico di Froment con modello di pompa

Nella seconda metà degli anni Quaranta del XIX secolo il costruttore francese di strumenti scientifici Paul Gustave Froment (1815-1865) inventò diversi tipi di motori magnetoelettrici ad attrazione. Con essi Froment azionava molte delle macchine della sua officina. Il piccolo motore qui illustrato, proposto nel 1845, era comune nei gabinetti scientifici ottocenteschi.
L’apparecchio è montato su

Scala di Benoist-Walter

Questo apparecchio, detto scala di Benoist-Walter, dai nomi del fisico francese Louis Benoist (1856-?) e del tedesco Bernhard Walter (1861-1950), permette di determinare la “durezza” dei tubi a raggi X. Un tubo ionico è tanto più duro (e cioè i raggi X da esso prodotti sono tanto più penetranti) quanto minore è la

Tubo valvola

Come quello con n° inv. 799, si tratta di un tubo valvola da inserire in serie con un tubo a raggi X per evitare gli effetti delle correnti inverse. Esso è del tipo brevettato dalla ditta tedesca Koch e Sterzel nel 1905. Esso si compone di un’ampolla di vetro con due colli diametrali

Pila termoelettrica lineare con sostegno

Questo tipo di pila termoelettrica lineare funzione come quella con n° inv. 603 e, per la sua forma, permette ad esempio di esplorare le radiazioni di una regione limitata di uno spettro.
Una base di ottone circolare zavorrata con del piombo reca una colonnina con un’asta trasversale sulla quale è incisa una scala che va

Magnete armato

È un magnete permanente di forma quadrangolare incapsulato parzialmente da due fasce d’ottone e da un coperchio munito di anello di sospensione. L’armatura è formata da lamine di ferro terminanti con due espansioni

Macchina magnetoelettrica di Clarke

Questo generatore magnetoelettrico fu proposto nel 1835 dal costruttore irlandese di strumenti scientifici Edward Marmaduke Clarke (1804-1846). Esso presenta delle analogie con quello inventato nel 1833 dall’americano Joseph Saxton (1799-1873), a sua volta derivante dal generatore presentato nel 1832 dal costruttore francese Hippolyte Pixii (1808-1835). L’apparecchio qui illustrato, di costruzione francese, presenta alcune piccole

Pila Daniell

Questa pila di forma inusuale è una pila Daniell (vedi n° inv. 500) nella quale i liquidi sono separati senza utilizzare un diaframma poroso. È formata da una provetta di vetro nella quale, attraverso un tappo di sughero penetrano i due elettrodi. L’asta di zinco è inserita in un tubo di vetro riempito con

Inclinometro didattico

Lo strumento, che è una semplice bussola di inclinazione utilizzata a scopi didattici, permette di determinare la direzione della componente verticale del campo magnetico terrestre.
Su di un treppiede d’ottone con viti calanti è posto un disco argentato recante una scala con quattro quadranti (0°-90°-0°-90°) con divisioni ogni grado. Al centro della scala è imperniato

Voltametro del Bartoli

Questo voltametro fu utilizzato verso il 1880, come parte di un apparecchio assai più complesso, dal fisico italiano Adolfo Bartoli (1851-1896). Con esso, il Bartoli studiò i fenomeni relativi alla polarizzazione elettrolitica e in modo particolare determinò la forza elettromotrice di polarizzazione (detta anche forza controelettromotrice). L’apparecchio originale utilizzato nel gabinetto di fisica

Apparecchio per la conducibilitá elettrica

Lo strumento permette di mostrare in maniera qualitativa la diversa conducibilità elettrica di argento e platino.
Una base di legno reca due colonnine di ebanite. Su ognuna di esse un serrafili trattiene un’asticella metallica orizzontale munita di un piccolo gancio. In una scatola unita allo strumento sono contenuti sei fili di platino e sei fili

Voltametro ad argento

Questo apparecchio, detto anche voltametro di Poggendorff, dal nome del fisico tedesco Johann Christian Poggendorff (1796-1877) , fu essenziale nello sviluppo dell’elettrochimica e fu utilizzato per determinare l’unità di corrente elettrica (l’ampère). .
Una basetta in legno reca due colonnine in ottone con serrafili alla base. Su di esse sono infilate con viti di fissaggio

voltametri di Hoffman

Questo tipo di voltametro, che permette numerose esperienze didattiche. fu proposto dal chimico tedesco August Wilhelm Hofmann (1818-1892).
I due voltametri identici (in origine erano tre), che sono montati su stativi a treppiede, sono formati da un tubo a U i cui bracci recano superiormente dei rubinetti. Alla congiunzione dei bracci si diparte un terzo

Ozonizzatore

Funziona in maniera analoga allo strumento con n° inv. 435.
È formato da due tubi concentrici di vetro. Due spirali di alluminio, i cui capi sono collegati ad una coppia di elettrodi sono avvolte rispettivamente all’esterno e all’interno del tubo di minor diametro. Collegando gli elettrodi ad una bobina di induzione si produce fra le

Tubo per scariche nei gas rarefatti

Come l’apparecchio con n° inv. 374 permette di osservare gli effetti delle scariche nei gas rarefatti.
È un tubo di vetro (incrinato) chiuso ad un’estremità da una calotta di ottone con un foro filettato e munita internamente di una punta. L’altra estremità reca una ghiera di ottone con una valvola a membrana e un

Aghi astatici con sostegno

Si tratta di una coppia di aghi magnetici paralleli, con le polarità orientate in direzioni opposte, poggiati su di un ago d’acciaio inserito in una base circolare d’ottone. Lo strumento viene utilizzato come il precedente per mostrare le proprietà del sistema

Apparecchio a punte di Nobili

Negli anni 1826-1827 il fisico italiano Leopoldo Nobili (1784-1835) studiando i fenomeni di polarizzazione delle pile, osservò la formazione di un deposito iridescente sugli elettrodi. Indagando sistematicamente il fenomeno, Nobili ideò le metallocromie, figure colorate ottenute su di una lastra d’acciaio grazie all’azione della corrente elettrica. Gli “anelli di Nobili” erano ottenuti ponendo la

Commutatore

Questo semplice apparecchio permette di invertire il senso di circolazione della corrente in un circuito. È montato su di una base quadrangolare di legno sulla quale vi è un disco con quattro serrafili posti radialmente e a 90°. Essi sono collegati a 4 incavi nei quali si versano alcune gocce di mercurio. Su di

Reostato a manovella

Su di un telaio in ghisa verniciata è imperniata una leva di contatto il cui asse è in comunicazione con un serrafili. Sul telaio sono tese ventidue resistenze a spirale (di costantana) collegate in serie tramite cavi posti sul retro del telaio. Le estremità inferiori delle resistenze sono collegate a bottoni metallici inseriti su

Reostato dimostrativo

Lo strumento, è un reostato multiplo, che per il suo design è particolarmente adatto a scopi didattici.
È montato su di una tavola verticale di legno nero inserita in una base. Su di un lato sono imperniate tre leve di ottone munite di manopole e lancette. Esse possono toccare in successione undici bottoni di contatto.

Avvisatore elettrico antincendio Steven

È un avvisatore antincendio brevettato nel 1888 da E. e B. Steven. È composto essenzialmente da un termometro metallico compensato, che permette di far scattare un allarme in caso di incendio.
Una scatola di legno oblunga con fori laterali contiene una barra di ottone munita alle estremità di due colonnine salienti che fuoriescono dal coperchio

Reostato a cursore

È formato da un telaio di ferro verniciato munito di manici sul quale sono avvolte su prismi di ardesia due bobine quadrangolari di costantana. Fra le bobine vi è un’asta sulla quale scorre un cursore con manico di porcellana e contatti rotanti. Esso collega in serie le due bobine di cui un capo di

Bilancia di torsione di Coulomb

La bilancia di torsione fu ideata dall’ingegnere e fisico francese Charles Augustin Coulomb (1736-1806) nel 1785 e venne da lui utilizzata per misurare la forza che si esercita fra le cariche elettrostatiche. Tramite questo strumento è possibile determinare che detta forza è inversamente proporzionale alla distanza delle cariche. Strumento difficile e delicato da usare,

Reocordo di Poggendorff

Come lo strumento con n° inv.544 si tratta di una resistenza variabile tramite un contatti mobili scorrevoli lungo fili.
Una lunga tavola di legno reca alle estremità due coppie di morsetti muniti di serrafili che trattengono i capi di due fili di argentana. Sotto i fili due aste di ottone recano scale millimetrate lunghe un

Spaccato di accumulatore ferro-nichel

All’inizio del XX secolo, l’accumulatore ferro-nichel fu proposto, indipendentemente l’uno dall’altro, dal chimico svedese Waldemar Jungner e dall’inventore americano Thomas A. Edison (1847-1931).
È contenuto in una scatola di ferro nichelata parzialmente aperta per permettere di vedere la costruzione interna dell’apparecchio. Il coperchio reca un piccolo imbuto chiuso da un tappo a molla attraverso il

Medaglie e matrici per galvanoplastica

È una serie di matrici e oggetti ottenuti tramite la galvanoplastica, procedimento elettrochimico con il quale è possibile ricoprire un modello (di gesso, di resina o di altro materiale reso conduttore) con uno strato di metallo:

a) matrice (gesso) e medaglia di rame con giglio fiorentino;
b) matrice (gesso) e medaglia di rame con testa di

Batteria di dodici pile a bicromato con verricello

Il telaio che contiene le pile è in legno verniciato di nero. Una base reca due montanti laterali con manici. Sui montanti è inserita un asse amovibile nella quale sono inseriti in due file i terminali di dodici coppie formate da elettrodi di carbone e zinco disposti verticalmente su due file. I terminali degli

Resistenza a solfato di zinco

È una resistenza a liquido. È composta da due vasi cilindrici (uno di essi è incrinato) inseriti in una barra di legno e collegati da un tubo di vetro (non originale). Ogni vaso, munito di tappo parzialmente cerato, contiene una lamina di zinco collegata, tramite un filo non isolato, ad un serrafili fissato alla

Pila di duecento elementi voltaici

La batteria di duecento elementi voltaici (del tipo a tazze) è posta in una scatola di legno, con la faccia superiore in vetro. Il fondo della scatola reca una tavola nella quale sono praticate otto file parallele di venticinque fori nei quali sono inseriti i 200 vasetti di vetro che contenevano acqua acidulata. Gli

Batteria di sei pile Bunsen

Questo tipo di pila fu ideato dal chimico tedesco Robert Bunsen (1811-1899) nel 1842, che sostituì con del carbone il troppo costoso platino delle pile proposte da Grove (vedi n° inv. 514). Le pile Bunsen, nonostante le fastidiose emanazioni di gas nitrosi che esse generavano furono estremamente diffuse.
La batteria è composta da sei pile

Pila Smee

Questo tipo di pila fu proposta nel 1840 dal medico e metallurgista inglese Alfred Smee (1818-1877).
Una scatola di legno contiene nove bacinelle di porcellana dipinte internamente con resina. Su di esse vi sono delle traverse di legno alla quale originariamente erano fissate, tramite un serrafili, due lamine di zinco amalgamato, mentre fra esse, infilata

pile di Grenet a bicromato.

L’uso di una soluzione acida di bicromato potassico come liquido elettrolitico, fu proposto da Bunsen per evitare gli inconvenienti dovuti allo sviluppo di vapori nitrosi (velenosi e corrosivi) nelle pile contenenti acido nitrico. Johann Poggendorff (1796-1877), nel 1842, studiò in dettaglio questa possibilità e in seguito furono realizzate numerose pile al bicromato.
Quelle qui descritte,

Pile a truogoli

Questa tipo di pila, che rappresenta una modifica della pila voltiana a tazze, è formata da un truogolo di guttaperca munito di manici e diviso in 12 bacinelle. In ognuna di esse sono inserite una lastra di rame e una di zinco munite di staffa e fissate con viti a farfalla ad una

Pila italiana

Questa è una pila Daniell (vedi n° inv. 500) senza diaframma nella quale i due liquidi elettroliti rimangono separati per la loro differenza di gravità. Pionieri nell’introduzione di queste pile furono l’inglese Cromwell F. Varley (1828-1883), il francese A. Callaud e il tedesco Heinrich Meidinger (1831-?). È detta comunemente “pila italiana” poiché fu ampiamente

pile voltaiche a colonna

Nel 1800, il fisico italiano Alessandro Volta (1745-1827) annunciava la sua invenzione della pila elettrica a colonna. Composta da una serie di coppie di dischi di rame e zinco separati da feltri o da dischi di carta imbevuti di acqua acidulata (o salata), questa pila, facilmente polarizzabile fu presto sostituita da altre, più efficaci

pile Bunsen

Come quella con n° inv. 142, queste sono due pile Bunsen modificate Archereau.
Entrambe sono composte da un vaso in ceramica contenente una lastra ricurva di zinco munita di conduttore. Al suo interno si trova un vaso poroso contenente un prisma di carbone sul quale, tramite un morsetto è fissata una lastrina di

pile Daniell

Questo tipo di pila a due elettroliti fu ideato nel 1836 dal fisico e chimico inglese John Frederic Daniell, (1790-1845) per evitare la polarizzazione degli elettrodi che riduceva di molto l’efficienza delle pile. La pila originale di Daniell consisteva in elettrodo di zinco amalgamato contenuto in una soluzione di acido solforico. Questa era

Pila voltaica

Si tratta di una semplice pila di tipo voltaico formata da un bicchiere cilindrico in vetro con coperchio di ebanite nel quale, tramite serrafili, sono fissate verticalmente una lamina di rame e una bacchetta di zinco. L’elettrolito era probabilmente una soluzione

Pila Bunsen

È una pila Bunsen, analoga a quella con n° inv. 511. Essa è però modificata secondo il suggerimento del fisico francese Henri Adolphe Archereau (1819-1893) che propose di utilizzare un elettrodo di zinco cilindrico esterno inserendo invece al centro della pila un prisma di carbone.
La pila è formata da un vaso di vetro nel

Banco di Ampère (incompleto)

Come lo strumento con n° inv. 482, questo apparecchio oggi incompleto, serve a ripetere alcune delle fondamentali esperienze di Ampère.
Una base in legno reca una colonna d’ottone con asta orizzontale e serrafili. Sulla base un recipiente in legno possiede due coppette concentriche collegate tramite fili di rame ai serrafili di un commutatore (funzionante come

pile Leclanchè

Questo tipo di pila fu proposto verso il 1866 dal francese Georges Leclanché (1839-1882) che per primo utilizzò efficacemente una sostanza solida (biossido di manganese) come depolarizzante. Essa fu frequentemente utilizzata per le linee telegrafiche e telefoniche.
Le pile qui illustrare pila sono composte da un vaso di vetro di forma quadrangolare munito di collo

Apparecchio di Ampère per mostrare la rotazione di un conduttore attorno ad un magnete

Questo apparecchio, dovuto ad Ampère, è una modifica di quello ideato nel 1821 da Michel Faraday (1791-1867) per mostrare la rotazione di un conduttore sotto l’azione di un magnete.
Un tavolino a tre gambe con foro centrale sostiene una bacinella di rame a forma di corona circolare. Al centro di essa si inserisce un cilindro

Apparecchio per mostrare l’azione di un magnete su di un conduttore flessibile

Questo semplice apparecchio, proposto in forma più complessa dal fisico francese François Pierre Le Roux (1832-?) nel 1860 mostra l’azione reciproca fra un magnete e un filo flessibile percorso da una corrente. L’apparecchio originalmente descritto da Le Roux comprendeva un elettromagnete invece di un magnete permanente .
Una base di legno sostiene una colonnina in

Conduttore rettangolare con anelli collettori

Si tratta di un modello elementare di rotore utilizzato per mostrare per illustrare il principio dell’alternatore.
È formato da un rettangolo di filo di rame non isolato i cui capi terminano a due anelli posti lungo lo stesso asse. Infatti se il conduttore fosse fatto ruotare in un campo magnetico la cui direzione è perpendicolare

Conduttore rettangolare con anello collettore

Si tratta di un modello elementare di rotore utilizzato per illustrare il principio della dinamo. È formato da un rettangolo di filo di rame non isolato, i cui capi terminano ad un anello. L’anello di rame reca due strisce longitudinali dipinte che simulano la divisione del collettore in due collettori semicircolari isolati fra loro.

Banco d’Ampère

Questo strumento (che rappresenta una versione didattica e razionalizzata del cosiddetto “banco d’Ampère”) permette di ripetere molte delle esperienze ideate da André Marie Ampère (1775-1836), negli anni Venti del XIX secolo, relativamente alle azioni fra conduttori mobili percorsi dalla corrente e fra conduttori e campi magnetici.
L’apparecchio è composto da i seguenti elementi:

a) base di

Elettrometro capillare di Lippmann

Questo peculiare tipo di elettrometro fu ideato dal fisico francese Gabriel Lippmann (1845-1921) verso il 1873. Lippmann osservò che la tensione superficiale di un menisco di mercurio in contatto con dell’acqua acidulata varia in funzione del potenziale applicato ai due liquidi. Modificando la differenza di potenziale che normalmente esiste fra il mercurio e l’elettrolito,

Galvanometro e magnetometro di Weber

Questo strumento, descritto dal fisico tedesco Wilhelm Weber (1804-1891) nel 1838, può essere utilizzato sia come bussola delle tangenti che come magnetometro. Piuttosto diffuso nelle collezioni ottocentesche, fu però adoperato più spesso per la misura delle correnti che per quella dei campi magnetici, per la quale esistevano sistemi e strumenti più precisi. Il design

Galvanometro di Wiedemann modificato Edelmann

Questo galvanometro di Wiedemann funziona esattamente come quelli con n° inv. 463 e 464, del quale esso rappresenta una versione migliorata dal fisico e costruttore tedesco di strumenti Max Thomas Edelmann (1845-1913).
Un treppiede di bronzo annerito munito di viti calanti sostiene, tramite una ghiera, un’asta di ottone orizzontale che può essere orientata e bloccata

Elettrometro a quadranti di Kirchoff e Quincke.

Questo elettrometro, non molto comune, è del tipo a quadrante (vedi n° inv. 467 e 469). Fu proposto dal fisico tedesco Gustav Kirchhoff (1824-1887) e successivamente modificato da Georg Hermann Quincke (1834-1924).
Lo strumento è formato da una scatola cilindrica di ottone verniciato montata su di un treppiede con viti calanti. La scatola ha una

Elettrometro a quadranti di Branly

Questo elettrometro a quadranti, ideato nel 1872 dal fisico francese Edouard Branly (1844-1940), rappresenta, come lo strumento precedente (vedi n° inv. 469 ), una modifica e una semplificazione dell’elettrometro a quadranti di Thomson.
L’apparecchio è montato su di un treppiede munito di viti calanti sul quale è imperniata una piastra di zinco. Su di essa

aghi astatici

È una scatoletta di legno ricoperta internamente di velluto nella quale sono conservate due coppie di aghi astatici, che erano utilizzati come equipaggi mobili di galvanometri (vedi n° inv. 473) Una di esse ha un ago prolungato da un sottile filo metallico che funge da lancetta

Macchina elettrostatica a strofinio

È una macchina elettrostatica a strofinìo con disco di vetro, montata su di una base sagomata di ghisa sostenuta da tre piedini torniti in legno. L’asse in ferro del disco, munito di manovella, è imperniato fra una coppia di montanti in legno. Otto sostegni fissati ai montanti trattengono tramite ganci due coppie di cuscinetti

Macchina elettrostatica a cilindro secondo Nairne

I generatori elettrostatici a cilindro rotante furono costruiti sin dagli anni Quaranta del XVIII secolo, ma il loro uso si diffuse in maniera notevole soprattutto con il tipo proposto nel 1774 dal costruttore inglese di strumenti Edward Nairne (1726-1806) e poi modificato da altri. Il fisico Tiberius Cavallo (1749-1809) ad esempio ne propose una

Macchina elettrostatica di Holtz

Questo tipo di macchina elettrostatica fu proposto verso il 1865 dal fisico tedesco Wilhelm T. Holtz (1836-1913) e subì successivamente varie modifiche mirate a migliorarne il funzionamento. Questo generatore elettrostatico fu molto utilizzato nei laboratori dell’epoca..
La macchina è fissato su di un tavolino in legno, munito di cassetto ed è protetta da una vetrina.
Su

Elettrometro a scintilla di Lane

Questo apparecchio deriva direttamente dall’elettrometro a scintilla di Timothy Lane (1734-1809) descritto con la macchina elettrostatica di Ramsden (vedi n° inv. 445).
È formato da un’asta di vetro ripiegata a gomito. Da un lato reca un cappuccio di ottone con uno spinotto perpendicolare, dall’altro una sfera attraversata da un’asta scorrevole munita a sua volta di

Macchina elettrostatica a disco di tipo francese

Questo tipo di generatore elettrostatico fu assai diffuso nel XIX secolo. Nonostante sia citato nei testi tedeschi, francesi ed italiani come “macchina di Ramsden” (vedi n° inv. 445) è in realtà una macchina dal tipico design francese, che entrò in uso a partire dalla fine del XVIII secolo.
La macchina è montata su di un

prismi a riflessione di Sprenger-Lehman

Sono due prismi a tetto identici del tipo proposto da E. Sprenger nel 1895 e ripreso da Arnold Oskar Leman (1851-?). E di forma complessa: possiede 4 facce di cui una appunto a tetto. Questo prisma ottenne il brevetto tedesco N° 94450.
Un raggio che incide perpendicolarmente alla faccia d’entrata subisce due riflessioni interne sulle

Prisma isoscele

E’ un sottile prisma isoscele (apertura 7° circa), leggermente

Prisma a riflessione

E’ un prisma composto idealmente da un parallelepipedo rettangolare di vetro le cui facce minori sono unite ai cateti di due prismi rettangolari isosceli e uguali ma ruotati di 90° l’uno rispetto all’altro. Un raggio luminoso che penetra perpendicolarmente nel prisma subisce due riflessioni interne sulle ipotenuse e ne esce ruotato di 90°

preparati microscopici

Sono 18 lastrine di vetro e 2 cartoncini recanti preparati microscopici di origine biologica. Questi ultimi sono di cartone blu decorato con fregi dorati; il preparato è contenuto fra una coppia di vetrini inseriti in una finestra circolare praticata nel cartoncino. Recano la scritta: “Jh. BOORGOGNE Préparateur”.
Gli altri sono in vetro e su

Ozzonizzatore

Questo semplice apparecchio, simile a quello proposto da Werner von Siemens (1816-1892) nel 1857 sfrutta il fenomeno per il quale gli effluvi elettrici producono ozono e trasformano cioè una parte dell’ossigeno biatomico O2 dell’atmosfera in ossigeno triatomico O3.
L’apparecchio è formato da due tubi concentrici: quello interno ha un elettrodo e contiene un gas rarefatto.

Tubo per microscopio con obbiettivi

E’ un tubo per microscopio in ottone munito di oculare e di obbiettivo; ad esso sono uniti 5 obbiettivi separati e due piccole lenti. Questi pezzi non sono firmati ma alcune caratteristiche costruttive indicano che, quasi certamente, essi furono costruiti da Giovan Battista Amici (1786-1863).
Il tubo reca un oculare di Huygens formato da due

Elettrometro a induzione di Righi

Questo apparecchio fu proposto dal fisico italiano Augusto Righi (1850-1920) nel 1872 nell’ambito della sua tesi di dottorato. Si tratta in effetti di una macchina elettrostatica ad induzione del tipo ad addizione di cariche. Per le sue dimensioni, essa non viene utilizzata per produrre alte tensioni e scariche, ma per rivelare cariche elettriche

Conduttore isolato in 3 sezioni

È un conduttore d’ottone composto da tre sezioni montate su colonnine di vetro inserite in basi di legno tornito. Come gli strumenti con n° inv. 387 e 388, viene utilizzato per mostrare i fenomeni di induzione elettrostatica.
La sezione centrale è formata da un cilindro recante alle estremità due coppie di pendolini elettrostatici formati da

Scaricatore a corna

Lo strumento viene utilizzato come quello con n° inv. 430 per scaricare le bottiglie di Leida. Su di un’asta di ebanite sono incernierate due aste d’ottone ricurve terminanti con

Piramide con parafulmine

Questo strumento, come quello con n° inv. 384, permette di illustrare gli effetti protettivi del parafulmine posto su di un monumento.
Una base di legno quadrata sostiene una piramide divisa in tre sezioni orizzontali. Tre sferette d’ottone della sezione inferiore poggiano sulla base. Il parafulmine è un’asticella d’ottone che scorre verticalmente lungo le sezioni e

Casa con parafulmine

Questo modello in legno rappresenta una casetta munita di parafulmine frankliniano. L’apparecchio permette di mostrare in modo spettacolare la funzione del parafulmine e può simulare i danni che il fulmine è capace di provocare su di un edificio non protetto.
La casetta è in legno e le sue pareti, così come le falde del tetto,

Conduttore isolato

Si tratta di un conduttore isolato che viene utilizzato per semplici esperienze elettrostatiche. Secondo gli inventari fu restaurato nel 1933.
Un conduttore cilindrico di ottone orizzontale è fissato in una colonna di vetro inserita in una base di legno tornito. Il conduttore è cilindrico ed è chiuso alle estremità da calotte sferiche. Sotto di esso

Bottiglia di Leida

È una fiala armata esternamente di stagnola. È parzialmente ricoperta di vernice alla ceralacca e contiene internamente dei pallini metallici (piombo?) che fungono da armatura interna, fra i quali pesca un elettrodo d’ottone terminante con sferetta. Bottiglie di Leida di questo genere, di piccola capacità e di dimensioni ridotte, erano generalmente utilizzate in

Lampada a moderatore

Questo tipo di lampada a olio fu messo a punto verso il 1836-1837 dall’inventore francese Charles Louis Félix Franchot che fu in grado di sviluppare e di applicare ingegnosamente alcune idee già proposte in precedenza. E’ detta “a moderatore” e fu spesso utilizzata nei laboratori come sorgente luminosa quando era necessario avere un fascio

Portalente

E’ un portalente utilizzato per semplici osservazioni o preparazioni microscopiche. Una base circolare d’ottone verniciato reca un’asta verticale sulla quale, tramite una staffa, scorre una seconda asticella orizzontale. Questa è munita di un anello nel quale è incastonata una lente

Lente d’ingrandimento tascabile

Una lente convergente biconvessa (f = 12 cm circa) incastonata in un anello è imperniata fra due dischi ovali di ottone nichelato. I dischi fungono da manico quando la lente è aperta e da protezione quando è

Portalente di tipo Nachet

E’ un portalente usato per esaminare oggetti minuti ed eseguire preparazioni microscopiche. Il modello, inizialmente prodotto dalla ditta Nachet di Parigi, fu poi copiato da altri costruttori.
Una base circolare d’ottone verniciato reca un cilindro nel quale, con un sistema di pignone dentato e cremagliera, scorre una colonnina. Ad essa è fissato, con

Cubo di cristallo temperato

Trattasi di un cubo di vetro temperato che viene utilizzato come le lastre di vetro con n° inv.153. Osservato infatti in luce polarizzata attraverso un analizzatore permette di mostrare il fenomeno della doppia rifrazione

Cristallo di spato d’Islanda su vetro nero

Su di una lastrina riflettente di vetro nero è incementato un cristallo di spato d’Islanda. L’uso che veniva fatto di questa particolare disposizione non è del tutto

Lanterna di Duboscq

La lanterna ideata dal costruttore francese di strumenti scientifici Jules Duboscq (1817-1886), può accogliere una forte sorgente luminosa come una lampada ad arco (n° inv. 280) o una lampada Drummond (n° inv. 206) e veniva utilizzata per ottenere l’intenso fascio di luce necessario alle proiezioni e ad innumerevoli esperienze d’ottica.

Microscopio composto Koristka

E’ un microscopio composto denominato “Stativo modello IV” della casa Koristka; è simile ma più semplice dei modelli con n° inv.326 e 302.
Il piede dello strumento è a ferro di cavallo sul quale due colonnine quadrangolari sostengono il corpo del microscopio. Il doppio specchietto per l’illuminazione (piano e concavo) è fissato ad

immagini stereoscopiche

E’ una serie numerata di 36 immagini stereoscopiche stampate in bianco e nero su cartoncino. Rappresentano prevalentemente figure geometriche e vengono utilizzate per mostrare i vari effetti ottenibili grazie alla tecnica stereoscopica.
Sono accompagnate da un opuscolo illustrato che le descrive dettagliatamente: J. Martius-Matzdorff, Die interessanteste Erscheinungen der Stereoscopie, Berlin, 1925. Il tutto è

lastrine di vetro argentate

Sono 2 lastrine di vetro argentate su di un lato. Avrebbero potuto essere utilizzate come possibile supporto per una scala millimetrata (n°

lastrine di vetro con scale

a) E’ una lastrina di vetro sulla quale è incisa una scala lunga 20 cm con divisioni semimillimetriche.

b) E’ una lastrina di vetro argentato su di una faccia. Nell’argentatura é incisa una scala millimetrica lunga 20 cm. Venivano utilizzate probabilmente per esperienze o misure

Trilente

Tre lenti biconvesse (f = 3 cm circa) di diverso diametro sono incastonate in altrettanti anelli di corno. Gli anelli sono imperniati sullo stesso asse e, ruotando, vengono occultati da una coppia di dischi di corno che fungono al tempo stesso da manico e da custodia. Le lenti possono venir ultilizzate singolarmente o, per

dischi per elettrizzazione

Sono due dischi: uno di legno e uno di ebanite aventi entrambi un manico di ebanite. Il disco di legno è ricoperto di flanella verde. Strofinando i dischi fra loro, si osserva che quello di ebanite si carica negativamente mentre quello di flanella si carica positivamente. Vengono utilizzati per semplici esperienze di

lastre di vetro contenenti uno strato di licopodio

Due lastre di vetro quadrate, trattenute da una cornice di carta gommata, racchiudono uno strato sottile di polvere di licopodio.
Osservando una sorgente luminosa attraverso le lastre è possibile vedere attorno ad essa una serie di aloni iridescenti. Questi aloni sono generati dalla diffrazione delle onde luminose sulle minuscole particelle di licopodio. Il

Triprisma di Fresnel

La disposizione di 3 prismi di quarzo ideata dal fisico francese Augustin Jean Fresnel (1788-1827) nel 1822 permette di dimostrare che un raggio di luce polarizzata rettilinearmente, attraversando un cristallo di quarzo parallelamente al suo asse cristallografico, si divide in due raggi polarizzati circolarmente con velocità di propagazione diverse.
In un cilindro d’ottone, chiuso alle

Spinterogeno

È formato da una base in ferro verniciato a bronzo recante una colonnina telescopica d’ottone che sostiene una tavoletta di ebanite. Su questa, due grossi serrafili portano orizzontalmente due elettrodi di rame scorrevoli. Uno termina a punta, l’altro con un disco.
Il cammino delle scintille varia con il variare della polarità degli elettrodi. Se il

Spinterometro micrometrico di Riess

Lo strumento, proposto dal fisico tedesco Peter Riess (1804-1883) nel 1841, viene utilizzato per ottenere scintille fra elettrodi la cui distanza è regolabile con precisione.
È formato da una base di legno tornita e zavorrata con del piombo sulla quale è fissata una piastra d’ottone con guide laterali nelle quali sono inseriti due cursori. Uno

Portacarboni per arco elettrico

Questo strumento viene utilizzato per produrre un arco elettrico fra due aste di carbone la cui distanza è regolabile.
È formato da una base di ottone circolare zavorrata con del piombo che sostiene una colonnina recante una tavoletta di legno. Su di essa sono inserite due colonnine telescopiche d’ottone con serrafili e munite di sfere

Ruota di Barlow

Il nome di questo apparecchio, che mostra l’azione prodotta da una calamita su di una ruota a stella percorsa da una corrente, è legato a quello del fisico inglese Peter Barlow (1776-1862), che lo presentò nel 1821. In realtà, questo strumento fu ideato dal suo assistente, il chimico James Marsh (1794-1846) che lo ideò

Spirale di bismuto di Lenard

Questo strumento, permette di misurare l’intensità di forti campi magnetici e fu proposto nel 1888 dal fisico tedesco Philipp Lenard (1862-1847). Esso è basato su di una proprietà del bismuto puro la cui resistenza elettrica aumenta in un campo magnetico.
L’apparecchio è formato da una spirale piatta e (laccata al collodio) di bismuto elettrolitico. Essa

Cellula al selenio

Il selenio nella sua forma cristallizzata ha la proprietà di variare la propria resistività elettrica in funzione della luce che lo colpisce: questo fenomeno fu studiato soprattutto a partire dagli anni Settanta del XIX secolo. La fotosensibilità del selenio fu sfruttata per costruire delle cellule fotoelettriche che trovarono molte applicazioni tecniche, tra cui i

Termo-moltiplicatore di Nobili e Melloni con sostegno

È una pila termoelettrica del tipo ideato dal fisico italiano Leopoldo Nobili (1784-1835) e utilizzata da Macedonio Melloni (1798-1854) che, collegandola ad un galvanometro, se ne servì come sensibilissimo rivelatore (detto termo-moltiplicatore) nelle sue esperienze sul calore raggiante (raggi infrarossi).
Una base circolare d’ottone zavorrata con del piombo reca una colonnina telescopica con giunto snodabile

Coppia termoelettrica

Nel 1811 il fisico tedesco di origine russa Thomas Johann Seebeck (1770-1831) osservò che scaldando o raffreddando il punto di giunzione fra due metalli diversi era possibile generare una corrente la cui intensità dipende dai metalli e dalla loro differenza di temperatura. Questo fenomeno detto “effetto Seebeck” fu successivamente sfruttato per costruire delle pile

Modello di coppie termoelettriche

Si tratta di un modello didattico interamente in legno raffigurante come gli elementi di antimonio e bismuto sono disposti in una pila termoelettrica del tipo Nobili (vedi n° inv. 603). I due metalli sono simulati da porzioni in legno chiaro e

Doppia chiave di inversione

Questo doppio interruttore viene utilizzato per invertire rapidamente il senso di una corrente in un circuito e viene spesso usato collegato a galvanometri o ad altri apparecchi elettrici per misure da laboratorio.
Su di una base di ebanite sono fissate sei colonnine tronco-coniche munite superiormente di serrafili. Due di esse trattengono una coppia di lamine

Croce di Peltier

Una corrente elettrica passando in un conduttore formato da due metalli riscalda o raffredda il punto di congiunzione a seconda della natura dei metalli e della direzione della corrente stessa. Questo effetto, che rappresenta l’opposto dell’effetto Seebeck, fu scoperto nel 1834 dall’orologiaio e fisico francese Jean Charles Athanase Peltier (1785-1845) e lo strumento qui

Pulsante

È un pulsante elettrico in legno con tasto di avorio che agisce su di una molla di contatto. Montato su di una basetta cilindrica di ebanite è del tipo utilizzato per i

Interruttore

È un interruttore simile a quello con n° inv. 1525 ma di porcellana nera e di ottone annerito. Reca le scritte: «2 Amp. 250 Volt 4 Amp. 125 Volt D.R.P». È montato su tavoletta di legno con due serrafili ad esso

Commutatore di Pohl

Questo tipo commutatore utilizzato per invertire il senso della corrente in un circuito fu proposto nel 1828 dal fisico tedesco Georg Friedrich Pohl (1788-1849).
In una base circolare di legno circolare sono praticati sei incavi (su due file) nei quali si versa del mercurio che assicura il contatto elettrico. Negli incavi centrali, che generalmente vengono

Interruttore a lamina

È un semplicissimo interruttore a tasto montato su di una tavoletta di ebanite. Su di essa, un serrafili reca una lamina d’ottone con pulsante, mentre un secondo serrafili è collegato ad un bottone di contatto posto sotto la

dischi di rame e zinco

Si tratta di un disco di rame e uno di zinco identici, muniti di manico di ebanite avvitato ad una ghiera d’ottone.
Probabilmente questi dischi vengono utilizzati per esperienze dimostrative relative all’elettricità di contatto e all’effetto Volta. Ad esempio accostando i dischi (uno di essi deve essere collegato a terra) in modo da farli

Commutatore di Ruhmkorff

Questo tipo di commutatore, ideato dal costruttore Heinrich Daniel Ruhmkorff (1803-1877), si ritrova unito a molti strumenti elettrici ottocenteschi e in specialmente sui rocchetti omonimi, nei quali viene utilizzato per invertire il senso della corrente circolante nell’avvolgimento primario.
Un piede circolare d’ottone zavorrato con del piombo, sostiene una colonnina sulla quale è fissata una tavoletta

Apparecchio per mostrare il campo magnetico generato da due fili paralleli

Questo strumento didattico viene utilizzato in maniera analoga a quello con n° inv 593.
È formato da una base di legno con quattro montanti che sostengono una lastra orizzontale di celluloide. Un grosso filo di rame non isolato che si diparte da un serrafili sotto la lamina, la attraversa verticalmente e poi piegandosi a gomito

Modello di circuito per il ponte di Wheatstone

Il circuito elettrico di misura conosciuto come “ponte di Wheatstone” fu descritto dal fisico inglese Charles Wheatstone (1802-1875) nel 1843. In realtà, l’idea di questo circuito era già stata formulata fin dal 1833 dal matematico inglese Samuel Hunter Christie (1784-1865), al quale il Wheatstone stesso riconobbe la paternità dell’invenzione. Wheatstone, comunque, non solo mostrò

Apparecchio per mostrare il campo magnetico generato da un solenoide toroidale

Questo strumento didattico viene utilizzato in maniera analoga a quelli con n° inv. 522 e 593.
È formato da una tavola di legno recante quattro colonnine che sostengono una lamina di celluloide. Su di essa è avvolto un filo di rame non isolato che forma una bobina toroidale i cui capi terminano ad una coppia

pile termoelettriche di Noë

Questo tipo di pila termoelettrica fu ideato verso il 1870 dall’austriaco Franz Noë.
I venti elementi di queste pile sono montati radialmente su di un anello di legno e sono formati da cilindretti in lega di antimonio e zinco saldati in serie con coppie di fili di argentana. In ogni cilindretto in lega è inserita

Microscopio binoculare di Greenough

Si tratta di un microscopio binoculare del tipo suggerito dal biologo americano Horatio S. Greenough alla ditta Carl Zeiss di Jena verso la fine del XIX secolo.
Lo strumento è in ottone ossidato e annerito. Sulla base, a ferro di cavallo, è imperniato il corpo del microscopio. Un’asta regge lo specchietto orientabile (piano e concavo)

Prisma a tetto di Hensoldt

Questo tipo di prisma a tetto è parte di un prisma composto ideato dal costruttore tedesco di strumenti Moriz Carl Hensoldt (1821-1903) e viene utilizzato specialmente nella costruzione di cannocchiali e binocoli. Esso permette di eliminare l’uso dei “veicoli del Porro” (vedi n° inv. 221, 325 e 351) con un sistema ottico più

prismi a riflessione totale di Czapski

Sono due prismi a doppia riflessione totale del tipo descritto dall’ottico tedesco Siegfried Czapski (1861-1907), entrambi formati idealmente da una coppia di prismi rettangolari uniti per un cateto e con gli altri due cateti orientati in due piani perpendicolari.
Accoppiati formano un “veicolo di Porro di II tipo” Vengono utilizzati in strumenti ottici quali

Colorimetro di Wolff

Il colorimetro ideato verso il 1880 dal chimico tedesco C.H.Wolff permette di confrontare i colori di due soluzioni della stessa sostanza; conoscendo la concentrazione di una di esse è possibile, con il metodo colorimetrico, determinare anche la concentrazione dell’altra.
Lo strumento è contenuto in una scatola di legno avente la faccia anteriore di vetro,

Camera lucida di Abbe

Si tratta di una camera lucida di Abbe quasi identica a quella con n° inv. 290. L’unica differenza consiste nel fatto che questa oltre a possedere due filtri ha anche una lente divergente. E’ contenuta in un astuccio foderato di velluto

Cannocchiale di Edelmann con sostegno per letture a riflessione

Lo strumento è assai simile a quello con n° inv. 299. Il cannocchiale acromatico (apertura 42 mm) non possiede il sistema di pignone dentato e cremagliera per la messa a fuoco; l’oculare scorre a frizione. La scala originale in vetro è andata perduta, rimane il telaio in ottone nella quale veniva infilata. Lo strumento

Lente acromatica scomponibile con schermo e sostegno

Una lente acromatica (doppietto, f = 75 cm circa) è incastonata al centro di uno schermo metallico annerito montato su di una colonnina telescopica d’ottone. Questa è avvitata su di una base circolare zavorrata con una massa di piombo. Il sistema acromatico è composto da due lenti giustapposte: una biconvessa in flint e una

Lente acromatica con schermo e sostegno

Una lente acromatica (f = 90 cm circa) è incastonata al centro di uno schermo metallico annerito montato su di una colonnina telescopica d’ottone. Questa è avvitata su di una base circolare zavorrata con una massa di piombo. Questo sistema acromatico è un doppietto composto da due lenti giustapposte: una biconvessa in crown

Microscopio composto Koristka con accessori

Questo microscopio composto Koristka (modello I a per Microfotografia ) è assai simile a quello con n° inv. 326.
Il piede, il sistema di illuminazione, i sistemi per i movimenti micro e macrometrici del tubo sono appunto identici a quelli del modello denominato “Stativo I”. Il tavolino portaoggetti in ebanite è incastonato in un

Macchina a onde di Wheatstone

L’ apparecchio, elaborato dal fisico inglese Charles Wheatstone (1782-1875) a partire dal 1835 circa, è una “macchina a onde” assai sofisticata utilizzata per rappresentare e visualizzare i fenomeni tipici di onde che, come quelle luminose, sono trasversali: interferenza, polarizzazione, ecc. Numerosi modelli di macchine ad onde furono ideati nel corso del XIX secolo a

prismi equilateri

Sono 7 prismi equilateri che probabilmente appartenevano in origine a strumenti ottici oggi scomparsi. Due di essi b) e c) hanno una faccia verniciata di

prismi isosceli formanti un sistema acromatico

Sono due prismi isosceli di vetri diversi (flint e crown) i cui vertice sono tagliati. La loro apertura è rispettivamente di 16° per il prisma in crown e 8° per quello in flint. Giustapposti formano un sistema acromatico: un sistema ottico che devia ma non scompone un fascio di luce bianca. In realtà

Dipleidoscopio di Dent

Il dipleidoscopio (o meridiana) ideato da James Mackenzie Bloxham (brevetto inglese N°9743 nel 1843) , che fu costruito e commercializzato dal costruttore inglese di cronometri Edward John Dent (1790-1853) , è uno strumento che permette di determinare il mezzogiorno solare. Il suo funzionamento è analogo a quello della meridiana di Amici con n° inv.

Prisma equilatero

E’ un lungo prisma equilatero in vetro. Le sue estremità sono incapsulate in cappucci d’ottone triangolari dai quali spuntano due corti perni. In origine il prisma possedava probabilmente un supporto nel quale si inserivano i

Lente con accessori per mostrare l’aberrazione cromatica e sferica

Un treppiede di ferro sostiene una colonnina d’ottone nella quale è inserita una forcella recante un anello con una lente piano-convessa (f = 45 cm circa). Grazie a due schermi appositi, che con tre viti possono venir fissati davanti alla lente, è possibile mostrare gli effetti prodotti dall’aberrazione sferica e da quella cromatica.
a) Aberrazione

Poliprisma equilatero con sostegno

Un prisma equilatero formato da 4 prismi di vetri diversi giustapposti e cementati è incernierato su di un sostegno telescopico a colonna munito di base circolare zavorrata con una massa di piombo. Il prisma può essere ruotato ed essere posto orizzontalmente o verticalmente. Una lamina metallica, scorrevole lungo un’asticella posta parallelamente ai suoi spigoli,

Camera lucida di Amici

La camera lucida descritta nel 1819 dallo scienziato e costruttore italiano Giovan Battista Amici (1786-1863) serve ad ottenere, su di un piano da disegno, un’immagine degli oggetti antistanti, che si possono così copiare. Il suo uso è analogo a quello della camera lucida di Wollaston (n° inv.124).
Lo strumento si fissa ad un tavolo grazie

Prisma equilatero con sostegno

Un prisma equilatero in “flint” è incernierato su di un sostegno telescopico a colonna munito di base circolare zavorrata con una massa di ghisa. Il prisma può essere ruotato e posto orizzontalmente o verticalmente. Viene utilizzato specialmente per mostrare la scomposizione cromatica di un fascio di luce

Specchio cilindrico con 11 anamorfosi

Le anamorfosi, conosciute sin dal XVI secolo, sono figure disegnate in modo da apparire illeggibili e deformate se osservate direttamente; quando però vengono viste per riflessione in uno specchio di dimensioni appropriate e di forma adatta (in questo caso cilindrico) esse appaiono perfettamente chiare e decifrabili.
Lo specchio è formato da un tubo di vetro

Goniometro a riflessione di Webski (modello II)

Questo strumento, descritto nel 1879 dal mineralogista tedesco Christian Friedrich Martin Websky (1824-1886) era utilizzato essenzialmente per ricerche cristallografiche quali le misure degli angoli fra le facce di un cristallo e al tempo stesso può venire usato come spettrometro o rifrattometro. Esso rappresenta una versione perfezionata dei due apparecchi con n° inv.117 e n°

Bussola per tavoletta pretoriana

È una bussola magnetica montata in una calotta d’ottone imperniata in un sostegno cardanico. Il sostegno è munito di un’asta con un foro che veniva fissata ad una tavoletta pretoriana. Il quadrante della bussola è in argento, l’ago magnetico a freccia reca una pietra dura imperniata su di un ago. Sul quadrante, non

Compressore per lastre di vetro

L’apparecchio viene utilizzato esattamente come quello con num.inv.0774 anche se di design più moderno. E’ formato da un manico di legno ebanizzato munito di una vite che, ruotando, comprime una lastrina di vetro posta fra due ganasce inserite in un telaio d’ottone

Ricevitore telegrafico Morse

Questo tipo di ricevitore telegrafico, utilizzato negli anni Cinquanta-Settanta circa del secolo XIX, permette di imprimere in rilievo su di un nastro di carta i segnali dell’alfabeto Morse.
L’apparecchio è montato su di una base di legno e il meccanismo ad orologeria, tutto di ottone, è trattenuto da due platine sagomate. Manca la chiave di

Sostegno per l’esperienza di Oersted

Lo strumento è formato da una base in ottone zavorrato da una massa di piombo sulla quale una colonnina regge un’asta orizzontale in legno. Su di essa sono infilati due cursori d’ottone muniti di viti di bloccaggio e serrafili. I cursori recano una pinzetta che trattiene i capi di un grosso filo di rame

Rocchetto di Ruhmkorff

È una bobina di induzione del tipo perfezionato dal costruttore di strumenti scientifici Heinrich Ruhmkorff (1803-1877) a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso. L’apparecchio, fra i più comuni e utilizzati nei laboratori della seconda metà del XIX secolo, è essenzialmente un trasformatore ad alta tensione a nucleo aperto e con due avvolgimenti cilindrici

Rifrattometro di Smith per cristalli

Questo strumento che permette di misurare l’indice di rifrazione dei cristalli, fu ideato dal minerlogista inglese George Frederick Herbert Smith (1872-1953) verso il 1907. In realtà Smith modificò e migliorò uno strumento analogo proposto nel 1885 dal francese Émile Bertrand.(1844-1909), mineralogista e microscopista, fondatore della Société Française de Minéralogie. Molto più compatto degli strumenti

Bussola tascabile

È una piccola bussola tascabile in una scatola di ottone nichelato con finestra in vetro e coperchio. L’equipaggio magnetico è un disco con una pietra dura centrale imperniata su di un ago. Il disco reca la croce dei venti con i punti cardinali e i punti intermedi; è diviso in gradi su quattro quadranti

Interruttore di Foucault

Il fisico francese Léon Foucault (1819-1868) propose nella seconda metà degli anni Cinquanta del XIX secolo diversi tipi di interruttori da collegare al primario dei rocchetti di Ruhmkorff. Questo rappresenta il suo modello più perfezionato, che verso la fine del XIX secolo, fu poi soppiantato dai più efficaci interruttori a turbina o elettrolitici.
L’apparecchio, montato

Bobina di induzione con motorino di Ritchie

Si tratta di una piccola bobina di induzione nella quale le periodiche interruzioni della corrente del primario sono generate utilizzando un motorino elettrico del tipo proposto nel 1833 dal fisico e astronomo scozzese William Ritchie (1790-1837). Questo tipo di strumento era utilizzato a volte anche in elettroterapia.
Una tavoletta di legno reca un piede d’ottone

Ago magnetico su sostegno

È un ago magnetico imperniato su di una punta inserita in una base di legno

Bobina

È una bobina di filo avvolta su di un tubo di

Apparecchio per mostrare l’effetto Seebeck

Questo strumento permette una dimostrazione diretta dell’effetto Seebeck, per il quale riscaldando il punto di saldatura di due metalli diversi è possibile generare una corrente (vedi n° inv. 605).
Su di una base di legno tornito è fissato un telaietto rettangolare composto da una lamina di rame e da una di bismuto (?). Al suo

Induttore telluroelettrico di Palmieri-Delezenne

Questo apparecchio viene spesso detto cerchio di Palmieri, dal nome del fisico e meteorologo italiano Luigi Palmieri (1807-1896) o cerchio di Delezenne, dal nome di Charles Edouard Delezenne (1776-1866) fisico francese, che, negli anni Quaranta del XIX secolo, proposero indipendentemente l’uno dall’altro apparecchi assai simili per generare una corrente elettrica tramite l’azione del campo

Condensatore elettrochimico di De la Rive

L’apparecchio è assai simile a quello con n° inv. 598 e funziona in modo identico. Le sole differenze notevoli sono che esso è montato su di una base quadrata e che il filo della bobina è di sezione maggiore (2 mm). Essa ha dunque anche un numero minore di spire ha un’induttanza minore. Sotto

barre calamitate in astuccio di legno

In una scatola di legno sono contenute due barre d’acciaio calamitate a sezione rettangolare, marcate alle estremità S e N. Esse sono munite di ancore trasversali e fra esse vi è una stecca di legno amovibile. Questa disposizione fu proposta dal filosofo naturale inglese Gowin Knight (1713-1772), e permette alla barre di mantenere meglio

bobine

Sono quattro bobine di filo grosso isolato, utilizzate probabilmente per esperienze di induzione elettromagnetica. Di costruzione piuttosto rudimentale, furono realizzate nell’officina dell’Istituto;

a) rocchetto d’ebanite con coppia di serrafili;
b) rocchetto in legno con coppia di serrafili;
c) rocchetto in legno verniciato di rosso con coppia di serrafili (sotto reca uno stemma e la sigla «P.B.F.»);
d) rocchetto

Calamita a ferro di cavallo composta

È una calamita a ferro di cavallo composta da 5 elementi giustapposti e avvolti in un nastro di tela viola scuro. È munita di una barra di ferro che funge da ancora ed è fissata ad una base circolare in legno tramite una traversa di ottone trattenuta da

Elettromagnete a ferro di cavallo con sostegno

Una base recante due colonnine tornite congiunte da una traversa orizzontale sostiene, tramite un gancio ed un anello, un’elettrocalamita. Il suo nucleo è formato da un cilindro di ferro piegato a U. Su di esso sono inserite due bobine con guance di legno. Ognuna reca un serrafili e sono collegate in serie tramite un

Compasso bimetallico

Lo strumento è formato da due lamine, una di rame e una di zinco imperniate ad un’estremità. Viene utilizzato per riprodurre alcune delle esperienze dovute a Luigi Galvani (1737-1798) e relative alla presunta elettricità animale. Galvani fra l’altro osservò che ponendo in comunicazione tramite un arco bimetallico i muscoli di una zampa di rana

Magnete armato con sostegno

Un magnete permanente di forma parallelepipeda è armato e reca due espansioni polari in ferro. È racchiuso in un scatola di ottone munita di anello di sospensione e recante incisioni piuttosto rudimentali raffiguranti: decorazioni floreali (superiormente), una veduta di Castel Sant’Angelo (fronte), una veduta della chiesa della Trinità dei Monti (?) (retro), e (lateralmente)

Voltametro

Come gli strumenti con n° inv. 569 e 607, questo apparecchio viene utilizzato per elettrolizzare l’acqua.
Una base di legno reca due aste verticali; fra queste si trova un recipiente cilindrico chiuso inferiormente con resina nel quale sono inserite due lamine di platino collegate ad una coppia di serrafili. Sulle aste sono inserite due pinze

Interruttore a ruota

Questo semplice interruttore a ruota è utilizzato per interrompere rapidamente e periodicamente un circuito.
Su di una base di legno recante due montanti in ottone è imperniata una ruota dentata di rame munita di manovella. Un serrafili è collegato ad un montante mentre un secondo serrafili sostiene un asticella elastica che poggia sulla periferia della

Cassetta di resistenze

È una cassetta in legno contenente cinque resistenze. È munita di coperchio di ebanite con sei contatti d’ottone fra le quali sono inseriti cinque spinotti. Una targhetta metallica reca la scritta «Ohm» e su di una lastrina sono incisi i valori delle resistenze: 0.1 0.2 0.2 0.5 1. All’interno della scatola le resistenze consistono

Catena elettrica di Pulvermacher

Le “catene elettriche” furono ideate verso il 1850 dall’inventore di origine austriaca Isaac Lewis (o Louis) Pulvermacher (1815-1884). Sono in realtà delle piccole pile voltaiche che, applicate in varie parti sul corpo come bracciali, collari o cinture si pretendeva fossero in grado di curare ogni sorta di malattia e di affezione grazie alle correnti

Elemento normale Clark

Questo tipo di pila (elemento normale) utilizzata come campione di differenza di potenziale fu proposta verso il 1872 dall’ingegnere inglese Josiah Latimer Clark (1822-1898).
Pila campione in scatola cilindrica d’ottone con coperchio di ebanite recante due serrafili e scritta “CLARK’S STANDARD ELEMENT 1.435 VOLT”. L’elemento è affondato nella paraffina all’interno della scatola e non è

Resistenza campione Siemens

È una resistenza campione secondaria del tutto simile a quella con n° inv. 541) ma con conduttori di ottone laccato. Reca le scritte: «1 OHM RICHTIG BEI 17°5 C Juli 1878» e «a =

isolatori di Holtz

Sono due isolatori di Holtz del tipo precedentemente descritto.
Una base cilindrica di piombo è ricoperta da una calotta di ottone nichelato. Essa reca un cilindro di ebanite sul quale è fissato un serrafili d’ottone con tre fori e rispettive

Resistenza campione

La resistenza è racchiusa in scatola d’ottone cilindrica con base e coperchio di ebanite. Superiormente vi sono due blocchetti di contatto fra i quali è inserito uno spinotto di contatto. Reca le scritte: 20000 OHM INT. Internamente la bobina di filo è immersa in paraffina

Resistenza per voltmetro

È una scatola di metallo nichelato e traforato con base e coperchio di legno sul quale si trovano due serrafili isolati con ebanite. All’interno sono fissate e due resistenze collegate in serie e formate da fili avvolti su rocchetti in legno. Sullo strumento ti trovano le scritte: «INSTRUMENT» e «150 VOLT 16573,9 OHM.» Lo

Resistenza campione a mercurio

Negli anni Sessanta dell’Ottocento furono introdotte delle resistenze campione corrispondenti ad una colonna di mercurio lunga un metro e della sezione di un millimetro quadrato a 0° (unità Siemens). Nel 1884 fu stabilito l’ohm legale pari a 1,06 unità siemens. Questo differiva di pochi millesimi dal valore di 10 9 unità assolute C.G.S. che

Reostato di Wheatstone

Questo tipo di resistenza variabile fu descritta nel 1843 dal fisico inglese Charles Wheatstone (1802-1875) nel famoso articolo nel quale esponeva anche il ponte elettrico di misura che prende il suo nome (vedi n° inv. 520).
L’apparecchio è montato su di una base di legno e si compone di due cilindri paralleli, uno di ottone

Elemento normale Weston

Si tratta di una pila (elemento normale) di tipo Weston utilizzata come campione di differenza di potenziale. L’elettrotecnico inglese Edward Weston (1850-1936), costruttore di strumenti scientifici negli Stati Uniti, brevettò nel 1893 questa pila che soppiantò quella di Clark (vedi n° inv. 539).
È racchiusa in una scatola di metallo con base e coperchio di

Serie di resistenze

Su di una base in legno sono fissate quattro bobine verticali di altezza diversa e di diametro uguale. I valori delle resistenze sono date in metri e si trovano incisi sui coperchi argentati delle bobine stesse: «200 Mètres, 100 Mètres, 50 Mètres, 25 Mètres». Esse sono collegate in serie tramite fili racchiusi in un

Reostato di precisione

È una scatola in legno con resistenze decadiche. Sul coperchio sono imperniate tre lancette girevoli. Ognuna di esse può essere posta in contatto con 10 bottoni inseriti in un arco di cerchio. I bottoni dei tre archi sono numerati rispettivamente in unità da 0 a 10, in decine da 0 a 100 e in

Portalampada con lampadina ad incandescenza

Una base di legno reca un portalampada di ottone collegato a due serrafili. In esso è inserita una lampadina a incandescenza di forma allungata. Ha un filamento metallico ed è munita di zoccolo a vite di tipo Edison. Sotto di esso si trova la scritta

Apparecchio per mostrare l’azione magnetica del campo terreste su di un circuito chiuso

Lo strumento permette di riprodurre una delle osservazioni compiute da Ampère verso il 1820 sull’azione del campo magnetico terrestre su di un circuito elettrico. Con esso è infatti possibile dimostrare come un circuito mobile e chiuso, capace di ruotare secondo un asse orizzontale, si orienta perpendicolarmente alla direzione dell’inclinazione del campo magnetico terrestre.
Una base

Pila a gas di Grove a 12 elementi

Nel 1839 il fisico e chimico inglese William Robert Grove (1811-1886) ideò questo tipo di pila a gas. L’apparecchio è sostanzialmente un voltametro (vedi ad esempio n° inv. 570) ad acqua acidulata munito di elettrodi in platino. L’idrogeno e l’ossigeno restano nelle provette del voltametro fintanto che i suoi elettrodi non sono collegati fra

Pila voltaica a colonna

È una pila voltaica a colonna montata in un telaio di legno verniciato con tre colonnine verticali trattenute da tre bracci ai centro dei quali un’asta metallica filettata funge da elettrodo e comprime le coppie. La pila comporta 11 coppie di dischi di rame e zinco il cui inferiore è munito di serrafili.
Mancano i

pile a secco Zamboni

Questo tipo di pila, detta “a secco” poiché funzionante senza liquido elettrolitico, fu ideato nel 1812 dal fisico italiano Giuseppe Zamboni (1776-1846). Zamboni non fu il primo a proporre pile del genere, ma le sue furono le più potenti e le più efficaci e vennero utilizzate in numerosi apparecchi (vedi n° inv. 406

Macchina elettrostatica di Voss

Questo tipo di macchina elettrostatica, che riscosse un notevole successo, fu proposto nel 1880 dal costruttore berlinese di strumenti scientifici Robert Voss che ebbe l’idea di combinare una macchina di Holtz (vedi n° inv. 451) con quella ideata da August Joseph Toepler (1836-1912). Questa macchina fu molto diffusa sia nei laboratori di fisica

Elettrodinamometro di Weber

L’elettrodinamometro fu proposto nel 1845 dal fisico tedesco Wilhelm Weber (1804-1891) che lo ideò per eseguire alcune esperienze fondamentali comprovanti le teorie di Ampère. .
Lo strumento è essenzialmente un galvanometro nel quale una bobina fissa genera un campo magnetico che agisce su di una bobina mobile ad essa collegata in serie e percorsa dalla

Spirali di Matteucci

Questo apparecchio è del tipo utilizzato all’inizio degli anni Quaranta del XIX secolo dal fisico italiano Carlo Matteucci (1811-1868) per le sue esperienze relative alle correnti indotte provocate dalla scarica di una bottiglia di Leida; questi fenomeni d’induzione venivano allora proprio per questo detti «leido-elettrici».
L’apparecchio è montato su di una lunga base di

Riflettore parabolico

Su di una rozza base di legno sono fissate due colonnine verticali nelle quali sono imperniate due aste. Lungo di esse sono infilati dei cursori solidali con uno specchio parabolico di rame argentato. Lo specchio reca due fori lungo lo stesso asse verticale. In essi vengono infilati i carboni di una lampada ad arco

Pila termoelettrica di Gülcher

Questo tipo di pila termoelettrica fu brevettato nel 1887 da R.J. Gülcher (insieme al costruttore Julius Pintsch di Berlino che a partire dal 1889 fabbricò questo apparecchio). Le coppie sono formate da nichel e una lega di antimonio.
Due serie parallele di coppie montate una accanto all’altra sono fissate ad un telaio in ferro verniciato

Resistenza con 6 lampade ad incandescenza

Nei primi decenni del Novecento era comune utilizzare come resistenze lampadine ad incandescenza che venivano inserite in un circuito.
Su di una base in legno sono inseriti sei portalampade a vite con altrettante lampadine. Esse sono collegate in parallelo a due serrafili tramite una serie di lamine di ottone trattenute da manopoline filettate. Le lampadine

Apparecchio di Ampère per l’azione di una corrente circolare su di un conduttore perpendicolare ad essa

Questo strumento fu descritto da Ampère nel 1821 per dimostrare l’azione di una corrente circolare su di un conduttore ad essa perpendicolare. Esso è analogo allo strumento con n° inv. 488, che illustra l’azione fra un magnete e una corrente, e Ampère lo utilizzò per mostrare l’azione fra due correnti.
Si compone di una

Galleggiante galvanico di Carl

Questo apparecchio, proposto nel 1872 dall’inventore e costruttore di strumenti tedesco Phillipp Franz. Carl (1837-1891), viene utilizzato in modo analogo a quellocon n° inv. 1508.
È formato da un’ampolla piriforme di vetro zavorrato con del mercurio e chiuso da un tappo di sughero. Due lamine ondulate di rame e di zinco penetrano all’interno dell’ampolla e

Banco di Ampère (elemento)

Come lo strumento con n° inv. 489, questo apparecchio è un elemento del “banco” proposto da Ampère per eseguire tutta una serie di esperienze sulle azioni elettrodinamiche.
È un telaio in legno formato da una tavoletta su quattro piedini recante un montante verticale sul quale è fissata una seconda tavola identica alla prima. Un filo

Bacinella per le esperienze di Ampère sulla rotazione delle correnti

Lo strumento, incompleto, è analogo a quello con n° inv. 494 e serve per eseguire la medesima esperienza. Si compone di una bacinella di rame a forma di corona circolare, munita di tre piedini d’ottone, attorno alla quale è avvolta una bobina di nastro di rame isolato. Mancano il sostegno centrale e i conduttori

Telaio con bobina rettangolare

Questo tipo di bobina è identico a quello proposto nel 1824 da Ampère nel cosiddetto “banco di Ampère”, utilizzato per innumerevoli esperienze sulle azioni elettrodinamiche fra correnti e campi magnetici.
È un telaio in legno verticale montato su di una base, sul quale sono avvolte dodici spire di nastro di rame isolato con nastro di

Sostegno per tubi di Geissler

Lo strumento viene utilizzato come sostegno per grossi tubi di Geissler. È formato da una base circolare di ottone zavorrata con del piombo, recante una colonnina che sostiene un’asta orizzontale di legno. Su essa scorrono due cursori con forcelle muniti di viti di fissaggio e di serrafili. I tubi vengono adagiati sulle forcelle e

Disco di Arago

Lo strumento, proposto nel 1825 dall’astronomo e fisico francese Jean François Arago (1786-1853), permette di mostrare un’esperienza relativa a quello che era denominato «magnetismo di rotazione». Un anno prima Arago aveva osservato che le oscillazioni di un ago magnetico oscillante sono smorzate più rapidamente se esso si trova su di una lastra di rame.

Moltiplicatore di Schweigger

Questo strumento viene utilizzato per mostrare il principio del moltiplicatore e cioè di quel tipo di sistema galvanometrico nel quale l’effetto di una corrente su di un ago magnetico è “moltiplicato” dalla spire di una bobina: infatti grazie ad essa la corrente passa più volte sopra e sotto l’ago.
Questa disposizione fu proposta per

Bussola galvanoscopica

È una bussola galvanoscopica utilizzata a scopo didattico per mostrare l’effetto di una corrente su di un ago magnetico. Fu rimessa a nuovo nel 1835 con nuovo ago e serrafili.
Al centro di una base di legno circolare è imperniato un ago magnetico (probabilmente non originale). Una lamina metallica d’ottone passa sopra l’ago

Voltmetro elettrostatico di Thomson

Questo voltametro elettrostatico a lettura diretta fu presentato dal fisico inglese William Thomson (1824-1907) nel 1887.
Lo strumento è contenuto in una scatola di metallo verniciato montato su tre viti calanti che poggiano su grossi dischi isolanti di ebanite. La scatola ha la parte frontale e due finestre laterali in vetro. Fondamentalmente, questo apparecchio di

Aghi astatici con sospensione

Il sistema di aghi astatici fu proposto nel 1820 dal fisico francese André Marie Ampère (1775-1836). Esso consiste di due aghi magnetizzati uguali, fissati nello stesso piano, e orientati in modo da avere i poli magnetici uguali in direzioni opposte. In questo modo i due momenti magnetici (uguali e antiparalleli) si annullano e il

Elettrometro bifilare di Palmieri

Questo strumento fu proposto dal fisico e meteorologo italiano Luigi Palmieri (1807-1896) verso il 1862 e viene utilizzato soprattutto per determinare l’elettricità atmosferica.
Lo strumento è formato da un contenitore cilindrico in vetro montato su di una base di legno munita di tre viti calanti. Il coperchio del cilindro è trattenuto da un anello di

Elettrometro a quadranti di Mascart

Questo strumento, proposto dal fisico francese Eléuthère Nicolas Mascart (1837-1908), è una semplificazione dell’elettrometro a quadranti ideato da William Thomson (1824-1907) sin dal 1867.
Una scatola cilindrica di ottone brunito è sostenuta da tre gambe inclinate munite di viti calanti. La scatola ha una finestra circolare di vetro in corrispondenza dello specchio dell’equipaggio mobile e

Elettrodinamometro di Siemens

Nel 1877 la ditta tedesca Siemens propose un tipo di elettrodinamometro industriale per la misura di forti correnti alternate. Lo strumento, però, funzionante in maniera analoga all’elettrodinamometro di Weber con n° inv. 461), date le particolarità costruttive delle sue bobine, non permette misure assolute: ogni strumento era calibrato all’origine ed era fornito di una

Galvanometro di Bourbouze

Questo galvanometro a ferro mobile fu proposto nel 1872 dal preparatore di fisica francese Jean Gustave Bourbouze (1825-1889). Lo strumento, di notevole sensibilità, fu ideato per essere chiaramente visibile in un auditorio senza richiedere la tecnica di proiezione.
È montato su di un treppiede in ferro munito di viti calanti. Su di esso è

Galvanometro di Wiedemann

Questo tipo di galvanometro a magnete mobile fu ideato dal fisico tedesco Gustav Heinrich Wiedemann (1826-1899).
Su di una base di legno munita di tre viti calanti, lo strumento reca due guide longitudinali nelle quali si infilano due cursori recanti ognuno una bobina di filo ad anello. Al centro della tavola è fissato un cilindro

Galvanometro astatico differenziale

Lo strumento è assai simile a quello con n° inv. 458. Un disco d’ottone è imperniato su di un treppiede munito di viti calanti. Su di esso è fissata una grossa bobina in ebano con due avvolgimenti i cui capi filo i cui capi terminano ad una coppia di serrafili (recanti le lettere “A

Galvanometro di Depretz-D`Arsonval modificato da Holden

Questo galvanometro a bobina mobile rappresenta una variante introdotta verso il 1890 da Henry Holden (1856-?) di quello ideato nel 1882 dal fisico francese Marcel Deprez (1843-1918) e dal fisico e fisiologo Arsène D’Arsonval (1851-1940). Nello strumento originale di Deprez e D’Arsonval il campo magnetico è generato da una calamita a ferro di cavallo

Galvanometro astatico

È un tipico galvanometro con equipaggio astatico, il cui design è modificato e migliorato rispetto a quello proposto da Nobili (vedi n° inv. 456).
Un disco d’ottone è imperniato su di un treppiede munito di viti calanti. Su di esso è fissata una grossa bobina in legno recante molte spire di filo isolato (30.000 secondo

Galvanometro astatico di Nobili

Il fisico italiano Leopoldo Nobili (1784-1835) presentò il suo primo galvanometro astatico nel 1825. Nobile combinò in questo strumento la coppia di aghi astatici proposta da Ampère (vedi n° inv. 473), la sospensione filare e il sistema detto moltiplicatore (vedi n° inv. 475). Lo strumento era sensibile e, grazie al sistema astatico, le letture

Bussola dei seni e delle tangenti

Lo strumento è simile a quello con n° inv. 470 e il suo funzionamento è basato esattamente sullo stesso principio. Esso però è munito di un accorgimento particolare proposto dal fisico francese Jean Mothée Gaugain (1810-1880) nel 1854. Questo sistema permette di decentrare la bussola galvanometrica rispetto alla bobina e in tal modo, secondo

Galvanometro di Magnus

È un galvanometro astatico di Magnus assai simile a quello con n° inv. 455. Anch’esso è montato su due dischi di legno muniti di tre viti calanti. Le bobine con massiccio telaio di rame hanno entrambe due avvolgimenti ricoperti di carta i cui capi terminano a quattro serrafili. La scala è divisa in quattro

Macchina elettrostatica a disco

Generalmente i testi di fisica francesi e italiani ottocenteschi associano il nome del costruttore inglese di strumenti Jesse Ramsden (1735-1800) alle macchine elettrostatiche a disco con due conduttori, popolari in Francia a partire dalla fine del Settecento e poi comuni nei gabinetti di fisica europei per oltre un secolo. In realtà, l’uso del disco

Macchina elettrostatica a globo

È una macchina elettrostatica a globo di vetro. Le macchine a globo, già in uso sin dalla prima metà del XVIII secolo, furono poi soppiantate da quelle a cilindro e da quelle a disco negli anni Ottanta del Settecento. Questo apparecchio, realizzato probabilmente verso l’inizio dell’Ottocento era dunque già sorpassato al momento della sua

Reticella elettrica

Questo semplice apparecchio proposto dal fisico Bruno Kolbe (1850-1925) e da V.L. Rosenberg verso il 1890, permette di mostrare in modo semplice la distribuzione della carica alla superficie esterna di un conduttore.
Due cilindri di ferro verniciato recanti due colonnine di ebanite sostengono una sottile e flessibile reticella di ferro. Su entrambe le sue facce

Bottiglia di Leida con conduttore cavo

È una bottiglia cilindrica con armature di stagnola. Un elettrodo verticale di ottone sormontato da una sfera cava con un foro è trattenuto nella bottiglia da quattro aste ricurve (parzialmente isolate con caucciù). La sfera funge da pozzo di Beccaria (vedi n° inv. 413) e con questo apparecchio è possibile ripetere alcune esperienze relative

Tubo di Davy per le scariche nei gas rarefatti

Questo strumento fu proposto nel 1822 dal chimico e fisico inglese Sir Humphrey Davy (1778-1829) per indagare i fenomeni delle scariche elettriche nel vuoto. Davy desiderava sperimentare la conducibilità elettrica del vuoto torricelliano e cercare di eliminare per quanto possibile la presenza di vapori nello spazio della scarica.
L’apparecchio si compone di un tubo

Sgabello isolante

È formato da una tavoletta di legno (con un foro centrale) sostenuta da quattro piedi di vetro verde. Viene utilizzato per esperienze di

Uovo elettrico

L’uovo elettrico (detto anche «uovo filosofico») viene utilizzato per studiare la scarica elettrica in aria o altri gas a pressione rarefatta.
Lo strumento è formato da un’ampolla di vetro ellissoidale con due colli diametralmente opposti. Quello inferiore è chiuso da una ghiera d’ottone munita di rubinetto con serrafili ed elettrodo con sferetta. Il rubinetto è

Diaframma con fenditura

E’ una ghiera in ottone avente una fenditura rettangolare. La ghiera, utilizzata per ottenere un pennello di luce, può essere inserita sul tubo che reca il microscopio solare (n° inv.

Microscopio composto di Pacini con accessori e 2 preparati

Trattasi di un microscopio composto che presenta molte similitudini con quelli ideati verso la metà del secolo scorso dal medico e biologo italiano Filippo Pacini (1812-1883), famoso per aver scoperto il “cholera vibrio” nel 1854. Secondo il Catalogo cimeli questo strumento fu usato dal Pacini per scoprire ed esaminare i corpuscoli del tatto.
La base

Microscopio metallografico Reichert

E’ un microscopio invertito specialmente ideato per osservare e fotografare superfici metalliche. Il fatto che il microscopio sia invertito (l’obbiettivo è sotto il portaoggetti) permette di esaminare una lastrina metallica della quale solo una faccia è stata accuratamente preparata per l’osservazione. Essendo questa faccia rivolta verso il basso non è necessario infatti che la

Circolo ripetitore di Amici

Questo doppio circolo ripetitore in altezza e azimut fu ideato e costruito da Giovan Battista Amici (1786-1863) , pur essendo simile a quelli dal costruttore francese Henry Prudence Gambey (1787-1847) presenta alcune particolarità originali.
Il sistema a ripetizione, ideato dall’astronomo e cartografo tedesco Tobias Mayer (1723-1762) consiste nel ripetere la misura di un’angolo numerose

Circoli cromatici di Chevreul

Le gamme e i cerchi cromatici furono ideati dal chimico francese Michel Eugène Chevreul (1786-1889) nel tentativo di classificare i colori in maniera scientifica e razionale. Questo sistema fu a lungo utilizzato nell’industria dei coloranti e delle tinture. Per ottenere il cerchio cromatico dei “colori franchi” si divide un cerchio in 72 settori diversi

Diaframma con fori di diametri diversi

Si tratta di un diaframma che può essere montato sul condensatore della lanterna di Duboscq (n° inv. 281).
E’ formato da una ghiera d’ottone sulla quale è posto un disco con 10 fori di diametri diversi. Ruotando il disco i fori vengono successivamente a coincidere con l’asse ottico del condensatore e permettono così di

Diaframma con filtro di vetro violetto

E’ un filtro di vetro violetto inserito in una ghiera d’ottone che può essere montata sul condensatore della lanterna di Duboscq (n° inv. 281).
Viene utilizzato per eliminare da un fascio di luce bianca la parte più luminosa dello spettro mentre trasmette i raggi viola e parte degli ultravioletti. Questo accessorio era usato specialmente

Apparecchio per proiezioni con lampada ad arco

E’ un apparecchio da proiezione alimentato da una lampada ad arco.
Una coppia si supporti in ferro a forma di “A”, muniti di viti calanti, sostengono due aste parallele sulle quali possono scorrere le varie parti dell’apparecchio. La sorgente luminosa è una lampada ad arco funzionante sia con corrente continua che alternata; la sua base

Diaframma con fenditura regolabile

Si tratta di un diaframma che può essere inserito sul condensatore della lanterna di Duboscq (n° inv. 281).
Sul coperchio di una ghiera d’ottone sono poste due lastrine metalliche parallele, con gli spigoli adiacenti affilati che delimitano una fenditura rettilinea. La larghezza della fenditura si regola tramite un bottone a vite, che agisce su

Debuscopio

Il debuscopio, ideato da un certo Debus di Darmstadt (brevettato in Francia nel 1859 con il N° 42841), è un gioco ottico che produce effetti ottici simili a quelli osservabili con un caleidoscopio (n° inv. 131).
L’apparecchio è formato da una scatola di cartone a sezione semi-ellittica, parzialmente aperta sul fondo e superiormente.

isolatori di Mascart

Il fisico francese Eléuthère Nicolas Mascart (1837-1908) propose nel 1878 due tipi di isolatori a bottiglia da utilizzarsi nelle esperienze elettrostatiche. Questo strumento permette di diminuire notevolmente la dispersione di carica di un conduttore dovuta alla pellicola di umidità che spesso ricopre i sostegni isolanti in vetro.
I due isolatori qui illustrati sono identici e

Macchina elettrostatica di Wimshurst

La macchina è montata su di una base di legno ebanizzato. I dischi controrotanti in ebanite con settori di stagnola sono sostenuti da un asse imperniato in un doppio sostegno di ghisa verniciata. Due collettori diametrali di ottone nichelato, muniti di spazzole, sono fissati a ghiere infilate sull’asse. Una manovella e due pulegge, imperniate

Commutatore di Dujardin per esperienze elettromagnetiche

Questo tipo di commutatore è, come quello con n° inv. 735, del tipo Dujardin.
L’apparecchio è montato su di una tavoletta di ebanite con quattro piedini. Due serrafili imperniati sulla tavoletta recano due aste parallele d’ottone collegate da un’asticella isolante di ebanite, posta trasversalmente. Essi sono liberi di ruotare e il loro movimento viene limitato

Elettroforo di Volta

È uno strumento del tutto analogo a quello con n° inv. 428.
Curiosamente la schiacciata è composta da un disco di marmo nero sul quale è incollato un cartellino con il segno +. Lo scudo è composto da un disco di ottone dai bordi ricurvi munito di un manico di vetro terminante con cappuccio d’ottone.
Quando

Condensatore di Kohlrausch

Un condensatore ad aria di precisione, analogo a questo (anche se con particolarità costruttive diverse), fu ideato verso il 1850 dal fisico tedesco Rudoph Hermann Kohlrausch (1809-1858), e fu da lui utilizzato per misure di precisione per determinare il potenziale di contatto fra coppie di vari metalli che del condensatore formavano le armature.
Su di

Scampanio elettrico

È un semplice apparecchio per mostrare attrazioni e repulsioni elettrostatiche. Un giogo d’ottone munito di gancio reca tre campanelle e due pendolini. Le due campanelle esterne sono sospese al giogo tramite catenelle metalliche, quella interna e i pendolini per mezzo di cordicelle isolanti. Sotto la campanella centrale è appesa una terza catenella metallica da

Termometro elettrico di Riess

Questo tipo di termometro elettrico fu perfezionato dal fisico tedesco Peter Theophil Riess (1804-1883) nella seconda metà degli anni Trenta dell’Ottocento, che migliorò apparecchi analoghi allora esistenti. Con questo strumento Riess compì numerose misure relative alla quantità di elettricità accumulata nelle bottiglie di Leida determinando tra l’altro che il calore generato nel filo

Condensatore ad armature mobili

Una base di legno tornita reca una colonnina di ebanite sulla quale è fissato un piatto di ottone con bordo ricurvo. La ghiera che lo trattiene alla colonna reca un piccolo gancio. Sopra di esso è appoggiato un disco di ebanite sul quale è posato un secondo piatto d’ottone anch’esso munito di manico di

Bottiglia elettrometrica di Lane

Lo strumento rappresenta una modifica di quelli con n° inv. 441 e 445 e permette di misurare la quantità di elettricità che viene accumulata in una batteria di bottiglie di Leida o fornita da una macchina elettrostatica.
È formato da una base di legno recante un anello d’ottone munito di gancio nel quale è inserita

Apparecchio per mostrare la distribuzione delle cariche

Lo strumento che, come quello con n° inv. 413, è dovuto a Faraday che lo descrisse nel 1843, permette di mostrare come le cariche si dispongano sulla superficie esterna di un conduttore.
È formato da una base di legno recante due colonnine di vetro ceralaccato sulle quali sono montati due bulbi di legno. Su questi

Termometro elettrico di Mascart

È un termometro elettrico descritto dal fisico francese Eléuthère Nicolas Mascart (1837-1908) nel 1873.
Una base d’ottone circolare zavorrata da una massa di piombo sostiene una colonnina d’ebanite sulla quale è montato il termometro. Questo è formato da un tubo di vetro chiuso alle estremità da due ghiere d’ottone munite entrambe di gancio e serrafili.

Pozzo di Beccaria e emisferi di Cavendish

Questo semplice strumento permette di combinare due esperienze atte a dimostrare che le cariche elettriche si portano sulla superficie esterna dei conduttori. Esso in effetti combina il cosiddetto “pozzo di Beccaria” dal nome del filosofo e fisico italiano Giovanni Battista Beccaria (1716-1781) che osservò questo fenomeno, e gli emisferi detti “di Cavendish”, che furono

Apparecchio per la danza elettrica

Lo strumento utilizzato per mostrare le attrazioni e le repulsioni elettrostatiche funziona in modo del tutto analogo a quelli con n° inv. 381 e 382.
Una base di legno reca 4 colonnine in vetro che sostengono dei montanti ricurvi riuniti in un ghiera centrale. In essa scorre a frizione un’asta recante inferiormente un piatto d’ottone

Elettrometro assoluto di Braun

Questo tipo di elettrometro assoluto a lettura diretta fu proposto dal fisico tedesco Ferdinand Braun (1850-1918) verso la fine degli anni 1887 e poi descritto in un articolo specifico nel 1891.
Un treppiede di ferro verniciato munito di una vite calante e di un serrafili sostiene una scatola cilindrica di metallo verniciato con due

Cannone elettrico

Si tratta di un modello di cannone in ottone montato su affusto con ruote, utilizzato per mostrare l’effetto della scintilla elettrica su di un gas detonante. Esso rappresenta una modifica della pistola elettrica ideata dal fisico italiano Alessandro Volta (1745-1827) nel 1777.
Presso la culatta del cannone vi è un cilindretto di ottone con un

Ago elettrico

Questo semplicissimo apparecchio permette di compiere alcune esperienze di elettrostatica.
Una base di legno tornita zavorrata con un anello di piombo sostiene un’asticella di ebanite recante superiormente una ghiera con una punta di ottone. Su di essa è imperniato un piccolo manubrio d’ottone formato da un asticella con due sferette.
Avvicinando un corpo carico al manubrio,

Elettroscopio condensatore di Volta

L’elettroscopio condensatore che fu ideato da Alessandro Volta (1745-1827) negli anni Ottanta del XVIII secolo. Lo strumento qui illustrato è fondamentalmente un elettroscopio a foglie d’oro del tipo ideato da Bennett (vedi n° inv. 421), combinato con un condensatore a dischi. L’aggiunta di quest’ultimo rende l’apparecchio assai più sensibile e capace di rivelare tensioni

Elettroscopio Bohnenberg con condensatore

L’elettroscopio con pile a secco fu ideato nel 1814 dal fisico astronomo e matematico tedesco Johann Gottlieb Bohnenberger (1765-1831). Esso permette non solo di rivelare una carica elettrica ma anche di determinare di che segno essa sia. Lo strumento qui descritto combina in effetti un elettroscopio di Bohnenberger e un elettroscopio condensatore voltiano

Foracarta

Come l’apparecchio con n° inv. 385 anche questo permette di mostrare gli effetti meccanici di una scarica elettrica.
Una base di ottone circolare reca un braccio a gomito che, grazie ad un tubetto di vetro sostiene un secondo braccio con una sferetta di ottone nella quale passa un elettrodo a punta ricurva trattenuto da una

Sacco di Faraday

Questo strumento, proposto da Faraday come quelli con n° inv. 415 e 416, viene anch’esso utilizzato per dimostrare che le cariche elettriche si portano alla superficie esterna dei conduttori.
Una base di legno tornita sostiene una colonnina di vetro verniciata di ceralacca nella quale è infilata un’asta d’ottone con un anello. A questo è cucito

Innaffiatoio elettrico

Questo semplice apparecchio viene utilizzato per mostrare un effetto della repulsione elettrostatica. È un recipiente tronco-conico d’ottone, dipinto internamente di vernice alla ceralacca. All’interno è stampigliata due volte la cifra 16. Reca inferiormente un ugello e superiormente una catenella tramite la quale viene appeso al conduttore di una macchina elettrostatica. Riempiendo il recipiente d’acqua

Pendolino elettrostatico

Questo semplice strumento permette di rivelare la presenza di cariche elettrostatiche. Un piccolo treppiede di ferro verniciato sostiene una colonnina di vetro sormontata da un cilindretto d’ottone. In esso è avvitata una sferetta che trattiene due asticelle metalliche orizzontali (il cui angolo fra loro è variabile) alle estremità delle quali sono appese, tramite fili,

Recipiente per accendere liquidi infiammabili

Semplice apparecchio utilizzato per mostrare le “proprietà calorifiche” della scintilla con un’esperienza conosciuta sino dalla prima metà del XVIII secolo.
Si tratta di un cilindretto di ottone con un manico sagomato sul quale è avvitata una coppetta. Ponendo in essa un liquido facilmente infiammabile (etere, alcol ecc.) questo viene facilmente acceso quando viene colpito

Apparecchio di Becquerel per studiare la piroelettricità della tormalina

Il fisico francese Antoine César Becquerel (1788-1878) propose nel 1828 un apparecchio per studiare i fenomeni piroelettrici nella tormalina e in altri cristalli analoghi. Si dicono piroelettrici quei cristalli che si elettrizzano quando riscaldati.
L’apparecchio è montato su di una base di legno. Una colonnina d’ottone regge un’asticella ricurva alla quale è appeso un filo

Elettrometro condensatore di Exner

Lo strumento è un elettrometro del tipo proposto nel 1887 dal fisico tedesco Franz Exner (1849-1926) per misure relative all’elettricità atmosferica. Lo strumento qui illustrato è inoltre munito di condensatore.
Un treppiede di ghisa verniciata sostiene un tubo di vetro con due ghiere d’ottone sul quale è fissata una scatola cilindrica chiusa da due finestre

Scaricatore universale con pressa elettrica

Lo scaricatore (o eccitatore) universale è un tipo di spinterogeno fra i cui elettrodi è possibile eseguire esperienze diverse facendo scoccare scintille (sublimazione di fili metallici, fulminazione di piccoli animali ecc.).
Una base di legno reca due colonnine di vetro sulle quali sono fissati dei giunti in ottone. Su di essi sono inserite due

pennacchi elettrici

Sono due apparecchi identici formati da una base di legno tornito, avvitata ad un disco di piombo e recante un tubo di vetro verticale. In cima ad esso un cappuccio d’ottone trattiene un pennacchio formato da un fascio di striscioline di carta-seta (rossa per uno, verde per l’altro). Un filo di rame all’interno del

Tubi scintillanti

Questo apparecchio, non è che una variante più spettacolare dell’effetto dei tubi scintillanti (vedi n° inv. 390).
Su di una base di legno tornito sono disposti cinque tubi scintillanti, fissati verticalmente in ghiere d’ottone. Queste sono collegate da un sottile anello metallico inserito nella base. Sui tubi, chiusi superiormente da una sferetta d’ottone, sono

Quadro scintillante

Questo apparecchio rappresenta una variante dei tubi scintillanti con n° inv. 390 e 392.
Si tratta di un telaio in legno recante due lastre di vetro accoppiate. Su una di esse, interamente, è incollata una lunga e stretta striscia di stagnola a zig zag lungo a quale sono state fatte piccolissime interruzioni. Gli estremi della

Tubo scintillante

Questo semplice strumento, utilizzato sin dalla seconda metà del XVIII secolo, permette di mostrare in modo spettacolare un effetto particolare della scarica elettrica.
Un tubetto di vetro è munito alle estremità di anelli di stagnola. Essi sono uniti da una strisciolina, pure di stagnola, avvolta a spirale lungo la quale sono praticate delle piccole interruzioni.
Collegando

elettrodi isolati

Sono due elettrodi utilizzati probabilmente per elettroterapia. Sono muniti di manico di bosso tornito nel quale è inserita colonnina di vetro sormontata da manicotto di ottone recante: (a) un’asta rettilinea con un terminale sferoidale; (b) un’asta ricurva con terminale identico. Le sferette sono appiattite per un miglior contatto con la pelle del paziente.
Gli elettrodi

Foravetro

Questo semplice strumento è utilizzato per mostrare gli effetti meccanici di una scintilla elettrica.
Una base di legno reca due colonnine di vetro ceralaccato sostenenti un traversa, pure in legno, la cui altezza si regola con una vite di fissaggio. Nella traversa è infilata un’asta verticale in ottone munita superiormente di sferetta e terminante inferiormente

Mulinello elettrico

Questo apparecchio, come quello con n° inv. 1533, permette di mostrare gli effetti meccanici del cosiddetto “vento elettrico” generato dalle punte.
Alle estremità di una base di legno sono fissate due colonnine di vetro di diversa altezza. Su ognuna di esse è inserito un manubrio trasversale d’ottone. Fra i manubri, grazie ad una coppia di

Apparecchio per la grandine elettrica

Lo strumento è simile e funziona in modo identico a quello con n° inv. 382.
È formato da una base di legno tornita ricoperta di stagnola recante un cilindro di vetro con un coperchio rivestito inferiormente di stagnola. Questa è in comunicazione con un elettrodo munito di sferetta posto sul coperchio. All’interno del recipiente si

bottiglie di Leida

Sono due bottiglie di Leida cilindriche con armature di stagnola. Ricoperte parzialmente di vernice alla ceralacca, hanno un coperchio di ebanite sotto il quale vi è un disco di sughero. L’elettrodo è di ottone e termina con una sferetta forata. Forse le bottiglie erano in origine parte di una macchina

flaconi di polvere elettroscopica per le figure di Lichtenberg

Questa polvere viene utilizzata per produrre le figure descritte nel 1777 da Georg Cristoph Lichtenberg (1742-1799). La polvere elettroscopica è una miscela di fiori di zolfo (zolfo raffinato finemente polverizzato) e di minio (ossido di piombo arancione). La polvere elettroscopica viene utilizzata per visualizzare la distribuzione delle cariche elettriche negative e positive.
a) Tubo cilindrico

Bottiglia di Leida con sostegno

Questa bottiglia di Leida faceva probabilmente parte di un set ideato dal costruttore inglese di strumenti scientifici George Adams (1750-1794), che comprendeva anche un tubo (scomparso) e un matraccio (vedi n° inv. 835) per le scariche nei gas nonché una pompa pneumatica a siringa e una coppia di elettrodi.
Su di una base di legno

bottiglie di Leyda

Sono quattro bottiglie di Leida identiche e cilindriche. Nell’inventario del 1923 erano cinque. Le loro armature (rifatte) sono di stagnola e sono munite di elettrodo verticale sormontato da una

Bottiglia di Leida scintillante

Questa bottiglia di Leida con armature particolari viene utilizzata in maniera analoga ai tubi scintillanti (vedi n° inv. 390 e 392) e permette una dimostrazione assai spettacolare.
È una bottiglia cilindrica con tappo di legno nel quale penetra un elettrodo d’ottone a sferetta, collegato tramite una catenella all’armatura interna. Le armature sono formate da serie

Matraccio scintillante

Come lo strumento con n° inv. 835, permette di osservare scariche elettriche in atmosfera rarefatta.
È una bottiglia piriforme di vetro il cui collo reca una ghiera d’ottone con una valvola a membrana; su di essa è avvitata una sfera con un foro filettato. Interiormente reca una punta. Sul fondo della bottiglia, concavo, è applicata

Batteria di 6 bottiglie di Leida

È una batteria di sei bottiglie di Leida alloggiate in scatola di legno con piedini a bottone. Le bottiglie sono cilindriche, con armature di stagnola e parzialmente verniciate di ceralacca. Sono munite di tappi in sughero, e di elettrodo terminante ad anello. Due aste passano attraverso gli anelli di due serie di tre bottiglie

Batteria di 9 bottiglie di Leida

È una batteria composta da nove bottiglie di Leida contenute in una scatola di legno in origine munita di coperchio (oggi mancante). Questa è munita di maniglie ed è divisa in scompartimenti. Una serie di strisce di stagnola poste sul fondo della scatola collegano le armature esterne delle bottiglie ad un anello. Le bottiglie,

Cristallo di quarzo

Si tratta di un cristallo di quarzo (cristallo di rocca). Probabilmente veniva utilizzato per mostrare come si può trovare in natura il quarzo, assai importante nella costruzione di elementi

Cannocchiale per teodolite

Si tratta di un piccolo cannocchiale in ottone, inserito in una ghiera recante due espansioni trasversali tronco coniche, nelle quali sono inseriti due assi di ferro. Il cannocchiale faceva doveva far parte di uno strumento (probabilmente un piccolo teodolite) mai completato. L’obbiettivo (apertura 30 mm, focale 180 mm circa) è acromatico; l’oculare,

Condensatore

Si tratta di un sistema ottico usato probabilmente come condensatore. In un corto tubo telescopico d’ottone sono inserite due lenti, di diametri diversi, piano convesse e a forte

Tubo conico con lente

Un cono d’ottone terminante con un corto tubo contiene una lente biconvessa. Può essere avvitato sia sulla lanterna di Duboscq (n° inv. 281) che sul portaluce (n° inv. 253) e permette di concentrare un fascio di

preparati microscopici con sezioni di minerali

Un astuccio racchiude una collezione di 15 vetrini sui quali sono montate delle lamine di cristalli diversi. Vengono utilizzati con un polariscopio o con un microscopio polarizzatore (ad esempio n° inv. 328) per osservare i fenomeni interferenziali prodotti dalle varie strutture cristalline.
Una legenda incollata sotto il coperchio e le etichette sui vetrini descrivono

prisma a liquido

Questo piccolo prisma, utilizzato per misurare l’indice di rifrazione dei liquidi, è identico a quello facente parte degli accessori del gran cerchio di Jamin (n° inv. 149).
Un prisma forato in vetro è alloggiato in un telaio triangolare d’ottone. Due lastrine di vetro coprono le aperture del prisma. Una piastrina

Pirometro ottico a sparizione

Descrizione: Data: 1930 circa Autore: Misure:

pinzette a tormalina con 16 lamine cristalline

Una scatola contine due pinzette a tormalina, praticamente identiche a quelle con n° inv. 119, e 16 campioni di lamine cristalline. Ogni cristallo è racchiuso fra due vetrini fissati in un telaio quadrangolare di sughero. Sui telai sono applicate delle etichette in francese e in italiano (queste ultime aggiunte aggiunte posteriormente) denominanti il

Polarizzatore e analizzatore per microscopio

Si tratta di un polarizzatore e di un analizzatore da usarsi con un microscopio quando, ad esempio, si osservano lamine cristalline o campioni di minerali.
Entrambi sono formati da un tubo d’ottone, con una ghiera, nel quale è inserito un prisma polarizzante. Il polarizzatore viene inserito sotto il tavolino portaoggetti, l’analizzatore è invece fissato

Micrometro di Rochon a doppia immagine

Questo strumento rappresenta la versione finale del micrometro a doppia immagine ideato e perfezionato durante l’ultimo quarto del XVIII secolo dal navigatore, astronomo e ottico francese Alexis Marie Rochon (1741-1817). Lo strumento (detto anche cannochiale di Rochon) viene utilizzato sia per misurare la distanza di un oggetto quando se ne conoscono le dimensioni che

Lente convergente montata in un anello di legno

E’ una lente biconvessa (f = 30 cm circa), inserita in un anello di

Apparecchio per ingrandire su carta l’immagine di una lastra stereoscopica

L’ apparecchio permette di riprodurre e di ingrandire su carta fotosensibile, una delle due fotografie di una lastra stereoscopica in vetro (107×45).
Si compone di una scatola tronco-piramidale in legno alla quale è fissato un tubo d’ottone recante, con innesto a baionetta e asta di fissaggio, un telaio rettangolare. Nel telaio, con una molla,

Lente d’ingrandimento con treppiede

In un anello d’ottone munito di 3 piedini a colonna è avvitato un oculare nel quale sono incastonate due lenti biconvesse separate da un diaframma di legno.
Lo strumento viene appoggiato sulla superficie da osservare e la messa a fuoco viene effettuata modificando a vite la posizione dell’oculare. Lenti di questo tipo sono utilizzate

Grafoscopio

E’ un apparecchio che permette di visionare sia immagini e fotografie normali che stereoscopiche.
Si compone di una scatola di legno, divisa orizzontalmente in tre sezioni incernierate fra loro. Il coperchio reca una grossa lente biconvessa, trattenuta da un anello e usata come lente di ingrandimento; sotto di essa, pure incastonate in anelli di

Lente d’illuminazione con sostegno

Su di una colonnina d’ottone, montata su di un sostegno circolare di ghisa, scorre un’asta che, tramite una staffa regge una lente piano-convessa (f = 12 cm circa), detta “occhio di bove”. Questa lente orientabile viene utilizzata per concentrare la luce ed illuminare gli oggetti opachi posti sul portaoggetti di un

Portalenti a mano da dimostrazione

Questo semplice strumento da dimostrazione viene usato quando, per osservare un preparato, non occorrono forti ingrandimenti.
Una tavoletta forata di legno, munita di manico e di mollette per fissare i vetrini portaoggetti, reca un’asticella verticale. Su di essa, tramite una vite, è fissata una seconda asta con un anello nel quale è inserita una lente

Oculare per la messa a fuoco delle immagini nelle camere oscure

Lo strumento, formato da una coppia di corti tubi telescopici contenenti un oculare di Ramsden, viene appoggiato sulla lastra di vetro smerigliato che forma il fondo delle camere oscure per daguerrotipia. Grazie ad esso è possibile osservare ingranditi i dettagli dell’immagine che si forma sulla lastra e controllare così la messa a

Trottola cromatica

E’ una trottola formata da un disco metallico imperniato su di una punta e munita di un piccolo manico. Un disco di carta, incollato su quello metallico, è diviso in 14 settori che ripetono due volte i colori dell’iride.
Viene usata in modo analogo al disco di Newton (n° inv.108): ponendo la trottola in

Microscopio cristallografico Fuess (modello II)

Questo microscopio, “modello II” della ditta Fuess, è specialmente ideato per ricerche e osservazioni cristallografiche in luce polarizzata.
Un piede a ferro di cavallo sostiene il corpo dello strumento tramite una cerniera. Gli specchietti (piano e concavo) per l’illuminazione sono montati su di un’asta quadrangolare orientabile. Il tavolino portaoggetti è circolare, può ruotare ed

Spettrografo secondo Schumann con prisma di quarzo

Questo tipo di spettrografo con prisma di quarzo (modello piccolo della ditta Fuess), fu proposto dal fisico tedesco Victor Schumann (1841-1913) e venne usato specialmete per misurare e fotografare spettri nel campo dei raggi ultravioletti.
Lo strumento è montato su di un massiccio treppiede al centro del quale è imperniato un disco recante il

Gamme cromatiche di Chevreul

Le gamme e i cerchi cromatici furono ideati dal chimico francese Michel Eugène Chevreul (1786-1889) nel tentativo di classificare i colori in maniera scientifica e razionale. Questo sistema fu a lungo utilizzato nell’industria dei coloranti e delle tinture.
Per ottenere il cerchio cromatico dei “colori franchi” si divide un cerchio in 72 settori diversi

Binocolo da campo sezionato

E’ un binocolo da campo identico a quello con n° inv. 221. Uno dei due corpi che lo compongono è stato sezionato a scopi didattici e in esso è possibile vedere le parti ottiche: l’oculare di Ramsden, i prismi a riflessione totale e l’obbiettivo acromatico. Il corpo non sezionato non contiene nè l’obbiettivo nè

Doppietto acromatico diviso a metà

Sono due lenti divise a metà: una biconvessa, l’altra biconcava. Riunite e giustapposte esse formano un sistema acromatico (f = 34 cm

prismi di Dove ad inversione

Sono due prismi trapezoidali di vetro detti prismi ad inversione o di Dove dal nome del fisico e metereologo tedesco Heinrich Wilhelm Dove (1803-1879) che li descrisse nel 1851 e li utilizzò in alcuni strumenti ottici.
Un fascio di raggi luminosi che penetra nel prisma parallelamente alle sue basi subisce una rifrazione, una

schermagli

Due telai ottogonali di legno montati su colonnine d’ottone recano due ghiere di diametro diverso pure d’ottone. Le colonnine possono essere infilate nei supporti del banco ottico (n° inv. 291). Nelle ghiere vengono inseriti, a frizione, elementi ottici diversi. In una di esse si possono inoltre fissare, tramite 3 linguette mobili, i sugheri nei

prismi cementati

Ad un prisma equilatero in vetro incolore è cementato, lungo l’ipotenusa, un prisma rettangolare di vetro verdino. L’uso di questa coppia di prismi non è certo, ma forse veniva utilizzata per mostrare un sistema dispersivo che non produce deviazione nella direzione media del fascio emergente. Infatti un fascio di luce bianca che

Tavola spettrale

Una tavola didattica con immagini di diversi spettri luminosi è incorniciata sotto vetro. Tavole simili, ma di dimensioni ridotte, erano spesso inserite nei testi di fisica dell’epoca per illustrare i capitoli dedicati alla spettroscopia.
Essa reca le diciture: “Tafel II. / Spectraltafel nach der Originalzeichnung von G.Kirchoff und R.Bunsen./ Sämmtliche Metalle der Tafel I und

specchi piani

Sono 5 specchi di vetro, piani, fissati su delle tavolette di legno. Quattro di esse recano dei fori opposti, al centro del lato maggiore.
Gli specchi erano in origine imperniati su di un telaio (oggi scomparso) in modo da essere mobili e da poter simulare schematicamente le proprietà degli specchi curvi. Sono contenuti

specchi incernierati su quadrante graduato

Un semicerchio di ferro verniciato recante una graduazione grossolana 90°- 0°-90° con divisioni ogni 5 gradi sostiene un’asta verticale alla quale sono imperniati due specchi piani di vetro. Sul semicerchio è fissato un tubicino che serve da portacandela.
Gli specchi possono formare fra loro tutti gli angoli fra 0° e 180°. L’apparecchio viene usato

Microscopio composto di Amici

Questo microscopio composto fu costruito da Giovanni Battista Amici (1786-1863) per il Dr. Giorgio Holdt. In una lettera a lui indirizzata e ritrovata nella cassetta del microscopio l’Amici descrive dettagliatamente le caratteristiche e le particolarità dello strumento.
Un tripode ripieghevole d’ottone sostiene un’asta quadrangolare sulla quale è montato lo strumento. Lo specchietto (piano e concavo)

Cannocchiale di Edelmann con sostegno e scala per letture a riflessione

Lo strumento è molto simile a quelli con n° inv. 308 e 309; il suo uso è identico.
Il cannocchiale acromatico (42 mm di apertura) è imperniato in un anello posto alla base dell’asta che regge la scala. Una vite con molla antagonista ne regola gli spostamenti orizzonali, una seconda vite quelli verticali ed

Eliostata di Silbermann

L’eliostata, già proposta nel XVIII secolo dall’olandese Willem’s Gravesande (1688-1742), è uno strumento a orologeria destinato a riflettere in direzione costante un fascio di raggi solari malgrado il loro movimento orario. L’eliostata ideata verso il 1844 dal fisico francese Johann Theobald Silbermann (1806-1865) è del tipo biassiale a specchio unico; solida e relativamente compatta

prismi di vetro all’uranio

Sono due prismi triangolari, ad angolo retto, in vetro verdino. La colorazione del vetro è data probabilmente dai sali di uranio. Erano forse utilizzati per esperienze sulla fluorescenza. Uno dei prismi è scheggiato in più

Cannocchiale con sostegno per letture a riflessione

Lo strumento, anch’esso usato come quelli con n° inv. 299, 308, 309 e 312 per le letture a riflessione, è però di modello più antiquato.
Un disco d’ottone è imperniato su di un treppiede munito di viti calanti. Il disco può ruotare e la sua posizione viene fissata tramite una ganascia a vite. Su di

Banco ottico

Questo banco veniva utilizzato per posizionare strumenti e accessori utilizzati nelle più svariate esperienze di ottica.
Si compone di un banco in legno, lungo e stretto, sul quale è posta un’asse recante una coppia di binari in ferro. Fra le gambe del banco, di cui una è munita di vite calante, vi è un

Apparecchio fotografico

E’ un apparecchio fotografico a soffietto che, racchiuso, forma una scatola di pelle munita di fori filettati che permettono di avvitarla su di un cavalletto. La parte anteriore dell’apparecchio si apre su cerniere e permette al soffietto di estendersi. Il telaio in legno che trattiene l’obbiettivo scorre fra due guide e può essere fissato

Cono in vetro con schermo e sostegno

Questo apparecchio dimostrativo permette di riprodurre un arcobaleno artificiale.
Un sostegno telescopico a colonna montato su di una base circolare zavorrata con una massa di piombo sostiene uno schermo circolare nel quale è inserito in cono di flint.
Un fascio di luce bianca che cade sul cono orientato con il vertice verso la sorgente luminosa

Fosforoscopio di Bequerel

Il fosforoscopio descritto nel 1859 dal fisico francese Edmond Alexandre Becquerel (1820-1891) è un apparecchio che permette di determinare se una sostanza è fosforescente anche se per brevissimo tempo.
Lo strumento è formato da una scatola cilindrica di ottone ossidato recante un’asta infilata in una colonnina munita di treppiede di ghisa. Nella scatola sono

Sostegno per lenti circolari

Un treppiede di ferro sostiene una colonnina telescopica d’ottone sulla quale è fissato un anello. In esso sono inserite diametralmente due asticelle verticali la cui posizione può essere regolata tramite apposite viti di bloccaggio. Alle estremità delle asticelle sono montate due piccole staffe fra le quali, ad altezza voluta si inserisce una lente da

Fosforoscopio

Questo strumento si compone di una scatoletta di legno piatta, con il coperchio scorrevole, nella quale sono poste 6 fiale di vetro contenenti polveri fosforescenti. Queste sostanze (generalmente solfuri di bario, stronzio, calcio, contenenti tracce di rame, bismuto o manganese), dopo essere state esposte ad una sorgente luminosa emettono luci diverse per colore, durata

Bottiglia contenente una soluzione di solfato di chinino

Un flacone cilindrico di vetro, munito di tappo a smeriglio contiene una soluzione di solfato di chinino. Questa sostanza viene usata per mostrare il fenomeno della fluorescenza: illuminata dai raggi ultravioletti produce una vivida luce bluastra. Sull’etichetta vi è la scritta “Solfato di Chinino per esperienze di Fluorescenza / Prof. Roiti 1874 / Non

Lampada ad arco di Duboscq

Questo tipo di lampada ad arco, simile a quella ideata dal fisico Léon Foucault (1819-1868), fu messo a punto e notevolmente perfezionato dal costruttore francese Jules Duboscq (1817-1886) verso il 1850. Usata spesso nella lanterna dovuta allo stesso Duboscq (n° inv. 281), funziona a corrente continua e la regolazione della distanza fra i carboni

Poliorama

E’ un’apparecchio da proiezione doppio da applicare alla lanterna di Duboscq (n° inv. 281).
Un quadro rettangolare d’ottone brunito reca da un lato 2 condensatori formati entrambi da una coppia di lenti convergenti. Sull’altro lato invece sono incernierati 2 tubi tronco-conici d’ottone, contenenti ognuno un obbiettivo di tipo Dallemeyer munito di due coppie di

Apparecchio per proiezioni

Si tratta di un apparecchio da proiezione più moderno ed elaborato di quello con n° inv. 252.
Una scatola metallica, aperta posteriormente e con due sportelli sui lati, racchiude la sorgente luminosa costituita da una lampada a petrolio. La lampada, che scorre fra due guide, è formata da un serbatoio per il petrolio dal

Cono di proiezione per la lanterna di Duboscq

E’ un cono di proiezione che può essere avvitato sulla lanterna di Duboscq (n° inv. 281) dopo averne tolto il condensatore.
E’ formato da un cilindro d’ottone, contenente due lenti convergenti, da un quadro e da un tronco di cono, nel quale scorre telescopicamente un obbiettivo di tipo Dallmeyer contenente una lente acromatica

Lampada al magnesio

Questa lampada al magnesio, ideata dall’americano Alonzo G. Grant e realizzata dall’inglese J.Solomon, veniva utilizzata essenzialmente per la fotografia con luce artificiale o, in laboratorio, come potente sorgente luminosa. La lampada fu brevettata nel 1864.
E’ formata da un cilindro metallico che appoggia su due piedi e su di un manico di legno e da

Microscopio composto Merz con accessori

Trattasi del microscopio composto “Modello N°1” della casa Merz. Il piede è a ferro di cavallo e sostiene con un apposito giunto il corpo dello strumento in ottone. Il doppio specchietto per l’illuminazione (piano e concavo) è fissato ad un’asta girevole ed è orientabile. La posizione dell’asta è regolabile tramite una vite di fissaggio.

Poliscopio panoramico

E’ un gioco ottico formato da una scatola di legno tronco-conica recante sul vertice una tavoletta con un manico nella quale è inserita una lente biconvessa. La base della scatola è formata da un foglio di carta sul quale è acquarellata una veduta rappresentante una galleria ad arcate popolata di vari personaggi. Una serie

Archetto da contrabbasso

E’ un archetto utilizzato per esperienze d’acustica. La tensione dei crini può essere variata ruotando una vite che modifica la posizione del tassello al quale sono

specchi ad angolo variabile

Due specchi piani di vetro argentato sono fissati a tavolette di legno ricoperte posteriormente di carta. Queste sono unite, lungo uno spigolo, da un nastro di stoffa e possono assumere fra loro tutti gli angoli compresi fra 0° e 180°. L’apparecchio viene utilizzato, come quello con n° inv. 304, per mostrare il formarsi di

Telaio per lastre

Si tratta di un telaio di zinco annerito, munito di manico, nel quale si infila, fra apposite guide, una lastra da proiezione. Può essere utilizzato nel cono di proiezione con n° inv.

Apparecchio didattico per mostrare il funzionamento del cannocchiale, del microscopio, ecc.

Lo strumento non è altro che un piccolo banco ottico sul quale, con vari elementi, è possibile montare a scopo didattico, un microscopio composto, un cannocchiale, un telescopio a riflessione, ecc. Il suo design non è molto comune ma l’apparecchio viene utilizzato in maniera analoga a a quello ideato dal fisico tedesco

Prisma per liquidi ad angolo variabile con sostegno

Questo strumento permette di mostrare numerosi fenomeni relativi alla rifrazione e alla dispersione di un raggio luminoso che attraversa un prisma liquido.
Una colonnina telescopica montata su di un treppiede in ferro regge un recipiente prismatico formato da due settori semicircolari d’ottone e da due telai, ad essi perpendicolari, inclinabili grazie ad una coppia di

Prisma rettangolare con sostegno

Un prisma rettangolare di vetro “crown” è incernierato su di un sostegno telescopico a colonna munito di base circolare zavorrata con una massa di ghisa. Il prisma può essere ruotato e posto orizzontalmente o verticalmente. Veniva utilizzato specialmente per mostrare il fenomeno della riflessione totale. Un fascio di luce che cade perpendicolarmente ad uno

Meridiana iconantidiptica di Amici

La meridiana iconantidiptica proposta nel 1844 dallo scienziato e costruttore italiano Giovan Battista Amici (1786-1863) permette di determinare il momento del passaggio del sole al meridiano (mezzogiorno solare) e di controllare e correggere l’andamento degli orologi meccanici.
Un disco montato su tre piedini (aggiunti forse posteriormente) reca una colonna d’ottone tagliata obliquamente. Su di

Binocolo

Trattasi di un binocolo formato da due cannocchiali galileiani appaiati. Le lenti obbiettive sono acromatiche. Una coppia di tubi scorrevoli permette di schermarle dalla luce diretta del sole. I due tubi d’ottone sono parzialmente ricoperti di pelle. La messa a fuoco avviene ruotando un pignone a vite che muove le ghiere nelle quali

Lente convergente in quarzo con sostegno

E’ una lente biconvessa in quarzo (f = 20 cm circa) posta al centro di uno schermo circolare montato su di una colonnina telescopica d’ottone munita di base circolare zavorrata con una massa di ghisa. Viene utilizzata per esperienze con i raggi ultravioletti che vengono assorbiti in misura minore dal quarzo che non

Camera oscura per dagherrotipi con accessori

Si tratta di un set completo per impressionare, sviluppare e fissare i daguerrotipi ovvero le immagini ottenute su lastrine di rame argentato (o di argento) secondo il procedimento ideato dal pittore e inventore francese Louis Jacques Mandé Daguerre (1787-1851) con la collaborazione di Nicéphore Nièpce (1765-1836). Questa tecnica fu presentata ufficialmente nel 1839

Apparecchio per l’esperienza del “bouquet magico”

L’apparecchio permette di mostrare, con un’illusione ottica, una proprietà degli specchi concavi.
E’ composto da una scatola di legno nero a forma di prisma triangolare verticale, aperto da un lato, all’ interno del quale è appeso capovolto un bouquet di fiori artificiali (il mazzetto, in plastica, è ovviamente più tardo dello strumento). Sopra la scatola

Cannocchiale da marina

Si tratta di un cannocchiale da marina composto da sei tubi in ottone inseriti uno nell’altro telescopicamente. Quello di diametro maggiore è parzialmente ricoperto di cuoio e reca una ghiera scorrevole che permette di schermare l’obbiettivo dalla luce solare diretta. Il sistema ottico è formato da una lente obbiettiva acromatica, da una coppia de

Recipiente cilindrico di vetro per gli spettri di assorbimento

Un tubo di vetro è chiuso alle estremità da 2 dischi pure di vetro. Questi sono trattenuti da 2 anelli di ottone uniti da 3 lunghe viti. Il tubo ha un piccolo foro chiuso da un tappo smerigliato ed è posto su di un supporto di legno.
Nel recipiente opportunamente riscaldato

Micrometro obbiettivo

Una lastrina di vetro reca incisa nel centro una scala micrometrica ricoperta da un sottile coprioggetti. La scala è lunga 2 mm ed è divisa in 1/100 di mm. Il vetrino, posto sul portaoggetti è usato per determinare l’ingrandimento dei microscopi. E’ infatti possibile, con l’ausilio di una camera lucida osservare e paragonare la

Lanterna magica con 12 lastre da proiezione

La lanterna magica è un rudimentale apparecchio da proiezione utilizzato sia per scopi didattici che per uso puramente dilettevole. E’ formata da una scatola cilindrica di zinco, sormontata da un camino e decorata con del lamierino traforato. Una porticina laterale permette di introdurre nella lanterna una lampada ad olio, munita di riflettore argentato e

Pallone di vetro per gli spettri di assorbimento

Viene utilizzato, in maniera analoga al tubo descritto nella scheda con n° inv. 260, per generare spettri d’assorbimento generati dal passaggio di un fascio luminoso attraverso gas o vapori colorati (in special modo quelli dello iodio e del bromo).
Ad un pallone di vetro smerigliato sono state asportate due calotte sferiche diametralmente opposte. Due dischi

Apparecchio per mostrare i fenomeni di rifrazione e di riflessione totale

Questo strumento per mostrare i fenomeni di rifrazione e di riflessione totale è una semplificazione di quello ideato nel 1844 dal fisico Johann Teobald Silbermann (1806-1865) e dal costruttore Jean Baptiste François Soleil (1798-1878).
Un treppiede di ferro, munito di viti calanti, sostiene una colonna sulla quale è fissato un recipiente semicilindrico di vetro

Apparecchio per mostrare i fenomeni di riflessione e di rifrazione

Una colonna fissata su di un piede di ferro reca un cerchio sul cui bordo è incisa una scala graduata da 0° a 360°. Al centro del cerchio, su cui è posto un tavolino circolare, sono imperniate due aste d’ottone. Una di esse reca un portacandela racchiuso in una scatola metallica nella quale è

Schermo circolare

Un piede d’ottone circolare, zavorrato con pallini di piombo, sostiene un anello in cui è inserito un secondo anello sul quale è tesa una tela. Viene utilizzato come schermo sul quale proiettare

Apparecchio per la ricomposizione dei colori

L’apparecchio permette di mostrare la ricomposizione della luce bianca dai colori dello spettro e di generare i colori complementari.
Un supporto telescopico a colonna, munito di base circolare zavorrata con una massa di piombo, sostiene con una staffa un disco nel quale è inserita una lente cilindrica piano-convessa e reca un braccio snodabile con un

Lente d’ingrandimento

In un tubetto di ottone nichelato, munito di asta ad anello nel quale infilare un dito è inserito un oculare contenente una coppia di lenti biconvesse. Lo strumento permette di osservare fortemente ingrandito un’oggetto posto in prossimità

Telescopio gregoriano

Questo tipo di telescopio a riflessione fu proposto nel 1663 dall’astronomo e matematico scozzese David Gregory (1659-1708). La costruzione dello specchio metallico era difficoltosa e Gregory non riuscì a far realizzare uno strumento efficace. Isaac Newton (1642-1727) dal canto suo ideò e realizzò verso il 1668 un altro tipo di telescopio a riflessione ma

Contafili

Il contafili è formato da una lastrina metallica sulla quale sono incernierati due piccoli telai. Lo strumento aperto forma una C: il telaio inferiore presenta un’apertura quadrata di 1 cm di lato, quello superiore contiene una lente biconvessa.
Appoggiato sull’oggetto in esame (tessuto, fotografia, ecc.) permette di osservarne i dettagli fortemente

Cannocchiale eliometrico

E’ un cannocchiale la cui lente obbiettiva è bipartita secondo l’accorgimento proposto nel 1753 dal costruttore inglese John Dollond (1706-1761). Questo tipo di eliometro è generalmente utilizzato in astronomia per misurare il diametro del sole (da cui il nome dello strumento) o la distanza di parallasse fra due stelle.
Un sostegno formato da una coppia

Camera oscura

E’ un modello didattico del più semplice tipo di camera oscura. E’ formata da una scatola di legno con una parete di vetro smerigliato. Sulla faccia opposta a questa vi è un piccolo telaio metallico nel quale di infila un diaframma con un foro circolare. L’apparecchio è corredato da 3 diaframmmi con fori di

Microscopio tascabile

Si tratta di un piccolo microscopio tascabile formato da un tubetto di ottone nel quale scorre telescopicamente un oculare munito di due lenti convergenti. Il tubetto è chiuso da un disco di vetro al quale può essere giustapposto un secondo disco, pure di vetro, incastonato in una ghiera scorrevole. Gli oggetti da esaminare vengono

Bottiglia prismatica con sostegno

Un sostegno telescopico a colonna, munito di base circolare zavorrata con una massa di piombo, regge una cerniera alla quale è fissato un telaio prismatico d’ottone munito di due finestre rettangolari. In esso è alloggiata una bottiglia di vetro a sezione triangolare con tappo smerigliato.
La bottiglia, generalmente riempita di solfuro di carbonio liquido

Otturatore Guerry per apparecchi fotografici

L’otturatore ideato da Cl. Guerry, da applicarsi ad un apparecchio fotografico, è del tipo a doppio sportello. E’ formato da un telaio di legno che, tramite un’apposita vite si fissa davanti ad un obbiettivo. Sulla parte anteriore dell’otturatore sono imperniati due sportelli mobili sovrapposti, foderati di velluto nero. Una di esse viene azionata tramite

prismi rettangolari

Sono tre prismi rettangolari a riflessione, probabilmente appartenevano a strumenti oggi scomparsi. Due di essi sono

Lente cilindrica e lente torica

Sono due lenti convergenti:
a) lente cilindrica biconvessa (linea focale = 1,5 cm circa)
b) lente torica piano convessa a sezione rettangolare. Essa prende questo nome poichè formata appunto da una calotta ricavata da un toro. Speciali lenti toriche vengono usate in

Lente convergente

E’ una lente piano-convessa (f = 30 cm

lenti d’ingrandimento

E’ una coppia di lenti a mano identiche. Sono formate da una piccola lente convergente incastonata in una ghiera d’ottone con due anelli filettati. La ghiera è montata su di un manico di legno. Le due lenti scheggiate ed incrinate sono del tutto

telai con sei lastre fotografiche

Sono due telai di legno con manico. In essi vengono poste le lastre in vetro trattenute da una linguetta girevole di metallo. I telai vengono usati con il cono di proiezione (n° inv. 277) o con il poliorama (n° inv. 274).
Con essi sono inventariate 6 lastre fotografiche su vetro che rappresentano paesaggi ed edifici.

compressori

Trattasi di 2 compressori identici per preparati microscopici. Essi sono simili, anche se più semplici, a quello del Pacini con n° inv.227.
Un anello d’ottone, munito di corona circolare, è chiuso superiormente da un disco di vetro. Un secondo anello, che si inserisce sul primo, trattiene, tramite due linguette metalliche, un vetrino coprioggetto. Fra i

Compressore di Pacini

Il compressore permette appunto di comprimere fra due vetri e in maniera uniforme un preparato da sottoporre all’esame microscopico in modo tale che la superfice da osservare risulti perfettamente piana.
Questo tipo di compressore è quasi identico, anche se leggermente semplificato, a quello descritto dal medico e biologo italiano Filippo Pacini (1812-1883).
Si compone

Camera lucida per microscopia

Questa camera lucida funziona sullo stesso principio di quella (n° inv. 306, punto f) ideata dall’anatomista tedesco Samuel Thomas von Sömmerring (1755-1830) ma e di design più moderno. Essa permette di disegnare su di un foglio le immagini osservate in un oculare di microscopio.
E’ formata da un anello di ottone che, stringendosi a

Vaschetta in vetro

E’ una vaschetta verticale probabilmente usata per esperienze concernenti l’assorbimento della luce da parte dei liquidi.
E’ formata da una coppia di lastre di vetro parallele trattenute contro un telaio di legno ceralaccato da ganasce e tiranti metallici. Poggia su due piedi di

lenti divergenti

Sono 3 lenti divergenti:
a) biconcava (f = 40 cm circa),
b) piano-concava (f = 40 cm circa),
c) menisco-concava (f = 40 cm circa),
Sono contenute in una scatola di cartone a tre scomparti sul cui fondo sono raffigurate le diverse sezioni delle

Binocolo da campo

E’ un binocolo da campo di tipo militare.
I due cannocchiali che lo compongono sono incernierati allo stesso asse. Questi sono composti da un obbiettivo acromatico, da 2 prismi a riflessione totale (posti con le ipotenuse parallele e orientati secondo piani ortogonali) e da un oculare di Ramsden. La disposizione dei due prismi è

lenti convergenti

Sono 3 lenti convergenti:
a) biconvessa (f = 40 cm circa),
b) piano-convessa (f = 40 cm circa),
c) menisco-convessa (f = 40 cm circa),
Sono contenute in una scatola di cartone a tre scomparti sul cui fondo sono raffigurate le diverse sezioni delle

Cronofotografo di Demeny

E’ un apparecchio cinematografico reversibile ideato dal fisiologo e inventore George Demeny (1850-1917) . Esso viene utilizzato sia per impressionare che per proiettare delle pellicole da 35 mm e fu brevettato in Francia con il N° 262017 il 9 dicembre 1896.
Una scatola di legno, con due lati apribili contiene i meccanismi dell’ apparecchio.

Cubo e coppia di prismi di fluorite

Sono due prismi rettangolari e un cubo di fluorite (spato fluore). Vengono usati per varie esperienze di fluorescenza, fenomeno che ha appunto questo nome perchè osservato per la prima volta sulla fluorite. Questa, colpita da i raggi di una sorgente luminosa abbastanza, intensa emette una luce azzurrognola.
Uno dei prismi è scheggiato. Sono contenuti in

Specchio concavo con sostegno

E’ uno specchio circolare concavo di vetro argentato incastonato in un anello di legno. Questo è imperniato in una forcella d’ottone che, tramite un’asta, penetra in una colonna di legno tornito munita di piede circolare. L’altezza dello specchio può essere regolata tramite una vite di fissaggio che blocca l’asta di

Lente acromatica

Si tratta di una lente acromatica (doppietto, f = 105 cm circa) montata in un anello filettato d’ottone. Probabilmente era l’obbiettivo di un cannocchiale oggi

Sostegno per esperienze ottiche

Questo sostegno, utilizzato per montare esperienze ottiche, è composto da due telai di legno. Il più grande, a forma di triangolo, ha l’ipotenusa rivestita di velluto. Il più piccolo, a forma di triangolo ottuso, ha pure un il lato più lungo rivestito di velluto che si appoggia sull’ipotenusa del più grande. Le due facce

Specchio convesso con sostegno

E’ uno specchio circolare convesso di vetro argentato, (f = 60 cm circa) incastonato in un anello di legno. Questo è imperniato in una forcella d’ottone che, tramite un’asta, penetra in una colonna di legno tornito munita di piede circolare. L’altezza dello specchio può essere regolata tramite una vite di fissaggio che blocca l’asta

Spintariscopio di Crookes

Lo spintariscopio, descritto nel 1903 dal fisico inglese William Crookes (1832-1919) è uno strumento atto a visualizzare soggettivamente le particelle alfa tramite la loro azione su di uno schermo fluorescente. Lo spintariscopio, che nella sua prima versione era poco più che un giocattolo scientifico, fu modificato pochi anni dopo in modo da permettere un

Prisma con montatura per spettroscopio

Un prisma equilatero in vetro verdino (probabilmente ad alto indice dispersivo) è fissato tramite una lamina metallica su di una base sagomata in ottone annerito. La base, sotto la quale vi è un piccolo perno, è munita di un’asta terminante con una sferetta e di un’espansione con una fenditura semicircolare e una tacca recante

Porta scala con lanterna per letture a riflessione

Lo strumento viene usato per determinare le deviazioni degli equipaggi mobili muniti di specchio. Contrariamente ai cannocchiali di Edelmann, utili per letture soggettive e cioè eseguite dalla sola persona che osserva nel telescopio, questo strumento permette letture oggettive, eseguite da più persone contemporaneamente. Il suo design è poco comune anche se apparecchi di questo

Apparecchio di Bunsen per mostrare l`assorbimento della luce del sodio

L’apparecchio ideato dal chimico tedesco Robert Wilhelm Bunsen (1811-1899) permette di mostrare, senza l’uso di apparecchi spettrali, il fenomeno di assorbimento della luce gialla del sodio.
E’ formato da una bottiglia di Woulfe a tre colli nei quali, tramite appositi tappi, sono inseriti 4 tubi. Nel collo centrale ve ne sono due, terminanti ad

Lente di Stanhope

La lente d’ingrandimento detta “Stanhope”, dal nome dello scienziato e politico inglese Charles Stanhope (1753-1816) , è formata da un cilindro di vetro avente le due facce convesse. La superfice del cilindro è annerita ed esso è trattenuto da un filo metallico ritorto formante un anello tramite il quale si maneggia la lente.
Questa

Cannocchiale astronomico con sostegno

Un treppiede di ferro sostiene una colonna telescopica d’ottone sulla quale è incernierato un cannocchiale acromatico (apertura 38 mm) di tipo astronomico. Il tubo contenente l’oculare di Ramsden con reticolo e diaframma, scorre tramite pignone dentato e cremagliera e permette la messa a fuoco. Un coperchietto protegge l’obbiettivo. Probabilmente veniva utilizzato per osservazioni in

Specchio per pittori

E’ uno specchio di vetro nero, di forma rettangolare, leggermente convesso, racchiuso in un astuccio di pelle.
Specchi di questo genere erano utilizzati specialmente da pittori e disegnatori e ad essi viene abbinato il nome del pittore francese Claude Gellée Lorrain (1600-1682), celebre paesaggista. L’artista copia un paesaggio riflesso nello specchio che, per la

microscopio catetometrico

Questo strumento dal design poco comune reca due microscopi posti orizzontalmente. Essi vengono utilizzati per misure di precisione, quali la determinazione dei livelli di un liquido (ad esempio del mercurio) in un tubo termometrico ad “U”. L’uso dello strumento per osservare una coppia di livelli spiegherebbe la presenza di due microscopi appaiati.
In una

Disco in vetro smerigliato con sostegno

Un disco di vetro smerigliato, montato in un anello, è posto su di un sostegno telescopico a colonna in ottone munito di base circolare zavorrata con una massa di ghisa. Il disco può essere utilizzato sia come diffusore davanti ad una sorgente luminosa che come schermo sul quale proiettare piccole

Scatola con preparati microscopici

In una scatoletta sono contenute 13 assicelle di legno. Ognuna di esse reca due fori nei quali, fra una coppia di dischetti di vetro trattenuti da anelli di ottone, si trova un preparato microscopico. Sulle assicelle, a fianco dei preparati una scitta stampata in francese ne descrive la natura. La scritta è stata tradotta

Recipiente in vetro a facce parallele

Trattasi di una piccola vaschetta formata da due lastrine di vetro trattenute da una coppia di telai d’ottone (con 4 viti) contro un anello di vetro di forma ottogonale. Nell’ anello è praticato un piccolo foro che accoglieva un tappo smerigliato (scomparso).
Questo recipiente, interposto tra una sorgente luminosa e uno spettroscopio, può venir utilizzato

Obbiettivo fotografico

E’ un obbiettivo fotografico, in ottone, avvitato su di una corona circolare che, con tre viti, si fissa ad una camera oscura. La lente acromatica è posta in un tubo d’ottone solidale con un secondo tubo, concentrico, di diametro inferiore. Questo tipo di lente acromatica, introdotta dall’ottico Charles Chevalier (1804-1859), divenne popolare con il

Lampada Drummond

Questo tipo di lampada fu proposta negli anni venti del secolo scorso dall’ingegnere scozzese Thomas Drummond (1797-1840), che seppe sfruttare praticamente il fenomeno già osservato relativo all’incandescenza della calce. La “luce Drummond” fu spesso utilizzata negli apparecchi da proiezione per la notevole intensità della luce da essa prodotta.
In un piedestallo cilindrico, munito di

Microscopio composto da esercitazione

E’ un piccolo microscopio composto usato essenzialmente per esercitazioni didattiche o semplici osservazioni.
Sul piede a “v” di ferro verniciato è incervierata un’asta sagomata d’ottone, recante lo specchietto, il portaoggetti e il tubo. Lo specchietto circolare è trattenuto da una forcella orientabile. Il tavolino portaoggetti è quadrato, con un foro centrale e con due

Lente acromatica montata in un anello di legno

E’ una lente acromatica (doppietto, f = 210 cm circa) montata in un anello di legno. Fu probabilmente costruita come obbiettivo per un

specchi piani con sostegno

Sono due specchi circolari, piani, di vetro argentato, inseriti in una cornice imperniata fra due colonnine di legno tornito montate su di una base

Microscopio solare e fotoelettrico

Questo microscopio permette di proiettare su di uno schermo l’immagine fortemente ingrandita degli oggetti in esame. E’ detto solare quando viene utilizzato inserito su di un portaluce (n° inv. 253) o fotoelettrico quando è istallato ad esempio sulla lanterna di Duboscq (n° inv. 281) munita di lampada ad arco (n° inv. 280). Il microscopio

Microscopio polarizzatore di Amici

Questo tipo di microscopio, per osservare alla luce polarizzata piccoli cristalli, fu ideato dall’ottico e scienziato italiano Giovan Battista Amici (1786-1863) verso il 1830. Lo strumento presenta delle analogie con l’apparecchio di Soleil per lo studio dei cristalli (n° inv.130).
Un treppiede ripiegabile d’ottone sostiene, tramite un giunto snodato, un’asta quadrangolare alla quale sono fissati

Scritta fluorescente con due filtri di vetro colorato

L’ apparecchio descritto nel 1861 dal fisico tedesco Franz Joseph Pisko (1827-1888) come “Fluorescenz-Mappe”, permette di mostrare che la fluorescenza (in questo caso del platinocianuro di bario ) è eccitata in modo particolare dai raggi viola e ultravioletti contenuti nello spettro mentre le lunghezze d’onda maggiori (corrispondenti alla luce rossa e gialla) hanno un

Portaluce

Il portaluce è un semplice apparecchio, utilizzato per dirigere un fascio di raggi solari all’interno di un locale (normalmente una camera oscura per esperienze ottiche). Si tratta di un portaluce assai simile a quello con il n° inv. 253. I movimenti di inclinazione dello specchio di vetro argentato avvengono tramite due manopole separate.

Specchio piano con sostegno

E’ uno specchio circolare piano di vetro argentato, incastonato in un anello di legno. Questo è imperniato in una forcella d’ottone che, tramite un’asta, penetra in una colonna di legno tornito munita di piede circolare. L’altezza dello specchio può essere regolata tramite una vite di fissaggio che blocca l’asta di

Dinametro di Ramsden

Il dinametro, ideato dal costruttore inglese di strumenti scientifici Jesse Ramsden (1735-1800) è uno strumento che permette di determinare il potere d’ingrandimento di un telescopio senza dover conoscere le focali delle sue lenti.
Si compone di tre piccoli tubi telescopici in ottone. Il primo contiene un oculare del tipo Huygens; nel secondo si trova una

Camera oscura per dagherrotipia con telai

Questa camera oscura con obbiettivo è assai simile a quella con n° inv. 262.
Una scatola di legno reca anteriormente l’obbiettivo e, posteriormente, un telaio scorrevole chiuso da una lastra di vetro smerigliato e riquadrato. La lastra scorre fra due guide e può essere tolta dalla camera per lasciare il posto al telaio con la

Apparecchio di Stokes per osservare i fenomeni di fluorescenza

Questo tipo di apparecchiatura fu ideato dal fisico inglese George Gabriel Stokes (1819-1903) che fu fra i primi a studiare sistematicamente i fenomeni di fluorescenza.
Su di un sostegno telescopico a colonna, munito di base d’ottone zavorrata con una massa di ghisa è posto un prisma equilatero di quarzo. Accanto ad esso, girevole su

Lastra e cubo in vetro all’uranio

Sono due pezzi di vetro verdino colorato con sali d’uranio. Vengono usati per mostrare il fenomeno della fluorescenza: illuminati da una sorgente luminosa ricca di raggi ultravioletti mostrano un’intensa colorazione giallo-verdastra. La fluorescenza poteva essere provocata da una o più scintille elettriche che, tramite uno speciale accorgimento, venivano fatte scoccare sulla superficie dei vetri.

Colorimetro di Donnan

Il colorimetro ideato alla fine dell’Ottocento dal chimico americano Frederick George Donnan (1870-1956) permette di paragonare i colori di due soluzioni osservate per trasparenza; esso viene utilizzato in maniera analoga a quella dello strumento con n°inv.330.
Ad un massiccio treppiede di ferro sono fisste verticalmente due aste di alluminio che sostengono il corpo dell’apparecchio. Fra

Specchio sferico

Una sfera di cristallo, argentata internamente, è munita di un bottone metallico con anello. Viene usata come specchio per mostrare gli effetti dalla riflessione su di una superfice sferica.
Nell’Ottocento era comune porre uno specchio sferico in un angolo particolarmente pittoresco di un giardino, che veniva così riflesso in una specie di miniatura grandangolare

Microscopio catadiottrico di Amici con accessori

Questo tipo di microscopio catadiottrico (detto anche a riflessione) fu progettato e costruito dallo scienziato italiano Giovan Battista Amici (1786-1863) che ne diede una descrizione nel 1818. I microscopi a riflessione furono ideati per tentare di eliminare le aberrazioni prodotte dalle lenti non acromatiche usate, all’epoca, per gli obbiettivi. I microscopi catadiottrici, anche se

Vaschetta cubica di vetro divisa diagonalmente

Una vaschetta cubica è formata da lastre di vetro piane, trattenute da una coppia di telai d’ottone. Il telaio inferiore è munito di 3 viti calanti. La vaschetta è divisa diagonalmente da una lastra di vetro. Lo strumento veniva utilizzato per varie esperienze ottiche sfruttando i due volumi prismatici del recipiente che possono essere

Spettroscopio a 2 prismi

Una colonna tronco-conica di ghisa montata su di un massiccio treppiede sostiene un piatto. Al centro di esso sono fissati due prismi equilateri e, radialmente, il collimatore, il cannocchiale e il tubo con la scala.
Il collimatore è formato da un tubo chiuso ad un’estremità da un diaframma con fessura micrometrica regolabile a vite

Spettroscopio

Un treppiede di ferro sostiene una colonna di ottone sulla quale è fissata una scatola cilindrica che racchiude il prisma. Radialmente sono fissati il collimatore, il cannocchiale e il tubo porta-scala.
Il collimatore reca ad un’estremità una fessura micrometrica la cui larghezza è regolabile tramite una vite e una molla antagonista. La fessura può essere

Specchio cilindrico per anamorfosi

E’ uno specchio cilindrico per anamorfosi, munito di base e di cappello di legno tornito. Viene usato come quello con n° inv. 1472. Nessuna anamorfosi adatta a questo specchio è oggi presente nella

Spettrometro a 4 prismi

Si tratta di un spettrometro a 4 prismi. L’uso di più prismi (anche oltre 20) permette di aumentare la dispersione dello strumento e di ottenere uno spettro più esteso e di conseguenza più leggibile. Ovviamente con l’aumentare del numero di prismi aumenta anche la percentuale di luce assorbita con una conseguente riduzione d’intensità dello

Polemoscopio

E’ un semplice apparecchio didattico: permette di mostrare come, grazie a una combinazione di specchi, sia possibile osservare un oggetto occultato da un ostacolo.
E’ formato da una scatola parallelepipeda di legno munita di due aperture sulle opposte estremità di facce parallele. In corrispondenza delle aperture sono fissati 2

Lente convergente con sostegno

Una lente biconvessa (f = 200 cm circa) è montata in un cerchio d’ottone imperniato in una staffa. Questa è inserita in una colonna di legno tornito fissata su di una base

Lattoscopio di Donné

Lo strumento è identico a quello con n° inv.

prismi incernierati montati su di un sostegno

Lo strumento permette di mostrare come, con una combinazione di prismi di tre vetri diversi e di apertura adeguata, è possibile ottenere l’acromatismo.
E’ composto da 3 prismi isosceli con angolo molto acuto, incernierati fra loro e montati su di un sostegno telescopico a colonna avente una base circolare zavorrata con una massa di piombo.

Spettroscopio di Amici a visione diretta

Lo spettroscopio a visione diretta con tre prismi giustapposti fu proposto fin verso il 1856 dallo scienziato e costruttore italiano di strumenti scientifici Giovan Battista Amici (1786-1863). Dal canto suo, nel 1862, l’astronomo francese Pierre Jules César Janssen (1842-1907) presentò all’Académie des Sciences di Parigi uno spettroscopio a visione diretta realizzato con la collaborazione

Scatola contenente 6 fiale con soluzioni fluorescenti

In una scatola di legno con due lati apribili a cerniera, sono fissate 6 fiale di vetro contenenti diverse soluzioni fluorescenti che, illuminate da una luce ricca di raggi ultravioletti, emettono vividi colori. Un’etichetta reca i nomi delle diverse sostanze: “Resorcinblau, Rhodamin, Umbrelliferon, Bleu Fluorescent, Saffranin,

bottiglie prismatiche

Sono due bottiglie la cui sezione è un settore circolare; sono chiuse da un tappo smerigliato. Le due facce piane sono formate da lastre di vetro cementate formanti fra loro un angolo di 60°.
Riempite di un liquido dall’alto potere dispersivo vengono utilizzate in sostituzione dei prismi di vetro. Possono anche servire per determinare le

Fotometro a contrasto di Lummer e Brodhun

Il fotometro a contrasto ideato dai fisici tedeschi Otto Richard Lummer (1860-1925) e Eugen Heinrich Brodhun (1860-1938) verso la fine degli anni ’80 dell’Ottocento, permetteva di determinare con grande precisione le intensità relative di due sorgenti luminose.
L’apparecchio è imperniato su di un supporto a colonna fissato ad una base di legno. Lo strumento

Lampada campione di Hefner-Alteneck

La lampada ideata dall’ingegnere tedesco Friedrich Hefner-Alteneck (1845-1904) negli anni ’80 del secolo scorso fu utilizzata come unità luminosa nelle ricerche di fotometria.
Da un recipiente metallico cilindrico in “Neusilber” (lega di rame, nichel e zinco) annerito fuoriesce un tubo con uno stoppino circolare. Una piccola manopola munita di vite senza fine permette di

Fotometro di Bunsen modificato da Burel

Anche questo fotometro, come quello descritto nella scheda con n° inv. 169, è del tipo Bunsen a “macchia d’unto” ma con le modifiche apportate dall’ingenere francese Eugène Burel (1817- post 1867) che presentò il suo strumento all’Esposizione Universale di Parigi del 1855. Un binario di legno, montato su due supporti, reca una scala centimetrica

Fotometro di Bunsen

Questo fotometro, apparecchio utilizzato per confrontare le intensità di sorgenti luminose, fu proposto nel 1843 dal chimico tedesco Robert Wilhelm Bunsen (1811-1899). Lo strumento è detto anche “a macchia d’unto”. In realtà nel fotometro originale di Bunsen invece di una macchia di stearina si utilizzava un disco di carta traslucida.
Una base circolare di metallo

Fotometro di Wheatstone

Questo tipo di fotometro fu ideato dal fisico inglese Charles Wheatsone (1802-1875) verso il 1820 e veniva utilizzato per paragonare rapidamente, anche se con una certa approssimazione, le intensità di due sorgenti luminose che, come nel caso di lampade e becchi a gas, si trovano in luoghi poco accessibili o distanti fra loro.
In

lastre di vetro con foglie d’oro

a) Fra due lastre di vetro incorniciate da una striscia di carta gommata è inserita una sottilissima foglia d’oro.
b) Su di una lastra di vetro rettangolare sono incollate due foglie d’oro.
Entrambe vengono utilizzate per mostrare la trasparenza di lamine metalliche sufficientemente sottili. Se osservate per trasparenza le foglie d’oro appaiono verdognole per l’assorbimento da

Fotometro di Foucault

Il fotometro ideato dal fisico francese Jean Bérnard Léon Foucault (1819-1868) verso la metà del secolo scorso permetteva di confrontare l’intensità di due sorgenti luminose.
Si compone di una scatola di legno internamente annerita e divisa in due da un tramezzo scorrevole. Uno dei lati della scatola ha uno sportello apribile, nel lato opposto

Quarzo concavo secondo Biot

Una lamina di quarzo concava, tagliata parallelamente all’ asse cristallografico è incollata ad una lastra di vetro inserita in un anello di sughero. Una lamina di quarzo perpendicolare all’asse ruota il piano della luce polarizzata che l’attraversa. Ad ogni lunghezza d’onda corrisponde un diverso angulo di rotazione. Questa disposizione fu ideata dal fisico

Saccarimetro a penombra di Laurent

Lo strumento è simile e funziona in maniera identica a quello con n° inv.134. Elenchiamo perciò solo alcune particolarità costruttive che ne differiscono.
L’apparecchio è montato su di un treppiede. La scala che permette di orientare il polarizzatore è graduata da -10° a +10°. Una ghiera da porsi davanti al polarizzatore contiene un flaconcino per

lamina di mica 1/4 di onda

In un disco di sughero sono in sono incastonate due coppie di lastrine di vetro che racchiudono due lastrine di mica 1/4 d’onda. Le lastrine sono di mica biassiale tagliate perpendicolarmente al piano degli assi ottici e alla bissettrice dell’angolo acuto formato da detti assi.
Un raggio di luce polarizzata entrando perpendicolarmente nelle lastrine

lastrine di vetro

Sono 3 lastrine in vetro parallelepipede; tutte hanno i bordi molati salvo la (c). Forse furono utilizzate per esperienze di interferenza. La lastrina a) non risulta essere di vetro temperato (o comunque non mostra fenomeni di polarizzazione accidentale) contrariamente a quanto indicato nell’inventario del 1923.
Il fisico tedesco Otto Richard Lummer (1860-1925), che aveva studiato

Microscopio composto Nachet con accessori

Una base sagomata d’ottone reca una colonnina, sulla quale è incernierato il corpo del microscopio. Un braccio snodato regge una staffa nella quale è imperniato l’anello che trattiene gli specchietti in vetro (piano e concavo) per illuminare i preparati. Alla cerniera è fissato il tavolino portaoggetti in vetro nero, incastonato in un disco d’ottone

Stereoscopio americano

E’ uno stereoscopio americano di tipo Holmes assai simile a quello con n° inv.151.
Il visore è formato da una scatola elissoidale di alluminio sagomata in modo tale da poter essere appoggiata di fronte agli occhi. In corrispondenza di questi sono incastonati 2 porzioni di lenti prismatiche. Alla scatola è fissata una guida sulla

Saccarimetro di Mitscherlich

Il saccarimetro è un polarimetro modificato per per misurare il potere rotatorio delle soluzioni otticamente attive e in particolar modo la concentrazion delle soluzioni zuccherine. Queste infatti ruotano il piano di polarizzazione del fascio di luce che le attraversa. La rotazione è proporzionale alla concentrazione della soluzione e alla lunghezza della colonna di liquido.

Apparecchio di Duboscq per proiettare i fenomeni ottici di polarizzazione

Lo strumento ideato verso la metà dell’Ottocento dal costruttore francese di strumenti scientifici Jules Duboscq (1817-1886) permette di proiettare i fenomeni ottici prodotti dalla doppia rifrazione, dalla polarizzazione cromatica e rotatoria, e gli effetti interferenziali prodotti da un fascio di luce polarizzata che attraversa una lamina cristallina.
Un treppiede munito di viti calanti sostiene

Cristallo di ametista

E’ un cristallo di ametista a sezione esagonale inserito in un anello di sughero. L’ametista è tagliata perpendicolarmente all’asse cristallografico. Viene usata per mostrare i fenomeni di polarizzazione cromatica e rotatoria prodotti quando è attraversata da un fascio di luce polarizzata. L’ametista possiede spesso la particolarità di poter avere contemporaneamente, nello stesso

Stereoscopio ripieghevole

Si tratta di uno stereoscopio tascabile di tipo Brewster (n° inv.154). E’ formato da una piccola scatola composta da tavolette di legno incernierate. Aprendo la scatola il telaio che compone l’apparecchio si dispiega. Le vedute stereoscopiche si introducono nel telaio attraverso un’apposita fessura. In ogni oculare vi è incastonato un sottile lente prismatica quadrata.

Stereoscopio di Brewster

Lo stereoscopio a rifrazione proposto dal fisico scozzese David Brewster (1781-1868) nel 1846 è un apparecchio che, grazie ad una coppia di lenti convergenti opportunamente tagliate a prisma, permette di osservare due immagini giustapposte in modo tale che esse appaiano come una sola immagine tridimensionale. A partire dal 1850 l’ottico francese Jules Duboscq (1817-1886)

Grande cerchio di Jamin e Sénarmont

Lo strumento “universale” ideato negli anni 40 del secolo scorso dal fisico francese Jules Célestin Jamin (1818-1886) e dal mineralogista e cristallografo Henri Hureau de Sénarmont (1808-1862) permette di eseguire innumerevoli esperienze. Viene utilizzato in particolar modo per la misura di angoli cristallografici, per determinare gli indici di rifrazione e per studiare i

Anaglifo

Si tratta di un paio di pince-nez (occhiali stringinaso), montati in acciaio e recanti, in luogo delle lenti, due dischi piani di vetro colorato: uno rosso e uno verde.
Se con questi occhiali si osservano due immagini uguali, proiettate su di uno schermo e leggermente sfasate, una filtrata da un vetro rosso e l’altra

Camera oscura di Chevalier

Questo tipo di camera oscura, ideata dai costruttori di strumenti ottici Vincent Louis Chevalier (1770-1840) e Charles Louis Chevalier (1804-1859) viene usata da artisti, disegnatori e pittori per riprodurre fedelmente vedute e paesaggi.
Un treppiede composto da aste snodabili sostiene, tramite una cerniera, un’anello di legno. In esso è infilato un tubo d’ottone, annerito internamente

lamine di solfato di calcio

Sono tre lamine birifrangenti di gesso (solfato di calcio detto anche calce solforata o selenite). Ognuna di esse è racchiusa in una coppia di dischi di vetro inseriti in un anello di sughero. Sulle lamine, invisibili alla luce normale, sono incisi e incavati i seguenti disegni: una farfalla, un fiore con la scritta “PENSEE”

Micrometro di Fresnel con sostegno

Questo tipo di micrometro fu ideato dal fisico francese Agustin Jean Fresnel (1788-1827) e viene utilizzato per osservare e misurare le frange d’interferenza generate con gli specchi (n° inv. 146) o con il biprisma (n° inv. 137) pure dovuti allo stesso scienziato.
Lo strumento è montato su di una colonnina telescopica d’ottone, munita di base

Specchi di Fresnel con sostegno

Questo sistema di specchi appaiati, ideato dal fisico francese Agustin Jean Fresnel (1788-1827) negli anni venti del secolo scorso, viene utilizzato per produrre le interferenze di due fasci luminosi e mostrare così il carattere ondulatorio della luce.
Un sostegno telescopico a colonna in ottone, con una base circolare zavorrata da una massa di ghisa, sostiene

Fenachistoscopio da proiezione di Duboscq

Questo apparecchio, ideato all’ottico francese Jules Duboscq (1817-1886) che elaborò uno strumento proposto nel 1853 dall’ufficiale e ingegnere austriaco Franz von Uchatius (1811-1881), permette di proiettare immagini in movimento. Viene considerato un fenachistoscopio da proiezione (vedi anche n° inv.121 e 122).
Una scatola poligonale di legno è sostenuta verticalmente da una colonnna telescopica

Biquarzo a due rotazioni

Due parallelepipedi di quarzo dello stesso spessore, giustapposti, sono incastonati in un anello di sughero. I quarzi sono tagliate perpendicolarmente all’asse cristallografico e i cristalli sono orientati in modo da essere uno sinistrorso e l’altro destrorso. Il piano di polarizzazione di un fascio di luce monocromatica che cade sul biquarzo viene ruotato dello stesso

Cristallo di fluorite

E’ un cristallo monoassico di fluoruro di calcio (detto anche fluorite o spato fluore) inserito in un anello di sughero. Il cristallo è tagliato perpendicolarmente all’asse cristallografico. Osservato con un analizzatore quando viene attraversato da un fascio convergente di luce monocromatica polarizzata, presenta i tipici anelli di interferenza solcati da una croce. Essa appare

Cristallo di spato d’Islanda

E’ un romboedro di spato d’Islanda (calcite o carbonato di calcio) di notevolissime dimensioni . Il cristallo è monoassico, l’asse cristallografico lo attraversa congiungendo i due angoli triedi ottusi. Gli angoli fra le facce parallele del cristallo sono di 101°55′ e 78°5′.
Questo tipo di cristallo era molto usato in ottica nella costruzione di prismi

Modello dimostrativo di prisma di Nicol

E’ un modello in vetro del prisma polarizzatore (detto nicol) descritto nel 1829 dal geologo inglese William Nicol (1768-1851) e ampiamente utilizzato negli strumenti ottici ottocenteschi.
Si compone di un romboedro di spato d’Islanda (n° inv. 139) segato diagonalmente lungo un piano passante per la diagonale minore; le sue parti vengono poi ricongiunte

Biprisma di Fresnel

Il biprisma ideato dal fisico francese Agustin Jean Fresnel (1788-1827) viene usato, come gli specchi n° inv. 146, per produrre effetti di interferenza.
E’ un blocchetto di vetro avente la forma di due prismi rettangolari uniti per il cateto minore. L’angolo ottuso è appena inferiore a 180°, gli angoli acuti, che sarebbero assai affilati e

Fenditura micrometrica con sostegno

Un sostegno telescopico a colonna, munito di base circolare zavorrata con una massa di piombo, reca una piastra d’ottone annerito posta verticalmente. In essa è praticata un’apertura i cui bordi verticali sono delimitati da una coppia di lastrine d’acciaio affilate. Una di esse può essere traslata orizzontalmente grazie ad una vite micrometrica munita di

Saccarimetro di Soleil e Duboscq

Il saccarimetro ideato negli anni 40 del XIX secolo dal costruttore Jean Baptiste François Soleil detto Soleil père (1798-1878) e perfezionato poi dal suo genero e successore Jules Duboscq (1817-1886) è uno strumento utilizzato, come quello con n° inv.155, per determinare con metodo ottico la concentrazione delle soluzioni zuccherine capaci di ruotare il piano

Fotometro a polarizzazione di Babinet

IIl fotometro a polarizzazione descritto nel 1853 dal fisico francese Jacques Babinet (1794-1872) veniva utilizzato essenzialmente per paragonare l’intensità dei becchi a gas. Questo fotometro era stato probabilmente ideato già verso la fine degli anni 40 dell’Ottocento.
E’ formato da due tubi d’ottone, montati con una cerniera e una vite a farfalla su di una

Caleidoscopio di Brewster

Il caleidoscopio, popolarissimo gioco ottico ideato verso il 1815 dal fisico scozzese David Brewster (1781-1868), permette di osservare immagini mutevoli e simmetriche generate da un gioco di specchi angolari.
Questo caleidoscopio si compone di un tubo di ottone, parzialmente ricoperto di cuoio; ad un’estremità, fra un disco di vetro smerigliato e uno di vetro

Stereoscopio di Wheatstone

Lo stereoscopio a riflessione, ideato negli anni 30 dell’Ottocento dal fisico inglese Charles Wheatstone (1782-1875), permette di osservare simultaneamente una coppia di disegni le cui immagini combinate ne generano una tridimensionale. Contrariamente allo stereoscopio di Brewster (n° inv. 154) questo apparecchio rimase sostanzialmente una curiosità relegata nei gabinetti di fisica.
L’apparecchio si compone di un

reticoli di diffrazione

Due ghiere circolari d’ottone, inserite a frizione l’una nell’ altra recano due dischetti di vetro sui quali sono incisi due reticoli a linee parallele. Quando i reticoli, attraversati da un fascio di luce, sono orientati nella stessa direzione, essi producono, per i fenomeni di interferenza e diffrazione, una serie periodica di spettri di ordine

Rifrattometro di Pulfricht

Lo strumento, descritto nel 1888 dal fisico tedesco Carl Pulfricht (1858-1927), serve per misurare l’indice di rifrazione dei liquidi. I rifrattometri furono ampiamente utilizzati a partire dalla seconda metà del XIX secolo sia nei laboratori che nei processi industriali e nelle analisi merceologiche.
Un treppiede di ferro verniciato sostiene, su di una colonnina, una base

Apparecchio di Soleil per osservare i cristalli in luce polarizzata convergente

L’apparecchio, ideato dal costruttore di strumenti scientifici Jean Baptiste François Soleil, detto Soleil père, (1798-1878) viene utilizzato per osservare i fenomeni ottici che si manifestano nei cristalli attraversati da un fascio convergente di luce polarizzata.
Ad una colonna d’ottone, montata su di una base circolare zavorrata con una massa di ghisa, è

Camera lucida di Wollaston

La camera lucida ideata all’inizio dell’Ottocento dal fisico e chimico William Hyde Wollaston (1766-1828) permette di copiare un oggetto riflettendone l’immagine sul piano orizzontale sul quale si disegna.
La camera lucida è formata da un piccolo telaio metallico nel quale è alloggiato un prisma di vetro trapezoidale montato alla sommità di una colonnina telescopica imperniata

Rifrattometro interferenziale di Jamin

Questo strumento ideato verso la metà dell’Ottocento dal fisico francese Jules Célestin Jamin (1818-1886) si presta a numerose esperienze ottiche e viene usato specialmente per determinare indici di rifrazione tramite un metodo interferenziale.
Un massiccio treppiede sostiene una colonna telescopica d’ottone alla quale è incernierata un’asta quadrangolare. Lungo una scanalatura longitudinale praticata nell’asta possono

Fenachistoscopio di Plateau e Stampfer

Il fenachistoscopio è un gioco ottico ideato verso il 1833 indipendentemente dal fisico belga Joseph Antoine Plateau (1801-1883) e dal fisico austriaco Simon Stampfer (1792-1864). Il suo funzionamento si fonda sul fenomeno di persistenza dell’immagine sulla retina e sull’effetto stroboscopico. L’apparecchio per il quale furono proposti numerosi perfezionamenti e modifiche divenne nell’Ottocento

Polariscopio di Nörremberg

L’apparecchio ideato nel 1833 dal fisico tedesco Johann Gottlieb Christian Nörremberg (1787-1862) permette di osservare cristalli e lamine cristalline con una fascio di luce polarizzata linearmente.
Una base di legno rettangolare, munita di cassettino, sostiene due colonnine parallele alla base delle quali si trova uno specchio circolare piano. Fra le colonnine è imperniata una

Apparecchio per mostrare le frange interferenziali di Brewster

Questo strumento permette di osservare le frange interferenziali studiate e descritte dal fisico scozzese David Brewster (1781-1868) verso il 1815.
Un tubo d’ottone è fissato con una cerniera ad un supporto telescopico a colonna posto su di una base zavorrata con una massa di piombo. Ad un’estremità del cilindro vi è una fessura rettangolare

Fenachistoscopio a due dischi di Stampfer

Questo tipo di fenachistoscopio a due dischi fu suggerito dal fisico austriaco Simon Stampfer (1792-1864) come modifica dell’apparecchio con n° inv.122.
Una forcella d’ottone, munita di manico di legno, sostiene un’asse orizzontale. Alle sue estremità si fissano (mediante appositi bulloncini) due dischi: uno di cartone nero avente lungo il perimetro delle fenditure radiali,

Goniometro di Babinet

Il goniometro descritto nel 1839 dal fisico francese Jacques Babinet (1794-1872) rappresenta un miglioramento di quello ideato da Étienne Malus (1775-1812) nel 1810 e viene utilizzato per misurare gli angoli fra le facce di un cristallo e per determinare l’indice di rifrazione di corpi prismatici trasparenti.
Un treppiede munito di viti calanti sostiene una

Apparecchio per mostrare le frange d’interferenza di Herschel

L’apparecchio, la cui disposizione fu ideata verso l’inizio dell’Ottocento dal fisico e astronomo inglese John Frederik William Herschel (1792-1871) , permette di osservare le frange di interferenza che si producono sotto l’angolo limite quando un prisma è in contatto con una superficie piana. Lo strumento si compone di una scatola d’ottone, piatta, nella quale

Pinzette a tormalina

La pinzetta a tormalina permette di osservare sottili lamine cristalline in luce polarizzata convergente. Le peculiari proprietà ottiche della tormalina furono scoperte e studiate da Jean Baptiste Biot (1774-1862) che, come altri , la utilizzò anche per costruire polarizzatori e analizzatori. Ma fu probabilmente il fisico e chimico tedesco Karl Michael Marx (1794-1856)

Apparecchio per mostrare gli anelli di Newton

Lo strumento, ideato dal costruttore Jean Baptiste François Soleil (1798-1878) permette di osservare il fenomeno di interferenza studiato da Isaac Newton (1642-1727) e conosciuto appunto come “anelli di Newton”.
Su di una colonna telescopica d’ottone munita di una base circolare zavorrata da una massa di piombo è imperniato un telaio orientabile. Nella base

Zootropio

Lo zootropio è un apparecchio che permette di osservare in movimento delle figure disegnate in successione su nastri di carta. A volte viene menzionato come “Doedalum di Horner” dal nome del matematico inglese William George Horner (1786-1837) che per primo, nel 1834, ne diede una descrizione costruttiva e geometrica dettagliata. L’apparecchio pero’ divenne popolare

Reticolo di diffrazione di Rowland con sostegno

Si tratta di una lastra metallica, montata su di un supporto, sulla quale è inciso un reticolo di diffrazione comprendente 15.028 linee per pollice. La fabbricazione di questo tipo di reticoli fu grandemente migliorata dalle ricerche del fisico americano Augustus Rowland (1848-1901) che ideò a questo scopo sofisticate macchine da dividere. I reticoli vengono

lastrine di vetro temprato

Sono 5 lastre di vetro temperato di forme diverse (quadrata, rettangolare, circolare, triangolare, romboidale) incastonate in anelli di sughero. Il vetro temperato (scaldato al rosso e raffreddato rapidamente) presenta dei fenomeni di polarizzazione cromatica quando, attraverso un’analizzatore, viene osservato alla luce polarizzata. La tempra infatti genera delle modifiche strutturali del vetro che dipendono

Taumatropio

Il taumatropio è un gioco ottico basato sul fenomeno di persistenza delle immagini sulla retina; fu presentato nel 1825 dal medico inglese John Ayrton Paris (1785-1856) e anche, indipendentemente da W.H. Fitton (1780-1861). Di semplicissima costruzione esso divenne in breve tempo assai popolare.
Un disco di cartone reca due immagini acquarellate: su di un

taumatropi

Trattasi di 3 taumatropi di forma identica e funzionanti come quello con n° inv. 109.
Sono formati da un cartoncino rettangolare ai lati minori del quale sono attaccate due funicelle. Su di una faccia recano stampate in modo incompleto le lettere formanti una parola. Sulla faccia opposta vi sono le parti mancanti delle lettere.

Apparecchio di Ragona per i colori di contrasto

L’apparecchio, descritto nel 1874 dal fisico e astronomo palermitano Domenico Ragona (1820-1892) permette di osservare i cosidetti colori di contrasto.
Lo strumento si compone di tue tavole di legno uguali, intelaiate, una posta verticalmente l’altra orizzontalmente. Sulla tavola orizzontale è incollato un foglio di carta nera con al centro un disco di carta

Apparecchio per la rotazione dei dischi colorati

Si tratta di un semplice apparecchio che permette di porre in rapida rotazione dei dischi usati per esperienze sulla visione e la composizione dei colori. Strumenti simili o trottole cromatiche come quella con n° inv. 327 furono utilizzati anche da Thomas Young (1773-1829), da James Clerk Maxwell (1831-1879) e da Hermann von Helmholtz (1821-1894).
Ad

Modello d’occhio

Si tratta di un modello didattico di occhio, comprendente anche il cavo orbitale, sezionato verticalmente e riprodotto in cartapesta (carton-pierre). Fu costruito da Louis Thomas Jerôme Auzoux (1797-1880), celebre artefice di modelli anatomici ad uso didattico e divulgatore di anatomia.
E’ parzialmente scomponibile: il cristallino (in vetro), il corpo vitreo, il nervo ottico, l’iride,

Oftalmoscopio

L’oftalmoscopio è uno strumento medico che permette di osservare la retina dell’occhio. Moltissimi furono i modelli di oftalmoscopio ideati nel corso del secolo scorso; questo è sicuramente uno dei più semplici.
Esso comprende uno specchio concavo con un foro centrale e montato su di un manico e una lente convergente biconvessa incastonata in un anello

Grafofono “Lepage”

Il grafofono è un tipo di fonografo a rulli di cera. Su di una base di legno è fissato un motorino a molla che, grazie ad una piccola cinghia di trasmissione, fa ruotare il cilindro sul quale vengono infilati i rulli di cera con le incisioni. La velocità del motore viene mantenuta costante da

Fonografo “Excelsior”

Il fonografo è posto su di una base di legno con cassetto per gli accessori. Il motore a molla è alloggiato in una scatola di ottone nichelato. La molla viene caricata con una manovella che viene riposta nel cassetto. Il fonografo è corredato da un cilindro d’ottone ricoperto di cera (in cattivo stato). Detto

Fonografo

E’ un fonografo per la riproduzione dei suoni su foglio di stagno simile a quello ideato nel 1877 dall’inventore americano Thomas Alva Edison (1847-1931). Un tavolino di ghisa traforata reca due sostegni nei quali alloggia un asse di ottone filettato recante un cilindro, pure d’ottone, con una scanalatura elicoidale. Le due estremità dell’asse portano

Grammofono giocattolo di Berliner

E’ un piccolo grammofono giocattolo (primo modello) proposto verso il 1889 dell’inventore e studioso tedesco Emil Berliner (1851-1929). Le parti del grammofono sono montate su di una piccola base in ghisa. Un volano munito di manovella aziona, tramite una corta cinghia una ruota che, a frizione, trasmette il movimento alla platina portadischi. Il diaframma

Fonendoscopio Bianchi-Bazzi

Il fonendoscopio è uno strumento ideato per determinare, tramite l’auscultazione, sia la posizione e il volume degli organi interni del corpo che i rumori da essi prodotti. L’apparecchio è formato da una scatola metallica piatta e a sezione circolare. Una delle sue facce è chiusa da un sottile disco di ebanite, l’altra presenta due

Tubo acustico

E’ un tubo di gomma ricoperto di stoffa e terminante con due imboccature sagomate, usato per comunicare a distanza. In ogni imboccatura era inserito un fischietto (mancante). Prima di parlare si toglie il fischietto dall’imboccatura e si soffia nel tubo. Il sibilo prodotto dal fischietto all’altra estremità attira l’attenzione dell’ascoltatore che, dopo aver tolto

Cilindro registratore di Koenig

Su di una base di legno due sostegni in ferro sostengono un asse orizzontale recante un cilindro d’ottone. Una manovella permette di ruotare il cilindro che grazie alla filettatura dell’asse, compie anche un movimento traslatorio. Sul cilindro si avvolge un foglio di carta ricoperto di nerofumo. Ponendo ad esempio un diapason munito di punta

Modello di laringe

E’ un modello di laringe eseguito in cartapesta. Tramite una cerniera si apre lungo una sezione verticale lasciando così vedere la morfologia interna dell’organo. I muscoli crico-tiroidei e tiro-ioidei possono essere asportati. Le parti più importanti dell’organo recano piccole etichette che ne indicano il

Stetoscopio

E’ uno stetoscopio monoaurale per auscultazione diagnostica composto da un tubo di ebanite svasato a un’estremità e recante sull’altra un disco di legno tornito e perforato da appoggiarsi sulla parte da

Fischietto a vapore

Il fischietto a vapore in bronzo, costruito sul tipo di quelli utilizzati per le locomotive, si compone di un rubinetto che sostiene un emisfero chiuso parzialmente da un disco che lascia libera una sottile fessura circolare. Al di sopra di esso vi è una campana dai bordi affilati fissata a un bullone. Il vapore

Modello d’orecchio

E’ un modello d’orecchio fortemente ingrandito (circa 7:1), eseguito in cartapesta (carton-pierre). Il modello è scomponibile, infatti è possibile separare il padiglione auricolare, la parte interna, il timpano con la staffa, l’incudine e il martello, i canali semicircolari, la chiocciola e il canale di Eustachio. Le parti più importanti dell’organo recano delle etichette che

Tubo sonoro ad ancia membranosa

E’ un tubo cilindrico di legno i cui bordi superiori sono tagliati obliquamente. Su di essi sono tese due membrane di gomma che, quando si soffia nel tubo, vibrano. La vibrazione provoca una modulazione del flusso d’aria che genera un suono. Il fenomeno è simile a quello che avviene con le labbra quando si

Soffieria

E’ una soffieria utilizzata per produrre il flusso d’aria necessario ad alimentare i tubi sonori e le sirene.
Un tavolino reca inferiormente un piano di legno sul quale è posto un mantice azionabile a pedale. Sul piano si trova un serbatoio d’aria a fisarmonica zavorrato con due lingotti di piombo. Un tubo quadrangolare convoglia l’aria

Tubo sonoro ad ancia battente con due cornetti

E’ un tubo sonoro quadrangolare di legno che è possibile chiudere superiormente con un coperchio formato da un blocchetto di legno, attraversato da un piccolo tubo (canaletto) sezionato per il lungo. Una linguetta metallica, fissata ad un’estremità, può vibrare sopra il canaletto. La frequenza può essere modificata grazie ad un’asticella metallica che, scorrendo a

Cornetto con ancia battente

E’ un cornetto conico di zinco munito di un’ancia battente costruita con linguetta, canaletto ed asticella per la regolazione. L’ancia è assai simile a quella descritta nello strumento con n° inv. 86. Manca il tubo sul quale il sistema veniva

Tubo sonoro con lamina vibrante

E’ un tubo di ottone chiuso da un coperchio nel quale è praticato un foro circolare. Un anello di ottone che può scorrere lungo il tubo reca un sostegno al quale è fissata una lamina elastica munita di un dischetto di diametro appena inferiore a quello del tubo. Insufflando aria nel tubo e regolando

Tubo sonoro in vetro

E’ un tubo cilindrico in vetro sul fondo del quale, con una scatola metallica è innestato un corto tubo sonoro con imboccatura a flauto. La sommità del cilindro reca un’asticella grazie alla quale è possibile calare nel suo interno un dischetto sul quale è tesa una membrana. Il tubo viene utilizzato esattamente come quello

Tubo sonoro con 3 capsule manometriche

E’ un tubo sonoro in legno, a sezione rettangolare, aperto e con imboccatura a flauto. Lungo il tubo sono inserite tre capsule manometriche le cui membrane otturano altrettanti fori praticati nella parete del tubo stesso. Il gas illuminante arriva alle capsule da una scatola di distribuzione in legno fissata al tubo stesso. Sulla scatola

Tubo sonoro con 5 otturatori

E’ un tubo sonoro in legno, a sezione quadrata, aperto e con imboccatura a flauto. La parete anteriore del tubo presenta 5 fori che possono essere aperti o chiusi mediante altrettanti otturatori di legno. Aprendo quelli in corrispondenza dei ventri della colonna d’aria vibrante, il suono emesso dal tubo non viene modificato, mentre subisce

Tubo sonoro con parete di vetro e membrana

E’ un tubo sonoro aperto a sezione quadrata e con imboccatura a flauto. Il tubo è di legno salvo per la parete opposta alla bocca che è in vetro. Allo strumento è unito un anello, appeso ad un filo, sul quale è tesa una membrana cartacea. Calandola nel tubo dopo averla cosparsa di

tubi sonori in vetro

Sono due tubi sonori aperti, in vetro a sezione circolare, con imboccatura a flauto in legno di bosso. Soffiando nei tubi si ottiene dapprima il suono fondamentale, aumentando il flusso d’aria si producono via via i suoni delle ottave superiori. La regolazione del flusso si ottiene innestando i tubi sull’annesso rubinetto in ottone che,

Tubo sonoro detto flauto di Bernoulli

E’ un tubo sonoro di palissandro, a sezione circolare, chiuso, con imboccatura a flauto in legno di bosso. Il tubo è composto da 4 sezioni avvitate le une sulle altre. I punti di giuntura coincidono con i ventri (delle armoniche superiori) delle onde sonore della colonna d’aria del tubo. Togliendo successivamente le sezioni è

Tubo sonoro con paratia scorrevole

E’ un tubo sonoro in legno, a sezione rettangolare aperto, con imboccatura a flauto. Esso ha, circa a metà altezza, una fessura orizzontale nella quale può scorrere una paratia di legno con un foro. La paratia è posta dove, quando il tubo rende il suono fondamentale, vi è un nodo nella colonna d’aria vibrante.

tubi sonori

Sono 3 tubi sonori in legno, a sezione quadrata, con imboccatura a flauto. Uno di essi (a) è aperto, gli altri hanno in cima una lamina di piombo che può essere ripiegata. Questa permette di chiudere o aprire parzialmente le sommità di detti tubi, variando così il suono prodotto.
Con essi è possibile generare

tubi sonori grandi

Sono due tubi sonori in legno a sezione rettangolare con imboccatura a flauto. Uno di essi a) è aperto, l’altro b) è munito di una paratia mobile che permette di chiuderne gradualmente la sommità. Il tubo a) emette la nota DO2 (128 Hz), il b) può emettere la stessa nota o, variando convenientemente la

tubi sonori con prolungamenti

Sono quattro tubi sonori in legno, a sezione quadrata, aperti e con imboccatura a flauto. Tutti emettono la nota RE5 (1152 Hz). Ognuno è corredato da un prolungamento formato da un tubo quadrangolare in legno. Il set è utilizzato per mostrare che, volendo porre su tubi di forma diversa prolungamenti che non ne alterino

tubi sonori con due fori

Sono due tubi sonori in legno aperti, a sezione quadrata e con imboccatura a flauto, Entrambi hanno due fori sulla faccia anteriore. Il tubo a) produce normalmente la nota FA4 (682 Hz); otturando uno e poi due fori si ottengono rispettivamente le note MI e RE4 diesis. Il b) produce invece la nota RE4

tubi sonori di forma identica ma di materiali differenti

Sono tre tubi sonori identici, cilindrici con imboccature a flauto e aperti. Sono di tre materiali diversi: mogano, rame e cartone. Servono a dimostrare che, a parità di dimensioni e se la resistenza delle pareti è approssimativamente uguale, il materiale con cui sono costituiti non ha influenza sull’altezza del suono. Emettono la nota DO3

tubi sonori che emettono la stessa nota

Sono 4 tubi sonori in legno a sezione quadrata chiusi e con imboccatura a flauto. Essi sono di dimensioni diverse ma tutti emettono la nota SI3 (480 Hz). Servono a dimostrare la legge, in realtà piuttosto approssimativa, secondo la quale i suoni emessi da tubi diversi sono uguali se il prodotto delle profondità per

Tubo sonoro con labbro scorrevole

E’ un tubo sonoro di legno a sezione rettangolare, aperto con imboccatura a flauto e bocca variabile. Infatti il labbro é formato da un’assicella che può scorrere verticalmente modificando così il suono emesso dal

tubi sonori a sezioni diverse

Sono tre tubi sonori in legno, aperti a sezione quadrata con imboccatura a flauto. Le loro altezze sono approssimativamente uguali mentre le loro sezioni differiscono notevolmente. Il tubo (a) produce la nota DO3 (256 Hz), il (c) la nota SI2 (240 Hz) mentre il (b) rende un suono di frequenza intermedia. Vengono utilizzati per

tubi sonori con pareti di spessore diverso

Sono tre tubi sonori a sezione quadrata con imboccatura a flauto. Le loro altezze e le loro sezioni interne sono uguali ma hanno le pareti diverse. I tubi a) e b) sono in legno e gli spessori delle loro pareti sono rispettivamente di 15,5 mm e 1,8 mm. Il terzo c) è di cartone

Piccolo vaso in legno

Si tratta di un piccolo vaso di bosso a forma di urna avente un coperchio a vite nel quale è praticato un piccolo foro. Il vaso conteneva la sabbia che veniva sparsa sulle piastre vibranti utilizzate per mostrare le figure di

Modello di imboccatura a flauto

Il modello in legno di imboccatura a flauto si compone di un’assicella con il bordo affilato (labbro) che scorre fra due montanti in legno fissati ad una base munita di un fenditura (luce) per l’immissione dell’aria. Il flusso d’aria che si infrange sul labbro produce un suono la cui altezza dipende anche dalla ampiezza

Archetto con cinghia di cuoio

E’ un arco di legno sul quale è tesa una cinghia di cuoio. La tensione della cinghia può essere variata da una vite a farfalla che modifica la posizione di una vite di fissaggio. L’archetto utilizzato per eccitate le vibrazioni di grossi

Archetto

E’ un archetto utilizzato per esperienze d’acustica. La tensione dei crini può essere variata ruotando una vite che modifica la posizione del tassello al quale sono

membrane di forme diverse

E’ un set di 8 membrane di carta traslucida (non originale) di forme diverse: 4circolari, 2 triangolari e 2 quadrate. Le membrane circolari sono tese su cornici di cartone mentre le altre su cornici di legno. Le membrane, dopo essere state cosparse di sabbia, vengono poste in vicinanza di una forte sorgente sonora. Esse

Apparecchio di Savart per mostrare la propagazione delle vibrazioni nei solidi

Si tratta di uno strumento proposto da Savart verso il 1820 che permette di mostrare le linee nodali che si formano facendo vibrare in vari modi una verga piatta di legno. Esso è formato da un’asta quadrangolare in legno recante un blocchetto nel quale è incastrata l’estremità di una lastra orizzontale pure in legno.

lastre di vetro

Le 12 lastre di vetro di dimensioni e forme diverse (2 quadrate, 2 circolari, 2 ottogonali e 6 esagonali) possono essere fissate con i morsetti precedentemente descritti (vedi n° inv. 54 e 55) e fatte vibrare con un archetto. Sono utilizzate per produrre le figure di

Tubo biforcuto di Hopkins

Un tubo quadrangolare di legno, biforcuto inferiormente, è chiuso superiormente da una scatola piatta ricoperta da una membrana cartacea (non originale). Ponendo le aperture dei due bracci del tubo sopra una piastra vibrante e cospargendo la membrana di sabbia si osservano due fenomeni diversi:
a) Se le aperture sono in corrispondenza di due settori della

Variatore di Stern

Il variatore, apparecchio capace di generare frequenze acustiche fu in origine proposto nel 1902 dal William Stern come strumento da usarsi nel campo della fisiologia sperimentale ad esempio per studiare i suoni percepiti dall’orecchio umano. L’apparecchio però divenne anche comune nei gabinetti di fisica dove prese posto accanto a sirene di vario tipo.
Lo strumento

Banco con le ruote e lo staffile di Savart

Il banco ideato da Savart e perfezionato dal costruttore Marloye era utilizzato per produrre alte e basse frequenze. L’apparecchio è composto da un massiccio telaio di legno verniciato sul quale, con una manovella è possibile far ruotare una grossa ruota a raggi. Essa comunica il movimento (per frizione) a un asse sul quale è

Banco con 3 lastre quadrate per produrre le figure di Chladni

L’apparecchio, simile al n° inv. 52, reca tre lastre quadrate le cui vibrazioni vengono studiate con la tecnica di

Morsetto per fissare le lastre vibranti

Si tratta di un morsetto di legno a forma di S munito di due viti pure in legno. Una permette di bloccarlo ad un piano, l’altra, avente un’estremità ricoperta di sughero serve a fissare una lastra per produrre le figure di

Monocordo di Savart

Lo strumento viene usato per studiare le proprietà e i modi di vibrazione delle corde armoniche. Due tavole di legno sono incernierate in modo da formare, quando il sistema è aperto, una lunga asse tinta di nero munita presso le estremità di due prismi di legno duro. Su di essi grazie a un pirolo

Sonometro differenziale di Marloye

Il sonometro differenziale proposto dal costruttore Albert Marloye è uno strumento che, come il monocordo (vedi n° inv. 50) viene utilizzato per studiare le leggi concernenti le vibrazioni delle corde armoniche. Esso è composto da una cassa armonica di legno sostenuta da due sostegni intelaiati. Sulla cassa sono tese tre corde metalliche. Due di

Banco con 3 lastre circolari per produrre le figure di Chladni

Un banco di legno reca tre colonnine sulle quali sono fissati tre dischi d’ottone. Questi possono essere fatti vibrare sfregandone il bordo con un archetto. Le vibrazioni vengono rese visibili cospargendo le lastre di sabbia che, respinta dalle porzioni di lastra poste in vibrazione, si accumula lungo le linee nodali formando così delle figure

Apparecchio di Pfaundler per generare le figure di Lissajous

Su di una tavoletta di legno sono fissate diagonalmente due lamine metalliche. Ognuna porta in cima un disco annerito nel quale è praticata una fessura. Le fessure dei due dischi sono perpendicolari fra loro; osservandole così in controluce fanno apparire un punto luminoso. Facendo oscillare le lamine il punto apparentemente si muove formando,

Apparecchio di Melde per produrre le vibrazioni trasversali di una corda

Lo strumento, ideato dal fisico tedesco Franz Emil Melde (1832-1900) permette di produrre onde stazionarie trasversali in una corda. Un morsetto di legno reca un’asta snodabile sulla quale è fissata una seconda asta che, con una cerniera, può essere orientata verticalmente o orizzontalmente. Su di essa è incollato un nastro di carta quadrettata e

Ruota fonica di La Cour con diapason elettromagnetico

La ruota fonica ideata dallo scienziato danese Paul La Cour [1846-1908] permette di determinare con esattezza la frequenza di un diapason, ad essa collegato elettricamente, oppure puo’ servire da cronografo, da contatore e trova applicazioni nella telegrafia elettrica. Un tamburo di legno con 20 settori in ferro è montato su di un asse verticale

Comparatore ottico di Lissajous e Helmholtz

Il comparatore ottico o microscopio a vibrazione proposto dal fisico francese Jules Lissajous (1822-1880) verso la metà del XIX secolo e perfezionato poi da Hermann von Helmholtz (1821-1894) serve per osservare e studiare le piccole vibrazioni di corde e diapason. Un supporto a treppiede reca una tavoletta di legno la cui altezza è regolabile

Diapason elettromagnetico con interruttore a mercurio

Il diapason, la cui frequenza è di 64 Hz (DO1), è posto orizzontalmente su di una tavola di legno. Su di essa sono pure fissati due elettromagneti le cui espansioni polari recano due grosse viti che possono essere avvicinate ai rebbi o allontanante da essi. Uno di questi è munito di una vite

Diapason elettromagnetico

Il diapason, posto orizzontalmente fra due elettromagneti su di una base di legno è del tutto simile a quello precedentemente descritto (vedi n. 43). La sua frequenza è di 32 Hz (DO-1). Esso può essere fissato alla base a squadra sulla quale è montato il diapason n° inv. 43 e funzionare così da interruttore

Diapason

È un semplice corista o diapason per accordare voci e strumenti musicali. La sua frequenza dovrebbe essere di circa 435 Hz (LA3), non è però

Diapason e accessori per lo studio delle vibrazioni

I diapason d’acciaio sono fissati su aste quadrangolari in legno e recano sui rebbi due dischi d’ottone in uno dei quali è incastonato uno specchietto circolare mentre l’altro serve da contrappeso. Quattro diapason hanno frequenze fisse di 64 Hz (DO1), 128 Hz (DO2), 160 Hz (MI2), 192 Hz (SOL2). Gli altri quattro hanno

Analizzatore armonico di Koenig

E’ un apparecchio destinato ad analizzare i suoni e permette di determinare (almeno parzialmente) le frequenze di cui sono composti. Un telaio di ghisa verniciata sostiene i diversi elementi che compongono lo strumento:
a) una tavola di legno alla quale sono fissati 14 risonatori di Helmholtz. Essi sono formati da cilindri sui quali vi è

Diapason con cassa di risonanza

Un diapason d’acciaio, fissato ad un piede di legno è montato su di una cassetta di risonanza in legno. Uno dei lati della stessa è aperto. Il diapason vibra con una frequenza di 435 Hz corrispondente alla nota

diapason con casse di risonanza

Due diapason d’acciaio nichelato sono fissati su due cassette di risonanza in legno aventi uno dei lati aperto. Uno dei due diapason reca sui rebbi dei cursori la cui posizione è regolabile tramite una vite di fissaggio. Quando il bordo inferiore dei cursori si trova in corrispondenza delle tacche incise nei rebbi entrambi

Apparecchio a specchi rotanti

Un piede di legno al quale è fissato un supporto in ferro sostiene un parallelepipedo a sezione quadrata libero di ruotare attorno al suo asse verticale. Esso ha le 4 facce laterali formate da specchi. Una vite a punta permette di regolare il gioco dell’asse che, sotto gli specchi reca una ruota conica di

Apparecchio di Quincke e Koenig per l’interferenza delle onde sonore

Lo strumento di Koenig, derivato da quello proposto dal fisico tedesco Hermann Quincke (1834-1924) nel 186; è destinato a studiare i fenomeni di interferenza delle onde sonore. La sua parte principale è composta da un banco di legno sul quale sono fissati due tubi ad “U” di uguali dimensioni (in una versione successiva lo

risonatori di Helmholtz

Sono 5 risonatori sferici di cristallo, il cui uso è identico a quello del risonatore con n° inv. 27. Non è riportata alcuna indicazione sulle loro frequenze di

Capsula manometrica di Koenig

Le capsule monometriche furono ideate dal costruttore Rudolph Koenig verso l’inizio degli anni Sessanta del XIX secolo. La capsula manometrica è formata da una scatola cilindrica di legno munita da un lato di due tubetti e dall’altro di un imboccatura sagomata. La scatola è divisa in due camere da una membrana. Il gas illuminante

Capsula manometrica con cornetto

Questa capsula manometrica è formata da una scatola cilindrica di legno recante da un lato un cornetto e dall’altro due tubetti. Una membrana separa la capsula in due camere. Il suo funzionamento è identico a quello della capsula con n° inv.

Timbro di Savart

L’apparecchio detto “timbro di Savart” serve a mostrare i fenomeni di risonanza acustica. E’ formato da una coppa semisferica di bronzo fissata a una base di legno posta su di un massiccio treppiede. Nella base scorre un’ asta recante un cilindro di cartone inclinato e chiuso da un lato. Questo, dimensionato opportunamente, funge da

Risonatore di Helmholtz

I risonatori ampiamente utilizzati da Helmholtz nelle sue ricerche permettono di determinare se in un suono è presente una ben precisa frequenza. Il risonatore è formato da una sfera cava d’ottone munita di un’apertura circolare e, diametralmente, di un beccuccio da introdurre nell’orecchio. La nota per la quale lo strumento è stato dimensionato è

Apparecchio per produrre le figure di Kundt con il fischietto di Galton

Un sostegno in ferro, munito inferiormente di un morsetto da fissarsi ad un tavolo, reca superiormente due asticelle orizzontali sulle quali sono infilati due cilindri di sughero. La posizione di quella sottostante, montata su di un supporto scorrevole, può essere regolata da una manopola a vite. Fra i sugheri si fissa un tubo di

Cilindro in vetro per mostrare il fenomeno di risonanza

E’ un cilindro in vetro, munito di piede circolare e utilizzato per mostrare il fenomeno di risonanza acustica. Ponendo un diapason vibrante presso l’imboccatura del tubo, nel quale si versa lentamente dell’acqua, si ottiene un notevole rafforzamento del suono al momento in cui la frequenza propria di vibrazione del volume d’aria ancora contenuto del

Disco per la sirena di Opelt

Questo tipo di sirena fu ideata dallo studioso germanico Friedrich Opelt (1794-1863). Si compone di un disco di zinco recante più serie di fori concentrici. Ponendo il disco in rapida rotazione (esso può essere fissato sull’asse del banco di Savart, vedi n° inv.18) e insufflando dell’aria con uno o più tubi posti perpendicolarmente ad

Fischietto di Galton modificato da Edelmann

Questo tipo di fischietto fu descritto dal medico inglese Francis Galton (1822-1911) nel 1876 e fu successivamente perfezionato dal costruttore tedesco di strumenti scientifici Max Thomas Edelmann (1845-1913) nel 1900. Questo strumento capace di produrre suoni estremamente acuti e ultrasuoni, fu utilizzato da Galton per studiare il limite delle frequenze udibili negli animali e

Sirena di Cagniard de la Tour

Questo tipo di sirena, che permette di produrre dei suoni e soprattutto di determinarne la frequenza fu ideata dal fisico francese Charles Cagniard de La Tour (1777-1858) verso il 1819. Lo strumento in ottone é formato da una scatola cilindrica munita inferiormente di un tubo e avente superiormente una serie di 10 fori inclinati

Sirena di Helmholtz

La sirena ideata dal fisiologo, fisico e matematico tedesco Hermann von Helmholtz (1821-1894), è uno strumento atto a studiare i suoni semplici e composti, il fenomeno dei battimenti acustici e con essa è possibile produrre l’unisono, gli intervalli (maggiori e minori) di terza, di quarta, ecc. Essa é composta essenzialmente da due sirene

sbarre accordate

Le 4 sbarre d’acciaio a sezione rettangolare, accordate, sono dimensionate in maniera del tutto analoga a quella della asticelle con n° inv. 15; infatti due sbarre producono una nota mentre le altre due rendono l’ottava

Ruote di Savart

Lo strumento, montato su una base di legno, si compone essenzialmente di due colonnine che, grazie a viti con punta conica, sostengono un asse orizzontale. Su di esso sono fissato 4 diverse ruote dentate in ottone e un volano dello stesso metallo. Il sistema viene fatto ruotare tirando rapidamente una cordicella avvolta sull’asse. Avvicinando

Arpa di Marloye

Lo strumento è formato da un massiccio zoccolo di legno verniciato nel quale sono infisse verticalmente 20 verghe di legno di lunghezze diverse (alcune sono state ricostruite). Strofinandole verticalmente con due dita cosparse di colofonia si producono delle vibrazioni longitudinali che generano dei suoni. Le verghe non colorate rendono la gamma diacronica, mentre quelle

asticelle che rendono la scala diatonica

Le 8 asticelle di quercia a sezione rettangolare sono dimensionate in modo tale da produrre, se lasciate cadere o percosse convenientemente, le note di una scala diatonica (da un DO all’ottava superiore). Su ognuna di esse un’etichetta indica il nome della nota prodotta. Erano utilizzate per mostrare che anche ad un rumore (prodotto ad

asticelle accordate

Sono 4 asticelle di abete a sezione rettangolare e accordate. Se esse si trovano a poggiare su di un sostegno conveniente, in modo da essere sostenute lungo le loro linee nodali (che sono leggermente tratteggiate nel legno) quando vengono percosse emettono una nota. Due asticelle a) e b) hanno la stessa lunghezza lo stesso

Metallofono

Il metallofono (detto anche glockenspiel) è uno strumento musicale composto da una serie di lastrine metalliche accordate. Su di una base di legno trapezoidale sono poste due file di lastrine: la prima ne comprende 15 accordate per dare una scala diatonica di due ottave. La seconda ne comprende invece 10 accordate per produrre i

Gong

Il gong è uno strumento musicale formato da un disco metallico di bronzo con il bordo leggermente ricurvo. Percosso dalla mazza con manico di legno e bulbo di stoffa imbottita produce il tipico suono sa cui deriva il nome onomatopeico dello strumento. Una corda passante attraverso due fori praticati presso il bordo del disco

Apparecchio per le esperienze con le fiamme sensibili

Un imbuto metallico munito di un tubo trasversale è fissato ad un sostegno (forse non originale) formato da un treppiede di ferro recante una barra verticale d’ottone nella quale scorre una ganascia cilindrica. Ad esso è unito un becco a gas formato da una base metallica recante un sottile ugello di vetro. Il becco

Banco con 5 campanelle

Su di una base di legno sono fissate cinque colonnine recanti altrettante campanelle di grandezze differenti. Percosse producono un accordo

Apparecchio per l’esperienza di Trevelyan

In particolari condizioni è possibile generare un suono appoggiando un corpo molto caldo su uno freddo. L’esperienza prende il nome dall’inglese Arthur Trevelyan (1802-1878) che negli anni Trenta del XIX secolo osservò e descrisse in dettaglio tale fenomeno.
Su un sostegno di legno formato da una tavoletta e un cubo è appoggiato un prisma di

Apparecchio per le fiamme cantanti

La proprietà di una fiamma racchiusa in un tubo di vetro di generare un suono fu osservata per la prima volta alla fine del XVIII secolo da Bryan Higgins (1737-1820). Il fenomeno fu poi studiato nell’Ottocento e fu anche sfruttato per costruire uno strumento musicale: il pirofono di Kastner.
L’apparecchio è composto da uno

Campanella a orologeria con campana di vetro

Lo strumento viene utilizzato come quello con n° inv.3.
Un meccanismo a orologeria d’ottone (munito di chiave di carica separata) muove un battaglio che cade periodicamente su di una campanella. Un’asta verticale permette di azionarlo o di arrestarlo. Ponendo la campanella sotto la campana di vetro sul piatto di una pompa pneumatica è possibile mostrare

Apparecchio per mostrare la propagazione del suono attraverso i liquidi

Su una cassetta di risonanza in legno è fissato un supporto cilindrico sul quale è posto un bicchiere. Poggiando l’estremità di un diapason su una cassetta di risonanza il suono viene notevolmente rinforzato. Lo stesso accade se l’estremità del diapason viene posta in contatto con un liquido (per esempio mercurio) nel bicchiere. Ciò permette

Vaso con 4 pendolini

Su una base di legno quadrangolare poggia una campana di vetro fissato ad un anello d’ottone. Quattro colonnine di legno recano altrettante asticelle d’ottone di altezza regolabile alle quali sono appesi quattro pendolini che toccano il bordo del vaso. Facendo vibrare il vaso, strofinandone il bordo con un archetto di crine, è possibile far

Apparecchio di Terquem

L’apparecchio, ideato dal fisico francese Alfred Terquem (1831-1887), quando montato su un proiettore, permette di visualizzare l’andamento di vari tipi di fenomeni ondulatori.
Si compone di un telaio di legno rettangolare nel quale, tramite un’asta, si può far scorrere una cornice di metallo. In essa viene posta una lastra di vetro con delle linee riproducenti

Pallone di vetro con campanella

Questo strumento viene utilizzato per dimostrare che il suono non si propaga nel vuoto, fenomeno questo conosciuto sin dalla seconda metà del XVII secolo.
E’ un pallone di vetro munito di ghiera e di rubinetto d’ottone. Nel suo interno un’asta reca un cordoncino al quale è appesa una campanella. Quando il pallone viene evacuato

Apparecchio di Mach per generare moti ondulatori diversi

Questo apparecchio didattico proposto nel 1870 dal fisico, fisiologo e psicologo austriaco Ernst Mach (1838-1916) viene utilizzato per produrre vari tipi di movimenti ondulatori. La macchina fu ideata da Mach in collaborazione con il suo preparatore F. Hujek e con il suo assistente C. Neumann.
Due montanti in ghisa, trattenuti da aste di ferro e

Dal martedì al venerdì dalle 9 alle 16, sabato e domenica dalle 10 alle 18.

Lunedì chiuso.

Il Planetario è visitabile solo in occasione degli eventi e delle lezioni in programma, su prenotazione.

€ 10.00 adulti
€ 8.00 bambini

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