Fenachistoscopio di Plateau e Stampfer

Descrizione: Il fenachistoscopio è un gioco ottico ideato verso il 1833 indipendentemente dal fisico belga Joseph Antoine Plateau (1801-1883) e dal fisico austriaco Simon Stampfer (1792-1864). Il suo funzionamento si fonda sul fenomeno di persistenza dell’immagine sulla retina e sull’effetto stroboscopico. L’apparecchio per il quale furono proposti numerosi perfezionamenti e modifiche divenne nell’Ottocento un passatempo assai popolare.
Una base di legno sostiene una tavoletta verticale sulla quale sono imperniate due pulegge. Quella inferiore è munita di manovella e può essere spostata verticalmente per modificare la tensione della cinghia che la collega a quella superiore. L’asse di quest’ultima è filettato e su di esso si infilano e si fissano i dischi da porre in rotazione.
L’apparecchio è corredato da 6 dischi che recano da un lato una serie di immagini in successione (come i fotogrammi di un cartone animato) e hanno, lungo il perimetro, una serie di fenditure radiali.
Il coperchio della scatola che contiene i dischi reca internamente uno specchio piano. Quando la scatola è aperta il coperchio viene mantenuto verticale tramite un nastrino. Ponendo il disco rotante di fronte allo specchio e osservando le figure per riflessione attraverso le fenditure, esse appaiono in movimento per il fenomeno di persistenza dell’immagine sulla retina.
Nella scatola si trovano altri 10 dischi, probabilmente più recenti. Uno di essi è un disco cromatico di Newton. Gli altri sono dischi di vario colore che, grazie ad un taglio radiale, possono essere montati giustapposti sull’ apparecchio a rotazione. Vengono utilizzati per lo studio della composizione dei colori (n° inv. 108).

Data: 3/4 XIX sec.

Autore: firmato da Jules Duboscq

Misure: Base: 163×100; altezza con disco: 400; diametro dischi: 146 e 198; scatola: 280x280x33 mm