Dagli anni ’80 è stata avviata un’attività istituzionale di studio, recupero e restauro di macchine e strumenti scientifici di interesse storico, condotto da personale specializzato.
Gabinetto di Fisica
Attività di Conservazione e Restauro
L’attività di conservazione e restauro del cospicuo patrimonio storico scientifico del nostro paese risente di una diversa considerazione del valore culturale dei beni che lo compongono, rispetto soprattutto all’area storico-artistica. Anche senza approfondire le ragioni di questo divario, possiamo affermare che ancora oggi l’attività di restauro in questo settore necessita non solo di interventi per favorire la formazione degli operatori ma anche il riconoscimento di una sua peculiarità nonché di una sua maggior diffusione.
Presso la Fondazione Scienza e Tecnica fino dagli anni ’80 infatti è stata avviata un’attività istituzionale di studio e recupero di questo tipo di patrimonio che si è concentrata in particolare sul restauro di macchine e strumenti scientifici di interesse storico condotto da personale specializzato a partire dal lavoro sulle ingenti raccolte conservate presso la Fondazione. Si è quindi acquisita un’esperienza che si configura come fuori dell’ordinario per la sua portata e per la sua longevità. L’attività infatti prosegue ancora oggi con il lavoro di conservazione preventiva e con attività in collaborazione con altre istituzioni.
La Sopravvivenza del Patrimonio
Per una serie di circostanze favorevoli, e contrariamente a quanto capitato in molti altri istituti, la collezione del Gabinetto di Fisica dell’Istituto Tecnico fiorentino è sopravvissuta fino ai giorni nostri subendo relativamente poche perdite. Di queste, le più gravi avvennero in seguito alla Seconda Guerra Mondiale, quando una serie di modelli in legno di macchine vennero depositati in un capannone adiacente all’Istituto e furono in seguito eliminati.
La stessa sorte subirono alcune apparecchiature accessorie ai laboratori quali batterie di accumulatori, compressori e dinamo che non erano più utilizzati. Diversi fattori hanno permesso di evitare la distruzione e la dispersione di gran parte del patrimonio del Gabinetto di Fisica. Dobbiamo innanzitutto ricordare che l’Istituto, non solo occupa la stessa sede dal 1891, ma anche che da quell’epoca gli spazi occupati dal gabinetto sono rimasti sostanzialmente gli stessi.

Molte collezioni di scuole, licei e università purtroppo hanno subito gravi perdite e in alcuni casi sono state addirittura eliminate in occasione di traslochi, mutamenti di sede o ristrutturazione degli edifici nelle quali erano conservate. In anni in cui il concetto di “patrimonio storico-scientifico” non esisteva e gli strumenti ottocenteschi erano semplicemente considerati una scomoda e ormai inutile eredità del passato, tali cambiamenti sono stati devastanti per molte collezioni scientifiche.
Spesso infatti, quando non furono smembrate, disperse o addirittura distrutte, vennero ammassate in cantine o solai dove le pessime condizioni ambientali hanno provocato agli oggetti danni a volte irreparabili. Ma bisogna anche riconoscere che una delle ragioni della sopravvivenza del Gabinetto di Fisica è da ascriversi alla sensibilità di alcuni direttori e professori dell’Istituto Tecnico consci del valore culturale delle collezioni. E fra essi non possiamo qui non citare il nome del compianto ingegner Fernando Faggioli, insegnante di topografia, che non solo per anni si adoperò al fine di preservarle integre, ma fu anche fra i primi a tentare di sensibilizzare i responsabili di istituti culturali e l’amministrazione pubblica sulla necessità di valorizzarle adeguatamente.
Il Restauro della Collezione
Nel 1983 su suggerimento dell’Istituto e Museo di Storia della Scienza, la Provincia di Firenze ha conferito a Paolo Brenni l’incarico di riordinare, catalogare e restaurare gli oggetti contenuti nel Gabinetto di Fisica.
Il lavoro da fare era imponente ma estremamente stimolante. Circa la metà degli strumenti presenti era abbastanza in buono stato ma necessitava comunque di una pulizia accurata e di minimi interventi di restauro; un quarto della collezione richiedeva restauri più complessi, mentre il restante degli strumenti era gravemente danneggiato. Inoltre molti apparecchi erano stati smembrati, o erano stati separati dai loro accessori e si trovavano dispersi nei mezzanini e nelle cantine dell’Istituto. Erano appunto questi ultimi ad essere in pessimo stato di conservazione. Infatti nelle cantine erano stati trasportati strumenti non più utilizzati da decenni poiché rotti, inservibili o sostituiti da apparecchiature più recenti. Inoltre, se la drammatica alluvione del 1966 aveva causato danni limitati nel Gabinetto di Fisica, dove il livello dell’acqua aveva raggiunto circa mezzo metro, aveva completamente allagato le cantine, sommergendo tutto quanto vi era contenuto. Negli anni ‘80 del secolo scorso, quasi un ventennio dopo l’alluvione, durante i lavori di restauro ci siamo così trovati a pulire strumenti ancora incrostati con il fango dell’Arno.
In uno dei locali annessi al Gabinetto fu dunque istituito un laboratorio di restauro (in parte equipaggiato con macchine ed utensili rimasti dalla vecchia officina meccanica) nel quale, con la collaborazione di Anna Giatti, tutti gli strumenti della collezione sono stati sistematicamente smontati, ripuliti, restaurati e rimontati. Queste operazioni sono state accompagnate dalla raccolta di testi e documenti illustranti gli strumenti e le loro particolarità costruttive nonché da un accurato controllo inventariale.
Estremamente utili ai restauri si sono rivelati anche i materiali e i numerosissimi piccoli elementi (molle, pulegge, viti, fili elettrici ricoperti in seta, serrafili, tubi in vetro, ecc.) che, spesso risalenti alla fine del XIX secolo, si trovavano ancora negli armadi dell’officina meccanica. Durante i lavori è stato possibile ritrovare o ricomporre strumenti smontati che già negli inventari di inizio Novecento erano stati menzionati come “non trovati” o “eliminati”. Tali ritrovamenti non sono finiti. Ancora recentemente, riordinando le cantine, sono stati letteralmente riportati alla luce alcuni apparecchi che credevamo scomparsi. Nella maggior parte dei casi è stato possibile restaurare gli strumenti in modo da renderli ancora funzionanti. Ciò non è stato fatto solo quando il ripristino della funzionalità avrebbe richiesto interventi troppo invasivi e importanti e certamente non giustificati nell’ambito di un restauro inteso soprattutto a preservare (e non a riparare!) degli oggetti di interesse storico. La collezione raccoglie oggi oltre il 90% degli strumenti menzionati negli inventari dell’inizio del Novecento, quando essa aveva raggiunto la sua massima espansione.

1966-2016
Cinquanta anni di rinnovato impegno nella conservazione del patrimonio tecnico-scientifico
Video realizzato in occasione della mostra “La bellezza salvata. Firenze 1966-2016”, grazie al sostegno del Rotary Club Firenze Ovest.
Il Restauro dei Locali e degli Arredi
Negli ultimi anni i locali del piano terreno dell’Istituto, per la parte dove si trova la Fondazione Scienza e Tecnica, sono stati rinnovati, riallestiti ed aperti al pubblico. Le sale del Gabinetto di Fisica sono state completamente restaurate fra il 2004 e il 2007.
Grazie ad un accurato intervento, anche gli armadi sono stati rimontati, ridipinti e dotati di illuminazione a LED che non solo assicura un’ottima illuminazione degli oggetti in essi contenuti ma rispetta gli standard necessari alla loro migliore conservazione. Infine, la collezione è stata ridisposta cercando di ricostruire accuratamente l’aspetto che presentava il Gabinetto di Fisica all’inizio del XX secolo, cosa che è stata possibile anche grazie ad una serie di fotografie storiche.
Lo “studio del direttore” dove sono conservati gli strumenti di ottica, la “galleria di meccanica” con le macchine e i modelli e il “salone” con gli apparecchi riguardanti la meccanica fisica, la pneumatica, la termologia, la meteorologia, il magnetismo e l’elettricità appaiono oggi al visitatore quasi identici a quello che erano verso il 1900.
La possibilità di conservare e mostrare l’assetto originario di un laboratorio ottocentesco è stata centrale rispetto alle scelte fatte durante i lavori edili e il riallestimento tanto che oggi possiamo parlare del restauro dell’intero Gabinetto di Fisica ottocentesco, e non solo della sua collezione di oggetti.
Collaborazioni Esterne
L’esperienza acquisita nel riordinare e nel restaurare il Gabinetto di Fisica ha fatto sì che altre istituzioni si siano rivolte alla Fondazione al fine di restaurare le proprie collezioni di strumenti storici. Così nel corso degli ultimi due decenni sono stati da noi restaurati centinaia di strumenti appartenenti a istituti quali il Liceo A. Volta di Como, il Liceo Ennio Quirino Visconti di Roma, il Liceo Paolo Sarpi e il Museo civico di scienze naturali di Bergamo, il Dipartimento di fisica dell’Università degli Studi di Napoli, l’Istituto di Ecologia Agraria di Roma, l’Osservatorio astronomico di Monte Porzio e quello di Palermo.
Fra i numerosi strumenti che sono stati restaurati presso la Fondazione alcuni sono di eccezionale importanza storica e scientifica: fra essi ricordiamo ad esempio il cerchio di Ramsden dell’Osservatorio palermitano, il meteorografo di Secchi conservato a Monte Porzio e la macchina planetaria dell’Albrici di Bergamo.


Conservazione Preventiva
La collezione del Gabinetto di Fisica viene oggi monitorata con misuratori termoigrometrici e regolarmente ispezionata per controllare e monitorare eventuali attacchi biotederiogeni. L’illuminazione e gli altri impianti sono regolati in modo da concorrere alla migliore conservazione.
Il funzionamento e l’uso delle macchine e degli apparecchi storici, seppur in gran parte possibili, vengono fortemente limitati per ovvi motivi di conservazione e concessi solo in caso di motivati e condivisi percorsi di studio o per le campagne di documentazione video che la Fondazione periodicamente organizza.
La Fondazione Scienza e Tecnica partecipa, inoltre, al progetto europeo APACHE (Active & intelligent PAckaging materials and display cases as a tool for preventive conservation of Cultural HEritage), che si occupa di tecniche di conservazione preventiva dei beni culturali, al fine di minimizzarne o evitarne del tutto il degrado o la perdita.