
Microscopio composto di Amici
Descrizione: Questo microscopio composto fu costruito da Giovanni Battista Amici (1786-1863) per il Dr. Giorgio Holdt. In una lettera a lui indirizzata e ritrovata nella cassetta del microscopio l’Amici descrive dettagliatamente le caratteristiche e le particolarità dello strumento.
Un tripode ripieghevole d’ottone sostiene un’asta quadrangolare sulla quale è montato lo strumento. Lo specchietto (piano e concavo) è imperniato in una forcella inserita sul piede anteriore del tripode. La messa a fuoco degli oggetti avviene modificando la posizione verticale del tavolino portaoggetti rettangolare. I movimenti macrometrici avvengono tramite un pignone dentato e una cremagliera posta lungo l’asta quadrangolare. Un bottone a vite, agendo su di una leva munita di molla antagonista permette i movimenti micrometrici modificando leggermente l’inclinazione del tavolino rispetto al piano orizzontale. Grazie ad un secondo sistema di pignone dentato e cremagliera è possibile far scorrere il tavolino orizzontalmente, mentre una forcella piatta viene utilizzata per bloccare i preparati. Sotto il tavolino una ghiera filettata recava in condensatore (oggi mancante). Il tubo formato da due sezioni a gomito è fissato a baionetta in un anello posto sulla sommità della colonna quadrangolare. La sezione verticale è marcata con una “X”, la sezione obliqua con una “Y”, esse sono riunite da un scatola trapezoidale contenente un prisma a riflessione totale. Lo strumento è corredato dai seguenti accessori:
a) 2 oculari di tipo Huygens. Uno di essi funge da micrometro oculare, e, sulla seconda lente reca una scala con 50 divisioni da 1/4 di mm.
b) Sei obbiettivi composti con coperchietti d’ottone numerati da 1 a 6. Le ghiere che trattengono le varie lenti di questi oculari sono così contrassegnate:
1) A B C 4)
2) E F G 5) .. .. ..
3) // // // 6) . . .
L’obbiettivo N°4 viene usato con un sottilissimo coprioggetti, il N°5 con un coprioggetti di 1,5 mm di spessore o con immersione ad acqua e il N°6 con immersione omogenea con olio di anace misto ad olio di sassofrasso.
c) Due prismi per illuminazione montati su bracci articolati da inserire sul corpo del microscopio. Questi prismi, a facce ricurve, permettono di riflettere e al tempo stesso di concentrare la luce sui preparati.
d) Un compressore di Amici. Una lastrina d’ottone forata reca una forcella imperniata in una piccola staffa. La pressione della forcella sulla lastrina viene modificata tramite un bottone con vite filettata.
e) Un lieberkuhn (N°185, punto c). Trattasi di uno specchietto concavo di metallo argentato da avvitare sull’obbiettivo N°2.
f) Una camera chiara simile a quella ideata dall’anatomista tedesco Samuel Thomas von Sömmerring (1755-1830). Essa è composta da un anello, da infilare sull’oculare, munito di un sostegno nel quale è infilata un asticella recate un minuscolo specchio metallico piano di forma elissoidale. Lo specchio, posto in corrispondenza con l’asse ottico dell’oculare, è inclinato rispetto ad esso di 45°. Osservando lo specchietto è possibile vedere, attraverso la parte esterna della pupilla, il foglio su cui disegnare e al tempo stesso con quella interna, per riflessione, l’immagine microscopica. Per utilizzare questa camera lucida è necessario che il tubo ottico sia orizzontale.
Lo strumento e i suoi accessori sono contenuti in una scatola di legno.
Data: 1832-1862 circa
Autore: non è firmato ma fu costruito da Giovan Battista Amici
Misure: Altezza: 410 circa; scatola: larghezza 302, profondità 197, altezza 84 mm