
Microscopio solare e fotoelettrico
Descrizione: Questo microscopio permette di proiettare su di uno schermo l’immagine fortemente ingrandita degli oggetti in esame. E’ detto solare quando viene utilizzato inserito su di un portaluce (n° inv. 253) o fotoelettrico quando è istallato ad esempio sulla lanterna di Duboscq (n° inv. 281) munita di lampada ad arco (n° inv. 280). Il microscopio può venire inserito sulla lanterna sia tramite una ghiera che si adatta ad essa direttamente sia tramite una piastra in ferro alla quale può essere avvitato. Questa piastra viene poi montata sulla lanterna dopo averne tolto la sua parete frontale.
In un tubo d’ottone cilindrico, fissato ad una piastra rettangolare, è inserito un condensatore formato da una coppia di lenti convergenti. Un’apposita ghiera infilata sul tubo permette l’adattamento alla lanterna. Alla piastra è fissata perpendicolarmente un’asta a sezione trapezoidale con cremagliera sulla quale può scorrere un supporto con il tavolino portaoggetti. Questo è formato da due lastre metalliche con un foro centrale, unite da quattro asticelle a molla. L’obbiettivo, composto da un sistema di 3 lenti convergenti giustapposte, inserite in apposite ghiere filettate , e da una lente pianoconvessa, scorre sulla cremagliera tramite una manopola a pignone dentato. Le lenti convergenti utilizzate insieme danno il massimo ingrandimento, che richiede una sorgente di luce assai intensa; per ottenere ingrandimenti minori è sufficiente levare una o più lenti dall’obbiettivo. Una corona circolare, scorrevole a frizione sull’asta trapezoidale, delimita il campo di proiezione ed elimina la luce parassita.
Il microscopio è inserito in un tubo d’ottone avvitato in una lastra d’ottone ossidato che veniva probabilmente applicata all’imposta di una finestra con un portaluce.
Data: 3/4 XIX sec.
Autore: non è firmato ma è sicuramente di provenienza francese
Misure: Lunghezza: 240; piastra di fissaggio: lunghezza 126, larghezza 100 mm