Spaccato di accumulatore ferro-nichel

Descrizione: All’inizio del XX secolo, l’accumulatore ferro-nichel fu proposto, indipendentemente l’uno dall’altro, dal chimico svedese Waldemar Jungner e dall’inventore americano Thomas A. Edison (1847-1931).
È contenuto in una scatola di ferro nichelata parzialmente aperta per permettere di vedere la costruzione interna dell’apparecchio. Il coperchio reca un piccolo imbuto chiuso da un tappo a molla attraverso il quale si può riempire l’accumulatore con una soluzione al 20% di idrossido di potassio.
Due elettrodi muniti di serrafili a bullone (uno di essi è marcato +) penetrano all’interno della scatola e sono collegati tramite lamine metalliche rispettivamente a due serie (3 e 4) piastre di ferro nichelato separate da distanziatori di ebanite. Le piastre sono formate da lamine parallele formanti delle minuscole tasche costellate da innumerevoli forellini. Nelle tasche delle piastre positive era contenuto idrossido di nichel mentre in quelle negative dell’ossido di ferro. I forellini, pur non permettendo a queste sostanze di uscire dalle piastre acconsentono la reazione elettrochimica. L’accumulatore reca superiormente anche la scritta “TA 6”.
L’accumulatore ferro-nichel ha alcuni vantaggi rispetto a quello al piombo. Questi metalli infatti si prestano meglio alla costruzione della batteria (soprattutto se deve essere trasportabile) e il tempo di carica è minore. D’altro canto il rendimento degli accumulatori al piombo è maggiore a parità di peso e volume.

Data: 1937 circa

Autore: firmato dalla Società Italiana Accumulatori “Nife”

Misure: Larghezza 142, profondità 50, altezza 336 mm

Dal martedì al venerdì dalle 9 alle 16, sabato e domenica dalle 10 alle 18.

Lunedì chiuso.

Il Planetario è visitabile solo in occasione degli eventi e delle lezioni in programma, su prenotazione.

€ 10.00 adulti
€ 8.00 bambini

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